Andrew Korybko’s Corner

Ogni settimana il Centro Studi Eurasia e Mediterraneo propone la traduzione di un articolo dell'analista geopolitico Andrew Korybko

Una collaborazione esclusiva, ogni settimana il Centro Studi Eurasia e Mediterraneo propone la traduzione di un articolo dell’analista geopolitico Andrew Korybko

Blog di Andrew Korybko

È ARRIVATA L’ORA DI PENSARE AD UN NUOVO PARADIGMA DI SICUREZZA

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La transizione da un sistema mondiale unipolare capitanato dagli Stati Uniti a uno multipolare molto più equo è già da un po’ in corso, transazione che negli ultimi anni ha subito un’accelerazione per via degli innumerevoli errori degli Stati Uniti, tra cui quelli commessi in seguito alla crisi finanziaria del 2008 e quelli attualmente commessi in seguito al Covid-19.

Le relazioni internazionali stanno cambiando e ciò naturalmente richiede un nuovo paradigma di sicurezza globale che sia adatto alla realtà che sta emergendo e in cui la comunità internazionale interagisca reciprocamente. La Cina e la Russia sono due Paesi all’avanguardia in questa sfera e la combinazione dei loro legami bilaterali e delle visioni multilaterali può indicare al mondo la via da seguire.

L’attuale collaborazione sino-russa – inedita nella storia dei due Paesi – è indice della fattibilità di relazioni pragmatiche tra i due Paesi. Coloro che speculano sulla presunta inevitabilità dello scoppio di un conflitto tra due Paesi di tale calibro sono indubbiamente smentiti dai fatti.


VERSO UNA MULTIPOLARITÀ SEMPRE PIÙ COMPLESSA: IPOTESI PER IL FUTURO

Un “Nuovo Ordine Mondiale” sta emergendo sotto gli occhi di tutti, ha detto il vice ministro della difesa russo Aleksandr Fomin in un’intervista rilasciata a Russia Today all’inizio di questo mese.

L’emittente lo cita per aver confidato che: “Oggi stiamo assistendo alla nascita di un nuovo ordine mondiale. Osserviamo una tendenza dei Paesi ad essere spinti verso una nuova guerra fredda: gli Stati sono divisi in ‘noi’ e ‘loro’, con ‘loro’ definiti inequivocabilmente come avversari nei documenti dottrinali; il sistema di relazioni internazionali esistente e il quadro di sicurezza stanno venendo sistematicamente demoliti; il ruolo delle organizzazioni internazionali, intesi come strumenti di decisione collettiva nel campo della sicurezza, si sta riducendo; stanno emergendo nuovi tipo di armi che stanno cambiando radicalmente l’equilibrio di potere nel mondo moderno e in cui la guerra sta penetrando aree precedentemente escluse – come lo spazio extra-atmosferico e lo spazio cibernetico. Tutto ciò, ovviamente, comporta ad un cambiamento nei principi e nei metodi della guerra”.


LA PROMESSA CINESE DI APPOGGIARE PIENAMENTE LA SIRIA POTREBBE ESSERE UN PUNTO DI SVOLTA GEOPOLITICO

La promessa del Presidente Xi di appoggiare pienamente la Siria in seguito alle sue ultime elezioni potrebbe essere un punto di svolta geopolitico se la retorica del messaggio presagisce una nuova realtà in cui la Repubblica Popolare assiste la sua controparte araba nell’aiutarla nel difficile tentativo di giostrarsi tra le varie pressioni straniere.

