Dispaccio Geopolitico #5 – 17.03.2024 | La cooperazione tra Cina e Russia non si ferma sulla Terra

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di Matteo Marchioni

Le relazioni tra Repubblica Popolare Cinese e Russia sono sempre state caratterizzate da una notevole complessità e hanno risentito dell’evoluzione del contesto internazionale, oltre che dai rispettivi rapporti con gli Stati Uniti. Da potenze quasi nemiche negli anni ‘60 e ‘70 e tra loro concorrenti in numerosi teatri della Guerra Fredda fino alla fine degli anni ‘80, Cina e Russia hanno iniziato ad intessere legami a mano a mano più stretti dopo la fine del confronto tra blocchi, per controbilanciare l’egemonia statunitense. Oggi, questo sodalizio, definito dagli stessi cinesi come “partnership senza limiti” o “partnership di conseguenza” – nel senso che essa è dovuta alle continue pressioni esercitate da Washington – si è espanso sotto molteplici aspetti ed abbraccia ambiti prima sconosciuti, come la cooperazione scientifica e nello spazio.

Il conflitto in Ucraina ha suggellato definitivamente un rapporto, quello tra Cina e Russia, che ha conosciuto momenti di accelerazione sin dai primi anni 2000: la collaborazione sino-russa si è infatti evoluta su più livelli, specialmente dal punto di vista politico e militare, ed è approdata a un punto di svolta con l’elezione di Xi Jinping a Presidente della RPC, nel 2013.

Da quel momento, emerse la concezione, enunciata dal leader cinese in un discorso tenuto all’Istituto di Relazioni Internazionali di Mosca, nel 2013, di una “comunità dal destino comune” per l’umanità, al cui interno i rapporti con la Russia giocano un ruolo chiave. Che in seguito alla campagna militare in Ucraina (2022) il sodalizio sino-russo si sia espanso “senza limiti” lo dimostrano le forti critiche riservate da Pechino agli Stati Uniti, accusati di aver soffiato sul fuoco in Ucraina, e all’allargamento della NATO, nonché la postura di neutralità pro-russa assunta dalla Cina durante la guerra – Pechino ha infatti evitato di qualificare Mosca come aggressore e ha tentato spesso di offrirsi come mediatore tra le parti.

Recentemente, lo stesso ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha invocato un approfondimento dei legami con la Russia, in occasione delle “Due Sessioni” del Partito Comunista Cinese. In questo quadro, anche la cooperazione tecnico-scientifica e nello spazio extra-atmosferico riflettono la crescente saldatura nei rapporti tra i due Paesi, i quali hanno ormai assunto una natura strategica. L’obiettivo è chiaro: facilitare il trasferimento di know-how e condividere gli oneri finanziari dei nuovi progetti; unire le forze per bilanciare il dominio statunitense; ingaggiare Washington in una nuova corsa allo spazio da cui Cina e Russia possano uscire come vincitori.

Per gli Stati Uniti il rischio maggiore è che Pechino leghi i progetti di ricerca nello spazio all’impiego dello strumento militare in orbita – è quanto emerge dal “2023 China Military Power Report” del Pentagono, il quale sottolinea i notevoli avanzamenti cinesi nell’ambito del programma di ricerca spaziale. Ad accrescere le preoccupazioni americane, oltre ai recenti progressi nel campo dei missili anti-satellite (ASAT) e ai presunti dispositivi laser che, guidati dalla Terra, sarebbero in grado di mettere fuori gioco i satelliti americani, vi è il fatto che la Repubblica Popolare sia riuscita a coinvolgere numerosi Stati, non allineati all’Occidente – Bielorussia, Pakistan, Russia, Sudafrica, Venezuela e Azerbaijan – nel suo progetto di creazione di una stazione di ricerca lunare entro il 2030.

L’inclusione di nuovi Paesi in tali iniziative tecniche nello spazio da parte della Cina accende ancora una volta i riflettori sull’importanza della Russia, con cui Pechino intende ampliare la sua partnership strategica. Non a caso, la settimana scorsa, Yuri Borisov, capo dell’Agenzia spaziale russa Roscosmos, ha annunciato che Mosca e Pechino intendono costruire un impianto per la produzione di energia nucleare sulla luna entro il 2033-35.

Lo scopo sarebbe quello di alimentare una struttura atta a raccogliere i detriti spaziali in orbita intorno alla Terra e a svolgere molte altre attività. Inoltre, la missione, la cui data iniziale è programmata per il 2026, comporterebbe l’uso di robot e rover per effettuare ricerche sul suolo lunare, volte a sondare l’idoneità del terreno ad ospitare nuovi insediamenti nel futuro.

Nel complesso, i nuovi progressi tecnologici cinesi nello spazio incutono non pochi timori a Washington, specie se ad essi si aggiunge la crescente collaborazione con Mosca nella corsa allo spazio con l’Occidente. Le apprensioni americane riguardano il fatto che i programmi di ricerca sino-russi, seppur apparentemente privi di connotati militari, possano poi diventare la base per l’installazione di componenti militari nello spazio.

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