Niger: una delegazione della CEDEAO incontra Bazoum, ma sale la tensione

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di Giulio Chinappi

L’incontro tra i delegati della CEDEAO e il presidente deposto non ha placato gli animi, anzi gli esperti paventano un prossimo intervento militare in Niger da parte dell’organizzazione multilaterale.

FONTE ARTICOLO

Secondo quanto riportato da Radio France Internationale (RFI) nella notte tra sabato e domenica, membri della delegazione della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO) a Niamey hanno incontrato il deposto presidente nigerino Mohamed Bazoum. Secondo la fonte, all’incontro con Bazoum hanno partecipato, tra gli altri, l’ex presidente nigeriano, il generale Abdulsalami Abubakar, che guidava la delegazione, e il primo ministro del governo militare nigerino, Ali Lamine Zeine.

In precedenza, i delegati della CEDEAO avevano incontrato il leader del governo golpista, Abdourahamane Tchiani, meglio noto come Omar Tchiani, chiedendo il rilascio dello stesso Bazoum. Secondo quanto riferito dal canale televisivo Al Arabiya, la delegazione ha affermato che il rilascio del deposto presidente Mohamed Bazoum era una richiesta prioritaria. In risposta, il governo de facto ha concesso loro di visitare Bazoum per constatarne le condizioni di salute, in segno di distensione.

Tuttavia, nelle ultime ore la tensione sembra essere nuovamente salita tra il governo di Niamey e i Paesi che gli si oppongono, al punto che molti esperti paventano un prossimo intervento militare in Niger da parte della CEDEAO. A riferirlo è stato Kassoum Coulibaly, ministro della Difesa del Burkina Faso, uno dei Paesi che si è schierato in difesa del Niger, secondo il quale l’intervento armato potrebbe avere luogo in qualsiasi momento.

Ci aspettiamo un intervento militare della CEDEAO contro il Niger in qualsiasi momento”, ha detto Coulibaly, in un’intervista rilasciata ad Al Arabiya. “Il pensiero di un intervento militare della CEDEAO contro il Niger è scioccante“, ha proseguito. “Sosteniamo il Niger e siamo pronti ad affrontare qualsiasi possibile intervento militare della CEDEAO“. Coulibaly ha anche sottolineato che il Burkina Faso, attualmente sospeso dall’organizzazione multilaterale, potrebbe decidere di abbandonarla definitivamente se questa continuerà ad applicare politiche insensate. Va inoltre notato che il Burkina Faso e il Mali hanno schierato i loro aerei da guerra in Niger in segno di solidarietà con il governo di Niamey, confermando la propria intenzione di difendere il Paese limitrofo da un possibile attacco esterno.

Più ottimista, invece, la posizione del ministero degli Esteri dell’Algeria, il quale ha rilasciato una nota ufficiale per sottolineare la possibilità di trovare una soluzione pacifica alla crisi nigerina. “L’Algeria continua ad essere guidata dalla ferma convinzione che una soluzione politica negoziata sia ancora possibile, che tutte le strade che potrebbero condurvi non siano state ancora percorse e che tutte queste possibilità non siano state esaurite“, si legge nella dichiarazione. “In un momento in cui l’intervento militare in Niger sta diventando sempre più imminente, l’Algeria si rammarica profondamente che l’uso della forza abbia avuto la precedenza nel corso di una soluzione politica negoziata che ripristinerebbe pacificamente l’ordine costituzionale e democratico in questo Paese fraterno e vicino“.

La storia della nostra regione ha insegnato in modo convincente che gli interventi militari hanno portato più problemi che soluzioni e che sono stati ulteriori fattori di scontro e sofferenza piuttosto che fonti di stabilità e sicurezza“, ha affermato il ministero degli Esteri. “Prima che l’irreparabile sia compiuto e prima che la regione sia trascinata in una spirale di violenza, le cui conseguenze imprevedibili nessuno può prevedere, l’Algeria invita tutte le parti a esercitare moderazione, prudenza e buon senso“. L’Algeria ha chiesto di dare la priorità a “una soluzione politica negoziata all’attuale crisi costituzionale, risparmiando così al fraterno Niger e all’intera regione un futuro pieno di minacce e pericoli“.

Se la CEDEAO dovesse mettere in pratica il proprio piano militare, l’intera Africa occidentale potrebbe essere dunque travolta da un conflitto, con i Paesi occidentali che resterebbero sadicamente a guardare sostenendo da lontano i governi a loro asserviti, esattamente come sta accadendo da un anno e mezzo in Ucraina. Indubbiamente, gli occidentali, a partire dagli ex colonizzatori francesi, sono interessati alle ricche risorse naturali del Niger, che includono litio e oro, oltre a uranio e petrolio: “Il Niger è molto ricco di varie risorse naturali. Di recente, numerosi investitori europei sono giunti nel Paese grazie alla riforma della legislazione nel campo dell’estrazione mineraria e nonostante i problemi nel campo della sicurezza“, ha detto Aboubacar Yacouba Barma, caporedattore del noto portale di informazione ActuNiger, intervistato dall’agenzia stampa TASS. “Oltre all’uranio e al petrolio, i Paesi europei stanno mostrando grande interesse per il litio, che è uno dei metalli più ricercati nell’industria globale, utilizzato attivamente nella produzione di batterie per telefoni cellulari, automobili e molto altro. Le autorità del Niger hanno firmato alcuni mesi fa accordi con alcune compagnie, anche europee, per l’esplorazione e lo sviluppo di giacimenti di litio, le cui riserve si trovavano in alcune zone del Paese, anche nella ‘zona dei tre confini‘ (confine tra Niger, Mali e Burkina Faso, ndr)”, ha proseguito Barma.

Il Niger ha anche riserve auree significative. Attualmente l’oro viene estratto principalmente con metodi artigianali. Ma la situazione sta cambiando. Dopo la riforma della legislazione nel campo dell’estrazione mineraria, sono stati rilasciati permessi a società straniere, principalmente europee, per sviluppare depositi di oro. Ciò attira investimenti in Niger, come ha dimostrato chiaramente il forum commerciale UE-Niger tenutosi a Niamey nel febbraio 2023“, ha affermato Barma. “Vale anche la pena notare la presenza di riserve di bauxite in Niger, che sono disponibili in diverse regioni della Repubblica. Ci sono anche molte altre risorse e minerali su cui si concentrano gli investitori europei. Il Niger è un Paese molto grande in termini di territorio, la sua superficie supera 1,2 milioni di chilometri quadrati“, ha sottolineato ancora l’esperto.

Gli eventi che si stanno verificando in Niger influenzeranno sicuramente i progetti in corso e gli investitori dovranno rivedere le proprie strategie e i propri piani in base all’evolversi della situazione. Tuttavia, se le autorità di alcuni Paesi europei hanno sospeso la cooperazione con il Niger, questo non si applica necessariamente alle aziende e agli investitori di questi Paesi, che hanno adottato un approccio attendista, ma allo stesso tempo non stiamo osservando un’ondata di dichiarazioni o il ritiro di aziende europee già presenti in Niger, perché il settore privato non segue necessariamente la logica politica“, ha spiegato il caporedattore.

Ci sono stati molti investimenti nelle industrie estrattive del Niger, quindi il lavoro continua. Ad esempio, la società francese di estrazione dell’uranio Orano continua il suo lavoro nel Paese. Aziende e investitori, sia europei che non, hanno studiato i rischi politici e continuano a includerli, così come i rischi per la sicurezza, nei loro piani aziendali per essere in grado di prevedere e gestire meglio crisi di qualsiasi tipo“, ha concluso Barma.

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