L’azione di equilibrio siriana

La Siria è impantanata in un dilemma geopolitico da un po’ di anni, anni nei quali è stata messa sotto pressione da potenze sia amiche che ostili per farle attuare delle riforme politiche con l’obiettivo di procedere difficoltosamente con il processo di pace. Ciò ha preso la forma sia della “bozza di costituzione” scritta dalla Russia nel 2017, che era un tipo di pressione molto velato e volto a trovare compromessi reciproci tra tutte le legittime parti conflittuali, sia la forma dei più aggressivi tentativi degli Stati Uniti volti ad obbligare Damasco a fare concessioni politiche unilaterali. Schiacciata tra queste due parti rivali che stanno essenzialmente promuovendo risultati strutturali molto simili, la Siria ha abilmente rafforzato le sue relazioni con l’Iran di modo da migliorare la sua posizione strategica e quindi guadagnare tempo in attesa di raggiungere un eventuale punto di svolta.


L’OCCIDENTE VUOLE FORSE INGENUAMENTE CHE LA BIELORUSSIA DIVENTI PIÙ DIPENDENTE DALLA RUSSIA?

La coordinata pressione ai danni della Bielorussia seguita all’incidente di Ryanar della scorsa settimana suggerisce che l’Occidente vuole contro-intuitivamente che il Paese dell’Europa orientale diventi ulteriormente dipendente dalla Russia nonostante un intero anno di paure nutrire proprio a riguardo di scenario, ma che in realtà potrebbe in questo preciso momento essere silenziosamente ricercato nella speranza che ciò possa provocare un altro giro di Rivoluzioni Colorate e disordini.

A prescindere della veridicità circa la narrazione dominante secondo cui la Bielorussia avrebbe finto l’allarme bomba di modo da arrestare un estremista che si trovava a bordo di un aereo che stava transitando sul proprio spazio aereo o se, invece, ciò sia un pretesto occidentale (e/o ucraino) atto a giustificare la prossima serie di aumento pianificato delle pressioni ai danni del Paese, non si può negare che i nemici stranieri del Presidente Lukashenko abbiano cercato di sfruttare fino all’ultima goccia lo scandalo. Dall’estromettere le compagnie aeree bielorusse dallo spazio aereo europeo all’imporre un nuovo giro di sanzioni mirate, il risultato finale sarà che la Bielorussia non potrà trovare il tanto necessario sollievo dalla crescente pressione se non abbracciando la Russia ancora più forte di prima. Era proprio questo lo scenario che l’Occidente temeva già da un anno, eppure sembra che quasi contro il proprio intuito ora vogliano che venga in essere proprio questa particolare eventualità, magari per provocare un altro giro di Rivoluzioni Colorate e di disordini.


LA DEVIAZIONE DEL VOLO RYANAIR IN BIELORUSSIA POTREBBE APRIRE UN VASO DI PANDORA

Il dirottamento, assistito da un jet di combattimento bielorusso, di un volo Ryanair a Minsk in risposta ad una apparente presenza di bomba sull’aereo e il seguente arresto di un membro estremista del movimento di Rivoluzione Colorata bielorussa dopo l’atterraggio potrebbe aprire un Vaso di Pandora, creando così un precedente per cui i Paesi occidentali potrebbero seguirne le orme per motivi puramente politici e perseguire i russi o chicchessia che sanzionano unilateralmente.

Questa domenica la Bielorussia ha ordinato ad un proprio jet di scortare a Minsk un volo Ryanair che stava transitando sul suo spazio aereo diretto verso Vilnius in seguito ad un allarme circa una bomba a bordo dell’aereo. All’atterraggio, un membro estremista del movimento della Rivoluzione Colorata bielorussa, Roman Protasevich, è stato arrestato dalle autorità. L’aereo è stato poi autorizzato a proseguire verso Vilnius dopo che nessuno bomba fu trovata a bordo. La reazione occidentale è stata rapida ed un numero crescente di Paesi si è allineato per condannare all’unisono la Bielorussia per quello che, secondo loro, costituisce un’operazione di intelligence volta ad arrestare Protasevich; operazione che avrebbe messo in pericolo vite innocenti. Minsk ha ignorato le accuse e Mosca ha sottolineato i doppi standard dell’Occidente.


