Kuwait: continuano le tensioni tra l’Assemblea Nazionale e la dinastia Āl Ṣabāḥ

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di Giulio Chinappi

Le elezioni parlamentari in Kuwait dello scorso 4 aprile hanno rappresentato la prima scadenza elettorale sotto il nuovo emiro, lo sceicco Misha’al, che aveva sciolto il parlamento lo scorso 15 febbraio. L’opposizione ha mentenuto la maggioranza dei seggi, evidenziando il conflitto con il governo della famiglia regnante.

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Le elezioni parlamentari del Kuwait, svoltesi lo scorso 4 aprile, hanno rappresentato un momento politico importante per il piccolo Paese del Golfo, segnando la quarta tornata elettorale dal dicembre del 2020, in un clima niente affatto sereno. Con un’attenzione particolare data alle recenti tensioni politiche tra l’Assemblea Nazionale e la famiglia al potere, questo voto si è svolto sotto l’occhio vigile del nuovo emiro, lo sceicco Misha’al al-Ahmad Āl Ṣabāḥ (in foto), 83 anni, che ha preso il posto del fratellastro, lo sceicco Nawaf al-Ahmad Āl Ṣabāḥ, deceduto lo scorso dicembre dopo tre anni di regno.

Circa 835.000 kuwaitiani sono stati chiamati alle urne in uno Stato con una popolazione di 4,2 milioni di persone, a dimostrazione di come i diritti politici della popolazione kuwaitiana siano ancora molto limitati, escludendo la maggioranza dei residenti dal diritto di voto. La competizione è stata comunque serrata, con circa 200 candidati che si contendevano i 50 seggi disponibili. Tuttavia, ciò che ha caratterizzato questa tornata elettorale è stata la preoccupazione per un possibile basso afflusso alle urne, tanto che lo stesso emiro, lo sceicco Misha’al, ha invitato pubblicamente a partecipare al processo elettorale.

Le tensioni politiche esistenti tra l’Assemblea Nazionale, organo legislativo unicamerale, e la dinastia Āl Ṣabāḥ, al potere dagli inizi del ‘700, hanno portato lo sceicco Misha’al a sciogliere il parlamento lo scorso 15 febbraio, citando violazioni della Costituzione dopo che l’assemblea aveva rifiutato di richiamare un politico per aver insultato il sovrano. Questo gesto ha evidenziato la crescente frattura tra il governo e il parlamento, e ha contribuito ad amplificare un clima di incertezza politica che ha caratterizzato il Paese negli ultimi anni.

Alla luce dei dati ufficiali, le preoccupazioni sulla partecipazione elettorale sembrano essere state parzialmente dissipate, con un’affluenza stimata intorno al 62%, un miglioramento deciso rispetto al 51% registrato nelle elezioni del 2023. Tuttavia, nonostante un nuovo parlamento sia stato eletto, i risultati non hanno portato cambiamenti significativi rispetto alla composizione precedente, con gli oppositori della famiglia regnante che hanno mantenuto il controllo della maggioranza degli scranni.

Sebbene i partiti politici siano formalmente vietati in Kuwait, gli analisti più attenti hanno fatto notare che i politici dell’opposizione hanno mantenuto la loro maggioranza, con 29 seggi conquistati sui 50 a disposizione. Questo risultato conferma dunque la tendenza delle elezioni precedenti, indicando una continuità nelle dinamiche politiche interne del Kuwait, ed indebolendo ulteriormente la posizione della dinastia Āl Ṣabāḥ. Anche il numero di donne (una sola donna eletta) e di rappresentanti della minoranza sciita (otto eletti rispetto ai sette delle precedenti elezioni) è rimasto pressoché invariato rispetto alla legislatura uscente.

Questa apparente stabilità politica dell’organo legislativo, tuttavia, potrebbe tradursi in un’ulteriore paralisi istituzionale, con l’opposizione che continua a scontrarsi con il governo e la famiglia reale su questioni chiave, ritardando le riforme necessarie per affrontare le sfide economiche e sociali del Paese. La dinastia Āl Ṣabāḥ continua a mantenere il controllo della politica locale solamente grazie ai 15 membri del governo che entrano di diritto a far parte dell’Assemblea Nazionale, permettendo il controllo dell’organo legislativo nonostante le due sconfitte elettorali consecutive.

Il nuovo emiro, desideroso di attuare riforme economiche per modernizzare l’economia del Kuwait e ridurre la dipendenza dal petrolio, potrebbe comunque trovare ulteriori ostacoli nel nuovo parlamento, che riflette anche le lotte intestine tra le famiglie più potenti dell’emirato. Al contempo, con un occhio al futuro, il nuovo legislatore dovrà affrontare decisioni cruciali, tra cui l’approvazione della scelta del principe ereditario da parte dell’emiro. Mentre il Paese cerca di affrontare sfide interne ed esterne, inclusi problemi economici e sociali, la capacità del nuovo parlamento di agire in modo efficace sarà fondamentale per il futuro del Kuwait.

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