Archeologia in Israele tra scienza e politica

Start

di Maria Morigi

Nell’Antico Testamento, la Cananea è la regione in cui gli Ebrei si insediarono una volta terminato l’Esodo. A oriente c’era il deserto, a occidente le fertili pianure delle ricche città-stato filistee, con rotte commerciali sul mediterraneo. Nel  X sec a.C. poche migliaia di persone abitavano quel territorio arido, raggruppate in piccole comunità tribali spesso depredate da banditi.

Probabilmente questi predoni  offrirono il loro servizio  a un re filisteo che divenne capotribù delle colline meridionali e conquistò Hebron e Gerusalemme. Così Davide (ca.1000 – 962) conquistò il suo regno e  governò il territorio fra le rive dell’Eufrate e il deserto del Negev.  Durato appena una o due generazioni, il Regno Unito d’Israele nato intorno al 1030 a, C. rappresenta l’apogeo della civiltà israeliana.  L’ultimo dei sovrani del Regno Unito d’Israele fu Salomone (ca.970 – 931). Attorno al 933 a.C.: le tribù del nord contestarono l’autorità del successore di Salomone, e si organizzarono nel Regno d’Israele, mentre quelle del sud costituirono il Regno di Giuda, governato dalla dinastia davidica.

Questa in estrema sintesi è la storia, tanto difficile da provare per mezzo di testimonianze archeologiche. E infatti la ricerca archeologica, se intesa a dimostrare la veridicità della Bibbia, è un percorso ad ostacoli, fonte di discussioni feroci e anche di certezze propagandistiche E comunque nella lunga guerra per conciliare fatti storici e fatti biblici, Re Davide e il suo Palazzo rappresentano la battaglia decisiva per dimostrare con prove materiali la storicità della Bibbia.

William Albright (1891-1971) archeologo americano, pioniere dell’archeologia biblica e fervido credente, riteneva che le sacre scritture non fossero che un compendio di fatti verificabili. Con questo spirito partì per la Palestina alla ricerca di prove che potessero storicizzare la Bibbia.

Nel 1936, Albright passò il testimone a Nelson Glueck, orgoglioso di scavare “con la cazzuola in una mano e la Bibbia nell’altra”. In Transgiordania, Glueck scopri un’antica industria del rame e la datò al X sec. a.C. Così partì una corsa all’archeologia con cui si voleva dimostrare che “l’archeologia ebraica attualizzava il passato mostrando la continuità storica del Paese” cit. di Ben-Gurion che nominò il suo Capo di Stato Maggiore YigaelYadin guida dell’archeologia nazionale. Nel 1955, Yadin varò il più grande scavo archeologico che il paese avesse mai visto, dissotterrando l’antica città di Hazor, distrutta da Giosuè e ricostruita da Salomone. Yadin, da militare, condusse l’impresa reclutando centinaia di braccianti palestinesi, installò una rete telefonica interna e un sistema di rotaie ausiliarie per trasportare i detriti. Yadin nel ’58 era convinto di avere prove inconfutabili… ma non era proprio così.

Negli anni ’70 abbiamo finalmente studiosi  competenti, comeIsraelFinkelstein(nato 1949) dell’Università di Tel Aviv, più interessato ai processi migratori che alla storia biblica. Secondo Finkelstein i primi abitanti si insediarono in Cananea a seguito di migrazioni interne e i primi israeliti erano “autoctoni”, ossia Beduini, inoltre le civiltà nomadi divennero sedentarie per poche generazioni, per poi spostarsi nuovamente. Il merito di Finkelstein è di aver reso l’archeologia israeliana un’avanguardia, attraverso l’utilizzo di tecnologie quali i test sul DNA, l’elaborazione digitale delle immagini e l’assunzione di personale forense qualificato.

Nel 1970, scelse come area di indagine Megiddo, dove aveva scavato Yadin che aveva datato il sito di Hazor all’epoca di re Salomone, studiò la stratigrafia e le linee temporali del territorio e, con un’argomentazione tecnica inequivocabile, revisionò la datazione dei reperti, dimostrando che tutte le rovine erano da attribuire al Regno di Omri (885-874 a.C. nella Bibbia dipinto come un sovrano marginale), cui la Casa di Davide era vassalla. 

In termini più generali Finkelstein osservò che 300 anni prima di Davide, la Cananea era governata dagli Egizi, ma nel X sec. a.C. il Faraone si ritirò dalla regione a causa della tremenda siccità (che colpì anche l’impero ittita e quello di Micene). Non sembrava probabile quindi che un nuovo grande impero nascesse all’improvviso e in territorio impervio. “Un impero necessita di una capitale; a Gerusalemme non c’è che un piccolo villaggio. Un impero ha bisogno di forza lavoro; in Giudea non c’è niente se non comunità molto ridotte. Ad un impero serve amministrazione; qui non ci sono segni di scrittura”.  Finkelstein si illudeva che il mondo accademico avrebbe accettato la sua teoria chiamata “cronologia breve”, invece si scatenò un putiferio e la scoperta che fossero “solo dei bifolchi  che vivevano nella campagna di Gerusalemme, mentre tutto il resto (cioè il glorioso impero) è solo teologia o ideologia” spaccò le comunità accademiche.

