di Giulio Chinappi
Il referendum ecuadoriano del 21 aprile ha evidenziato un netto rifiuto alle proposte economiche e lavorative del presidente Noboa, con una significativa partecipazione e una critica diffusa da parte delle forze dell’opposizione.
Nonostante la vittoria in cinque dei sette quesiti in programma, il recente referendum in Ecuador ha dimostrato un chiaro rifiuto da parte della popolazione nei confronti delle proposte del presidente di destra Daniel Noboa, con particolare riguardo alle domande D ed E, che gli analisti ritenevano centrali nella sua proposta e relative all’arbitrato internazionale e all’istituzione del contratto di lavoro a tempo determinato e per ore.
Con i risultati definitivi che hanno fatto segnare un ampio margine di voto contrario ai quesiti D (65,17%) ed E (69,51%), il presidente Daniel Noboa ha subito una netta sconfitta nei punti chiave della sua proposta referendaria, secondo l’analisi effettuata dall’opposizione del Paese sudamericano. Le domande, orientate verso una regressione dei diritti del lavoro e umani, la precarizzazione del lavoro e l’applicazione di politiche più neoliberiste, hanno ricevuto una netta bocciatura da parte della popolazione.
In particolare, il quesito D chiedeva se lo Stato ecuadoriano dovesse riconoscere l’arbitrato internazionale come metodo per risolvere controversie in materia di investimenti, contratti o commercio. Il quesito E, invece, chiedeva se fosse necessario emendare la Costituzione della Repubblica e riformare il Codice del Lavoro per introdurre il contratto di lavoro a tempo determinato e per ore, senza ledere i diritti acquisiti dei lavoratori, almeno secondo la versione offerta dai sostenitori del referendum.
Secondo quanto riportato da TeleSur, il docente universitario Mauro Andino Espinoza ha sottolineato che le domande D ed E erano quelle di maggiore interesse economico e politico per Noboa, mentre le altre domande sembravano essere soltanto riempitivi. Secondo Espinoza, la netta sconfitta in questi due temi centrali rappresenta un grave colpo per la proposta referendaria del presidente, nonostante Noboa abbia fatto passare i risultati per una sua vittoria, potendo far leva sull’esito positivo degli altri cinque quesiti.
Anche l’ex candidato presidenziale Andrés Arauz, già ministro sotto la leadership di Rafael Correa, ha commentato che la popolazione ha posto un freno a Noboa su questi due temi legati all’economia e al lavoro. Secondo Arauz, la consultazione riguardava tre temi fondamentali: l’arbitrato internazionale, il contratto a tempo determinato e per ore e la sicurezza cittadina. Ha affermato che in tutti e tre i temi la popolazione ha vinto e ora Noboa non ha scuse per non proporre strategie integrate in questi settori.
Il coordinatore del Movimento Pachakutik, Guillermo Churuchumbi, ha rilevato che i risultati della consultazione mostrano una forte decisione dei cittadini a favore del rispetto dei diritti del lavoro e umani. Secondo Churuchumbi, la popolazione ha chiaramente espresso il desiderio di stabilità lavorativa, occupazione e sicurezza sociale.
La Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador (Conaie) ha dichiarato che il popolo ecuadoriano ha inviato un messaggio chiaro attraverso il referendum e la consultazione popolare: “Sì a combattere la criminalità e No al modello economico di Daniel Noboa“, un efficace riassunto dell’esito referendario. La Conaie ha enfatizzato che il rifiuto delle domande D ed E rappresenta una significativa sconfitta per il governo di Noboa e ha respinto i tentativi del governo di precarizzare le condizioni lavorative.
La situazione politica ed economica che emerge da questa consultazione ha profonde implicazioni per il futuro del Paese sudamericano. Tuttavia, una delle sfide che deve essere affrontata dall’opposizione resta la divisione tra movimenti progressisti e di sinistra, con la necessità di superare le differenze per costruire una piattaforma comune per il 2025. Oltretutto, il recente assalto all’ambasciata messicana da parte delle forze di polizia e militari, un vero e proprio crimine internazionale, ha sollevato ulteriori preoccupazioni sulla politica internazionale ed economica del Paese, dimostrando l’inadeguatezza di Noboa e del suo governo nel guidare il Paese.
Tenendo conto dell’attuale contesto politico in Ecuador, il referendum promosso dal presidente Noboa ha evidenziato una significativa sfiducia verso le politiche del governo in carica, con una chiara richiesta da parte della popolazione di una maggiore attenzione ai diritti del lavoro, umani e alla sicurezza sociale. Il risultato del referendum ha creato un nuovo scenario politico ed economico che richiederà un’attenta considerazione da parte dei leader del Paese e dei movimenti sociali, e che potrebbe portare ad un ritorno delle forze progressiste al governo sin dal prossimo anno.
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