Guinea-Bissau: pesante sconfitta per il presidente Embaló

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di Giulio Chinappi

Le elezioni legislative dello scorso 4 giugno sono arrivate dopo un anno di grave crisi politica ed hanno visto la vittoria dell’opposizione al presidente Umaro Sissoco Embaló.

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Era il 16 maggio 2022, quando il presidente della Guinea-BissauUmaro Sissoco Embaló, aveva sciolto il parlamento dell’ex colonia portoghese, accusando l’organo legislativo di corruzione e giustificando la sua scelta con le “irrisolvibili differenze” tra l’Assemblea Popolare Nazionale e gli organi del governo. Da allora, però, è passato oltre un anno in cui il Paese africano ha vissuto una grave crisi politica senza che venissero convocate nuove elezioni.

Alla fine, il presidente Embaló ha convocato lo svolgimento delle elezioni legislative per il 4 giugno di quest’anno, che però hanno dimostrato come le sue scelte non siano state affatto gradite dalla popolazione. Ad uscire vincitrice della competizione elettorale è stata infatti la coalizione di opposizione Terra Ranka, guidata dal Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde (Partido Africano para a Independência da Guiné e Cabo Verde, PAIGC), la storica forza politica progressista (un tempo marxista-leninista sotto la leadership di Amílcar Cabral) che fu protagonista della lotta per l’indipendenza dal Portogallo.

Sotto la leadership dell’ex primo ministro Domingos Simões Pereira, la coalizione di opposizione ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi, eleggendo 54 rappresentanti sui 102 scranni a disposizione ed ottenendo il 39,42% delle preferenze su scala nazionale. Questo significa che Simões Pereira tornerà ad occupare l’incarico di primo ministro dopo che avrà ottenuto la fiducia dal parlamento unicamerale, creando quindi un contrasto tra il colore politico del presidente e quello del governo.

Al secondo posto troviamo il Madem G-15 (Movimento para Alternância Democrática) del presidente Embaló, che ha ottenuto il 24,39% dei consensi, eleggendo 29 deputati. Segue il Partito del Rinnovamento Sociale (Partido da Renovação Social, PRS), con dodici rappresentanti (14,98%), mentre ottiene un risultato molto positivo il Partito dei Lavoratori Guineani (Partido dos Trabalhadores Guineenses, PTG), recentemente fondato dal ministro degli Interni Botché Candé, che alla sua prima partecipazione elettorale ottiene sei seggi (8,17%).

Tra i grandi delusi di queste elezioni troviamo invece il primo ministro uscente Nuno Gomes Nabiam, il cui partito, l’Assemblea del Popolo Unito-Partito Democratico della Guinea-Bissau (Assembleia do Povo Unido – Partido Democrático da Guiné-Bissau, APU-PDGB) ha ottenuto un solo seggio con appena il 4,44% delle preferenze, pagando evidentemente il suo sostegno alle politiche del presidente Embaló. Gli altri partiti non hanno invece ottenuto seggi.

L’attuale contrasto tra il presidente della Repubblica e la maggioranza parlamentare potrebbe portare a nuove crisi nei prossimi mesi. Nell’attuale sistema politico in vigore in Guinea-Bissau, infatti, il partito o la coalizione di maggioranza nomina il governo, ma il presidente ha il potere di destituirlo in determinate circostanze. Ciò ha portato a situazioni di stallo politico e lotte intestine in passato, situazione che rischia di riproporsi dopo la netta vittoria della coalizione Terra Ranka.

Tuttavia, il voto del 4 giugno deve anche essere considerato da un punto di vista positivo. In passato, infatti, la Guinea-Bissau ha affrontato un’instabilità cronica sotto forma di ripetuti colpi di stato e risultati elettorali contestati. Al contrario, la tornata elettorale di quest’anno ha ricevuto commenti positivi da parte dei circa 200 osservatori internazionali che hanno seguito le operazioni di voto in loco, i quali hanno affermato di non aver osservato alcun incidente di rilievo e hanno descritto il voto come “libero, trasparente e calmo“.

Inoltre, il risultato assesta un colpo forse decisivo ai piani del presidente Embaló di dare vita ad una riforma costituzionale che gli avrebbe permesso di consolidare il potere modificando il sistema semipresidenziale attualmente in vigore in favore di uno presidenziale. Sebbene la riforma costituzionale sia una prerogativa legittima del presidente e del governo, in molti temevano che Embaló avrebbe potuto sfruttare la riforma per dare vita ad una svolta autoritaria, soprattutto dopo lo scioglimento del parlamento avvenuto lo scorso anno. Nel febbraio del 2022, il presidente ha anche dovuto affrontare un fallito tentativo di colpo di Stato per destituirlo.

Secondo quanto riportato da Al Jazeera, gli analisti hanno affermato che la battuta d’arresto elettorale di Embaló è stata causata da spaccature all’interno del suo partito e dall’impopolarità tra gli elettori rurali colpiti dal calo dei prezzi degli anacardi, una delle principali fonti di reddito per gli agricoltori della Guinea-Bissau. Le conseguenze a lungo raggio della guerra in Ucraina, che ha fatto salire i prezzi alimentari globali, e la pandemia di COVID-19 hanno avuto un ulteriore impatto negativo sull’economia del piccolo Paese lusofono, dove un quinto della popolazione su un totale di circa 2 milioni di abitanti non soddisfa il proprio fabbisogno alimentare in modo adeguato.

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