In “Le Tracce di Mosè” (1), pubblicato nel 2001, Finkelstein propone una nuova prospettiva nello studio della  Bibbia, un approccio concentrato sul periodo di scrittura dei testi sacri – attorno al 722 a.C. quando Israele cadde sotto gli Assiri e si ridimensionò nel Regno di Giuda. Iniziò così un duello a distanza con William Dever. La situazione degenerò nel momento in cui Dever accusò Finkelstein di post-sionismo. Il dibattito valicò i confini dell’archeologia, con i due studiosi a rappresentare le due correnti di pensiero relative all’interpretazione della Bibbia: minimalismo e massimalismo biblico. 

Negli ultimi venti anni, la cronologia dell’antico Israele ad opera di Finkelstein ha ricevuto molte critiche; fra cui quelle di Yosef Garfinkel, capodipartimento di archeologia presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, convinto di aver trovato l’antica città di Ziklag. Ma neppure l’uso delle più avanzate tecnologie gli ha permesso di confermare l’identificazione degli scarsissimi reperti (frammenti di coccio con 5 lettere proto-cananee e 4 noccioli d’oliva).

Nel 2005 a Gerusalemme Est, l’archeologa EliatMazar ha portato alla luce le fondamenta di un grande edificio pubblico ai piedi del Monte del Tempio, il luogo in cui, secondo i Libri di Samuele, era stato costruito il Palazzo di Davide. La struttura era impossibile da datare, e racchiusa fra gli strati di ciò che viene chiamato un “sandwich archeologico”: vasellame e frammenti del IX sec. sopra e reperti del XI sec. sotto. “Ho trovato il palazzo di Re Davide!” esclamò Mazar di fronte alla stampa ebraica. La risposta di Finkelstein non tardò: “Dice che si tratta di un edificio maestoso del X sec. e che si tratta del palazzo di Re Davide, ma niente di tutto ciò è vero”.

Intanto, Garfinkel  aveva trovato  a poche decine di chilometri da Gerusalemme: Qeiyafa e in meno di un anno di scavi fu chiaro che si trattava di un’intera città. “La Pompei biblica”. Vennero trovati alcuni  noccioli d’oliva, poi spediti all’Università di Oxford per la datazione al carbonio. Se venissero datati al 850 a.C. “riceverei un dottorato ad honorem a Tel Aviv” disse  Garfinkel. Ma i noccioli avevano circa duecento anni in più.  Nonostante l’impossibilità di stabilire se si trattasse di IX o X o XI secolo, Garfinkel  riconosceva in Qeiyafa la città biblica di Shaaraim e conquistava il favore popolare, anche se da Tel Aviv, roccaforte di Finkelstein, arrivarono le critiche all’archeologo reo d’essere “un preistorico” e di  far sfigurare una generazione che si era preoccupata di come Israele e gli ebrei erano percepiti. Non aiutava Garfinkel neppure il sistema dei finanziamenti dipendente da donatori poco interessati alla ricerca, molti religiosi,  altri simpatizzanti di destra alla ricerca di giustificazioni del diritto degli ebrei alla Terra promessa. Così, nei primi anni ’90, un’ organizzazione EL’AD, ElIr David “Verso la Città di Davide”ha iniziato a comprare e confiscare le case dei civili palestinesi a Silwan, un quartiere di Gerusalemme Est.

NOTE AL TESTO

1- Bibliografia, opere di Israel Finkelstein 

  • The Bible Unearthed: Archaeology’s New Vision of Ancient Israel and the Origin of Its Sacred Texts, 2001, The Free Press, New York ( Traduzione italiana: Israel Finkelstein e Neil Silbermann, Le tracce di Mosè. La Bibbia tra storia e mito, Carocci, Roma 2002 e 2011.)
  • David and Solomon: Search of the Bible’s Sacred Kings and the Roots of the Western Tradition, 2006.
  • The Quest for the Historical Israel: Debating Archeology and the History of Early Israel, 2007, Society of Biblical Literature, Atlanta.
Iscriviti alla nostra Newsletter
Enter your email to receive a weekly round-up of our best posts. Learn more!
icon

Progetto di Ricerca CeSE-M

Dispacci Geopolitici

MATERIALI CORSO ANALISTA GEOPOLITICO 2023

Il CeSE-M sui social

Naviga il sito

Tirocini Universitari

Partnership

Leggi anche