IL NAZIONALISMO NEGATIVO È UN POTENTE MEZZO DI MOBILITAZIONE POLITICA IN ALCUNE PARTI D’EUROPA

Il concetto di “nazionalismo negativo” (cioè di basare il proprio nazionalismo su ciò che non si è) è un potente mezzo di mobilitazione politica nell’Europa centrale e orientale, come dimostrano alcuni Paesi, tra cui l’Ucraina, ossessionati dalle differenze di identità – reali, immaginarie o esagerate – che hanno con la Russia. L’Ucraina sta diventando l’“anti-Russia”?

Verso la fine della settimana scorsa il Presidente Putin ha affermato, mentre parlava con i membri del proprio Consiglio di Sicurezza Nazionale, che “Apparentemente – e purtroppo – si sta cerando di trasformare lentamente ma inesorabilmente l’Ucraina in una sorta di opposto antitetico della Russia, un’anti-Russia da dove probabilmente succederanno cose che richiederanno un’attenzione speciale per la nostra sicurezza nazionale”. In passato questo punto era stato già dibattuto da molti esperti e più recentemente da Glenn Disen di RT nel servizio, trasmesso lo scorso mese, intitolato “Brosch & Bulgakov nostri, Brezhnev & Bolscevichi loro: la propaganda statunitense sta guidando la ridicola guerra culturale ucraina contro la Russia”. L’osservazione dell’accademico norvegese è che le differenze tra i due Paesi fraterni non sono mai state davvero significative, ma forze esterne tra le quali gli Stati Uniti le stanno esacerbando artificiosamente in un’ottica di costruzione-nazionale per scopi geostrategici anti-russi”.


LA RISOLUZIONE ANTI-RUSSA DEL PARLAMENTO EUROPEO È PERICOLOSA

La Russia è una grande potenza mondiale e se l’UE vuole cercare di intimidirla in un modo così pericoloso, allora non c’è nulla che impedisca al blocco europeo di comportarsi alla stessa maniera anche nei confronti di Paesi più deboli.

Lo scorso giovedì il Parlamento Europeo (PE) ha approvato una risoluzione parlamentare, minacciando alla Russia conseguenze molto gravi qualora essa “invadesse” l’Ucraina. Tali conseguenze includono: l’interruzione immediata delle importazioni di petrolio e gas russi, l’esclusione della Russia dal sistema di pagamento SWIFT, il congelamento dei beni dei cosiddetti “oligarchi” e delle loro famiglie e la cancellazione dei loro visti. Il testo condanna le presunte operazioni di intelligence russa in Europa, tra cui azioni di disinformazione e le più ultime esternazioni secondo cui agenti segreti russi avrebbero causato nel 2014 un’esplosione di munizioni in Cecenia. La risoluzione vuole anche fermare il Nord Stream 2.


LE AZIONI AGGRESSIVE DI ISRAELE SONO INGIUSTIFICABILI

La violenza provocata da “Israele” è già di per sé deplorevole poiché dovuta alle aggressive ambizioni coloniali dello Stato ebraico ai danni del popolo palestinese, popolo che “Israele” ha invaso in piena violazione del diritto internazionale. Inoltre, tale violenza è ancora più deplorevole poiché si registrata appena prima della festa musulmana di Eid al-Fitr, che commemora la fine del Ramadan.

Quella che le tre religioni del Libro considerano la Terra Santa è ancora una volta stretta nella morsa della violenza ingiustificabile di “Israele”. L’autoproclamato Stato ebraico ha cercato di sfrattare i palestinesi dal quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est, quartiere occupato illegalmente da “Israele” sin dal 1967 nell’ottica di creare nuovi insediamenti coloniali. “Israele” ha inoltre proibito ai palestinesi di riunirsi vicino alla Porta di Damasco, luogo dove spesso si incontrano durante il mese del Ramadan, che è sacro per i musulmani. Inoltre, “Israele” ha limitato il numero dei fedeli che possono visitare la Moschea di Al-Aqsa, uno dei luoghi più sacri dell’Islam.

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