Prendono il via «Le Stagioni Russe» in Italia

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Dopo il Giappone, quest’anno è il turno dell’Italia: sono già iniziate e proseguiranno per tutto il 2018 le manifestazioni della rassegna «Le Stagioni Russe», presentata ufficialmente presso il Centro di Scienza e Cultura Russa di Mosca lunedì 15 gennaio e caratterizzata da un fitto programma di concerti sinfonici, balletti, spettacoli teatrali, esibizioni circensi, rassegne cinematografiche e altri appuntamenti culturali.

Dopo l’esibizione musicale del giovanissimo pianista Eliseo Mysyn, la Vice Presidente del Governo della Federazione Russa Olga Golodez è intervenuta ricordando la profondità del legame italo-russo, pensando ad esempio a San Pietroburgo, il cui nucleo originario fu edificato ed impreziosito da architetti ed artisti italiani. Venendo alla kermesse, ha segnalato che fra gli oltre 200 eventi in programma, sarà particolarmente suggestivo il balletto sul ghiaccio «Romeo e Giulietta» di Prokof’ev che andrà in scena proprio a Verona.

La Vice Ministro per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo Dorina Bianchi, che il 17 novembre scorso durante il VI Forum culturale internazionale di San Pietroburgo ha firmato con il Ministro della Cultura russo Medinsky l’accordo sulla realizzazione delle Stagioni russe, ha segnalato che più di quaranta località italiane saranno interessate. Si è soffermata in particolare sul coinvolgimento della Reggia di Caserta, il cui numero di visitatori continua a crescere e ben rappresenta la partecipazione del Mezzogiorno a questa prestigiosa manifestazione.

«La musica ha il potere di creare una comunità – ha quindi affermato Michele Dall’Ongaro, Presidente-Sovraintendente dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia – come abbiamo visto nel concerto che ieri sera ha inaugurato le Stagioni russe: la musica di Čajkovskij ha sintonizzato tutti i presenti, musicisti e pubblico. Essa scavalca le differenze linguistiche, etniche e religiose, è di immediata percezione e consente una armoniosa fruizione collettiva»

Aleksandr Juravskiy, Segretario di Stato e Vice Ministro della Cultura della Federazione Russa, ha dunque evidenziato la valenza simbolica del concerto testé ricordato, in quanto diretto dal Maestro Valery Gergiev, che a dicembre aveva concluso le Stagioni russe in Giappone. La precedente esperienza nipponica ha arricchito i già floridi scambi culturali russo-giapponesi ed altrettanto si auspica per l’Italia, che è tradizionalmente affascinata dalla cultura russa: l’esponente governativo russo ha previsto 3 milioni di spettatori ed auspicato nuovi gemellaggi fra città e regioni italo-russe.

Profonda gratitudine per la professionalità e la passione dimostrata dagli organizzatori è stata espressa dall’Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino Sergey Razov, il quale ha ringraziato in particolare la Vice Presidente Golodez per il lavoro svolto alla guida del comitato organizzatore: «Ieri sera abbiamo assistito ad una cerimonia straordinaria – ha commentato il diplomatico – in cui la maestria di Gergiev ha estasiato gli oltre 3.000 spettatori. Questa rassegna si inserisce in maniera organica nello sviluppo delle relazioni italo-russe, recentemente corroborate dalla vista del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Russia e da quella del nostro Ministro degli Esteri Sergej Lavrov in Italia. Sono inoltre ripresi i lavori della Commissione intergovernativa per la cooperazione economica e gli scambi commerciali sono incrementati del 20%: non tutto è così roseo – ha concluso Razov – nei rapporti economici, ma sicuramente si intensificheranno durante il 2018 proprio a partire dalla cultura»

Il Direttore artistico del teatro Marinskij di San Pietroburgo Valery Gergiev ha ricordato che nei teatri russi vanno assiduamente in scena e con successo le opere di Verdi, Donizetti, Rossini e Puccini ed ha ribadito il suo profondo legame con il nostro Paese, avendo collaborato non solo con l’Accademia di Santa Cecilia, ma anche con la Scala di Milano ed i teatri di Ravenna e di Torino. Il suo auspicio finale racchiude il senso delle Stagioni russe (che indiscrezioni per l’edizione 2019 proiettano negli Stati Uniti d’America): «La cultura può e deve migliorare lo scenario politico».

Lorenzo Salimbeni

 

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