Invece del solito paradigma della sicurezza attraverso le armi, l’umanità ha bisogno di un sistema di pace e sicurezza completamente diverso

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di Jan Oberg

Nel 2022 i contribuenti di tutto il mondo hanno pagato 2,24 trilioni di dollari per la difesa militare nazionale. Si tratta della cifra più alta in assoluto: oltre 600 volte il bilancio regolare delle Nazioni Unite, tre volte il totale degli scambi commerciali tra Cina e Stati Uniti. I cinque maggiori Stati a spendere in difesa nazionale sono gli Stati Uniti (39% del totale), la Cina (13%), la Russia (3,9%), l’India (3,6%) e l’Arabia Saudita (3,3%). In tutto il mondo, i Governi sostengono di aver bisogno di tanto per garantire la sopravvivenza, la difesa nazionale, la sicurezza e la stabilità del proprio popolo – e che, così, la pace globale arriverà.

FONTE ARTICOLO: https://www.globaltimes.cn/page/202308/1295461.shtml

Ad eccezione delle élite dei complessi militari-industriali-mediatici-accademici (MIMAC), sappiamo tutti che si tratta di una grande falsità. Il mondo di oggi non solo è a maggior rischio di guerra, anche nucleare ma è anche più instabile e militarista di qualsiasi altro periodo a partire dal 1945. Alla fine della guerra fredda, più di 30 anni fa, la pace era diventata una possibilità concreta visto che la NATO avrebbe potuto essere smantellata dal momento che la sua ragion d’essere – l’Unione Sovietica e il Patto di Varsavia – era crollata. Un nuovo sistema transatlantico di sicurezza e pace comune avrebbe potuto sostituire la NATO.

Tragicamente, la NATO che si vuole “difensiva” non solo non ha mantenuto la promessa fatta alla Russia di non espandersi “di un solo centimetro” verso Est, ma ha piuttosto esteso il suo raggio d’azione fino ai confini della Russia, come illustra vividamente il brillante libro di 550 pagine di Mary Sarotte, Not One Inch.

Il mondo della NATO ora postula che sia la Russia che la Cina siano minacce da affrontare con spese militari ancora più elevate se non, di fatto, illimitate. Ma aspettate! Cosa pensereste e cosa direste se assisteste a un’équipe di medici che eseguono un intervento dopo l’altro su un paziente che, dopo ogni operazione, si avvicina alla morte?

Probabilmente direte: Sono medici ciarlatani. La loro diagnosi e il loro trattamento portano a una prognosi devastante; invece della salute del paziente, producono altri problemi che si trovano a dover risolvere!

Dato che il più alto investimento della Storia nella pace e nella sicurezza ha causato il più alto rischio per la sopravvivenza dell’umanità, perché non abbiamo un vibrante dibattito globale su questa faccenda? Cosa c’è di fondamentalmente sbagliato nell’intero paradigma che vuole il raggiungimento della sicurezza attraverso le armi? Dove sono le analisi critiche del più enigmatico e pericoloso cortocircuito logico del mondo?

Il paradigma di sicurezza dominante si basa su fattori come questi: deterrenza – li danneggeremo se fanno qualcosa che non accettiamo o se non fanno come diciamo noi; offensività – la nostra difesa è diretta contro di loro anche a migliaia di chilometri di distanza, non sul nostro territorio; i mezzi militari sono predominanti; i mezzi civili – come la minimizzazione della vulnerabilità della società – la difesa civile, la difesa popolare nonviolenta, il rifiuto della cooperazione, il boicottaggio – sono appena discussi; le nostre intenzioni sono nobili e pacifiche, mentre le loro non lo sono; la nostra difesa non è una minaccia per loro, ma loro ci minacciano continuamente; ignorare i conflitti di fondo che causano la violenza e la guerra – e le chiavi per la risoluzione dei conflitti – e prepararsi alla guerra per raggiungere la pace.

Questo è, in linea di massima, il modo in cui tutti “pensano” – e poi incolpano gli altri del fatto che questo tipo di pensiero non può produrre disarmo o pace. Ancora peggio, quando la pace non arriva, tutti concludono che hanno bisogno di più armi e di migliori armi! In realtà, questo sistema perpetua il tragico militarismo del mondo e lo sperpero di risorse che sono disperatamente necessarie per risolvere i problemi dell’umanità.

Ci devono essere modi migliori di pensare, ma la ricerca e il dibattito sono troppo pochi e le élite del MIMAC prosperano grazie alla guerra. Così, ai responsabili delle decisioni manca la volontà politica.



Quali sarebbero i criteri per una buona pace e sicurezza?

I conflitti vengono affrontati e risolti in modo intelligente con la mediazione, il diritto internazionale e visioni creative che rispondono alle paure e ai desideri delle parti. I mezzi violenti dovrebbero essere l’ultima risorsa assoluta, come dichiarato dalle Nazioni Unite. La pace consiste nel ridurre tutti i tipi di violenza e nel creare sicurezza per tutti al più basso livello militare – come il medico che non deve mai soffrire più del necessario per guarire un paziente.

Ecco alcune idee e pensieri alternativi – non fissi – per promuovere la discussione:

  • invece della deterrenza, cercare la cooperazione e la sicurezza comune – quest’ultima significa che ci sentiamo sicuri quando loro si sentono sicuri;
  • l’obiettivo è essere invincibili in difesa ma incapaci di attaccare chiunque altro – avere armi con capacità di distruzione e raggio d’azione limitati;
  • rendere impossibile il controllo/occupazione attraverso la non cooperazione del nostro paese con qualsiasi occupante;
  • bilanciare i mezzi militari difensivi e civili;
  • prevenire la violenza ma non i conflitti;
  • non fare mai un’escalation “tit-for-tat”;
  • fare qualcosa di creativo per descalare;
  • mostrare che le proprie intenzioni non sono minacciose e fare piccoli passi per invitare alla Graduated Reciprocation in Tension-Reduction (GRIT) senza mettere a rischio la propria sicurezza;
  • gestire i conflitti in anticipo;
  • costruire prima la pace e, poi, garantirla;
  • affrontare i conflitti, i traumi, le paure e gli interessi sottostanti;
  • formare e utilizzare professionisti nella risoluzione dei conflitti civili e nella mediazione, non solo esperti militari;
  • sviluppare e alimentare una cultura di pace attraverso l’educazione a tutti i livelli, attraverso la costituzione di Ministeri per la pace e ponendo l’enfasi sulla risoluzione dei conflitti invece che sullo scontro e sul riarmo;
  • sostituire l’obosleta etica di quartiere con un’etica di attenzione globale.

Le possibilità sono illimitate. I conflitti e l’analfabetismo di pace ci hanno portato dove siamo oggi. Non ha nulla a che vedere con il fatto che gli esseri umani siano cattivi o buoni – o entrambi – ma si tratta, piuttosto, di un malfunzionamento sistemico-paradigmatico che deve cambiare in nome della civiltà.

Possiamo imparare la pace.

I maestri della guerra sono odiati in tutto il mondo. Un Paese che assume una leadership concreta nello sviluppo di nuovi principi e politiche per la vera pace globale e la sicurezza umana salverà l’umanità e sarà amato per sempre.

Che fioriscano mille idee di pace!

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