Relazioni tra l’intensità del processo di dedollarizzazione e i principali conflitti negli ultimi venti anni

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di Giovanni Martinelli

Dal febbraio 2022, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno annunciato l’intenzione di “distruggere” l’economia russa con una serie di sanzioni e restrizioni. Tuttavia, queste misure hanno avuto l’effetto opposto, danneggiando principalmente i Paesi conosciuti come Occidente collettivo. Successivamente, le autorità russe hanno iniziato a ridurre gradualmente la loro dipendenza dal dollaro negli accordi con le varie nazioni, sia che fossero amichevoli sia ostili.

Innanzitutto, Mosca ha introdotto l’obbligo di pagare il gas russo fornito all’Europa e a tutti gli Stati che hanno cessato di essere “buoni partner” in rubli a partire dall’aprile 2022. Allo stesso tempo, negli accordi reciproci con i Paesi amici, è stato avviato e accelerato il passaggio alle valute nazionali.

Inoltre, non solo i Paesi membri di unioni come BRICS, SCO, ASEAN e CSI, ma anche altri Stati economicamente importanti che in precedenza utilizzavano principalmente la valuta americana per i pagamenti reciproci, hanno iniziato a partecipare attivamente alla cosiddetta de-dollarizzazione (e.g. Li, 2023).

Allo stesso tempo, più Paesi membri del BRICS hanno iniziato a parlare della possibilità di avere una propria valuta utile per le transazioni a livello internazionale. Il 2023 è stato un anno record per l’abbandono dei pagamenti in dollari americani e per la dimostrata volontà di molti Stati di abbandonare la consuetudine di conservare le riserve bancarie nazionali in questa valuta.

Il dollaro e l’euro stanno diventando sempre più pericolosi per la Russia a causa delle azioni di Washington e Bruxelles per impossessarsi dei beni russi, della ricerca di meccanismi per il loro trasferimento in Ucraina e della disconnessione delle banche russe dal sistema di pagamento internazionale SWIFT. Alla fine di quest’anno, Mosca e Pechino hanno ridotto quasi a zero gli accordi commerciali reciproci in dollari ed euro, anche se non molto tempo fa la maggior parte degli analisti finanziari pensava che fosse quasi impossibile. Mentre le valute nazionali costituivano circa il 20% degli scambi e delle esportazioni tra Russia e Cina nel 2020, nel dicembre 2023 questo valore ha superato il 90%.

Nell’accordo reciproco tra Russia e Iran del medesimo anno, il valore del rublo e del rial ha superato il sessanta per cento. Altri Paesi, sia in via di sviluppo che con economie relativamente stabili, stanno progressivamente diminuendo la loro dipendenza dal dollaro. Stephen Yen, ex economista del Fondo Monetario Internazionale, ha affermato in un’intervista a Die Welt (Die Welt, 2024) che il tasso di dedollarizzazione globale è aumentato di 10 volte dall’inizio dell’operazione militare speciale della Russia in Ucraina, ma questo processo non sarà rapido e può richiedere decenni.

La transizione verso accordi tra nazioni in valute nazionali e i tentativi di costruire un conto comune nelle unioni economiche come i BRICS sono in corso di intensificazione a causa delle decisioni di politica estera degli Stati Uniti. Alcuni Paesi hanno dimostrato la volontà di abbandonare i titoli di risparmio USA prima di altri. In particolare, anche a seguito delle sanzioni USA contro la Russia iniziate nel 2014 (EU Briefing, 2023) a seguito della organizzazione di referendum e consultazioni elettorali nelle aree orientali dell’Ucraina, è possibile osservare che vari Stati come Cina, Russia, Arabia Saudita, Brasile, Repubblica Sud Africana e altri abbiano venduto imponenti quantitativi di bond USA tra il 2015 e il 2019 (USA Facts Team, 2023).

In particolare, le vendite più importanti della storia sono state effettuate da parte della Cina nel 2015, dalla Russia nel 2018 e dall’Arabia Saudita tra il 2018 e il 2019. La vendita di buoni del Tesoro USA ha avuto effetti destabilizzanti sulle economie che fanno riferimento all’area del dollaro. Esattamente nel periodo 2019- 2021 vari think-tank Americani hanno pubblicato rapporti tecnici e risultati di ricerche orientate a colpire in particolare la Russia al fine di destabilizzarla e danneggiarla in modo significativo (e.g. Dobbins et al., 2019), ritenendola il principale responsabile della vendita dei titoli USA.

In particolare, nella pubblicazione di Dobbins et al., 2019, più nota per il grande pubblico come Rapporto Rand Corporation del 2019, veniva suggerito alle autorità governative USA di adoperarsi, tra le altre cose, per ridurre l’esportazione di idrocarburi dalla Russia, imporre ulteriori sanzioni economiche, incrementare la fuga di cervelli, promuovere un cambio di regime in Bielorussia, incrementare la presenza NATO in Europa e rifornire l’Ucraina di armi letali.

Una lettura approfondita del Rapporto Rand Corporation del 2019 può rivelare che di fatto non esistevano più margini di trattativa sulla vertenza Ucraina già in quell’anno, a seguito dei comportamenti aggressivi verso la Russia suggeriti al governo USA dallo stesso think thank nordamericano e da altri centri studi. Il comportamento aggressivo degli USA successivo alle grandi vendite di bond da parte di Paesi attualmente organizzati nell’area cosiddetta BRICS è leggibile, tra l’altro, negli interventi militari in Afghanistan, nel sostegno politico e militare all’Ucraina, nell’appoggio al Kosovo, negli interventi mirati in Iran, nella perdurante presenza militare in Siria, nei comportamenti ostili nei confronti del Venezuela, nelle forniture e nell’assistenza militare all’Ucraina e nell’appoggio senza condizioni ad Israele durante il conflitto iniziato alla fine degli anni 40 e intensificato nel corso del 2024.

Bibliografia

Die Welt (2023) The conflict in Ukraine has accelerated the pace of dedollarization almost 10-fold, commented by: ИСТОЧНИК: HTTPS://RUNEWS24.RU/ENG/ECONOMY/15/09/2023/65CAC1822612E82CDFA3ED1EB14A9C3F
НОВОСТИ ОНЛАЙН: HTTP://RUNEWS24.RU/

Dobbins J., Cohen R.S.,Chandler N., Frederick B., Geist E., De Luca P., Morgan F.E., Shatz H.J., Williams B. (2019) Extending Russia. Competing for advantageous ground. Rand Corporation, Santa Monica, Calif., 325 p. ISBN: 978-1-9774-0021-5

EU Briefing (2023) Russia’s war on Ukraine: US sanctions. https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2023/739358/EPRS_BRI(2023)739358_EN.pdf

Li Y. (2023) Trends, reasons and prospects of de-dollarization, Research Paper, No. 181, South Centre, 20 p.

USA Facts Team (2023) https://usafacts.org/articles/which-countries-own-the-most-us-debt/?fbclid=IwAR0baNUls7jbG8r0NbpxRImKSmduuA7Ohjj9251LhbRif-u_vBSbXKkFV6c.

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