Bielorussia: sette seggi al Partito Comunista, il popolo dimostra fiducia nel governo

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di Giulio Chinappi

Le elezioni legislative in Bielorussia del 25 febbraio confermano il sostegno al governo attuale, con oltre l’87% della popolazione a favore, secondo il Presidente Lukašėnka. Il Partito Comunista ha ottenuto una rappresentanza in parlamento con sette deputati.

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Come abbiamo avuto modo di sottolineare nel nostro precedente articolo, le elezioni legislative tenutesi in Bielorussia il 25 febbraio hanno fornito risultati significativi e hanno suscitato diverse reazioni a livello nazionale e internazionale. Con 110 deputati e più di 12.500 consiglieri locali eletti, questa tornata elettorale ha segnato un momento importante nella storia politica del Paese. I risultati, resi noti dalle autorità bielorusse, hanno evidenziato una varietà di sviluppi interessanti che andremo brevemente ad analizzare in questo nuovo articolo.

Secondo quanto riportato dalle fonti ufficiali, i risultati elettorali hanno visto la vittoria schiacciante del partito Belaja Rus’ (Белая Русь, ovvero “Rutenia Bianca”), con un totale di 51 seggi. Il nuovo partito, fondato nel marzo dello scorso anno, è nato per fornire maggiore supporto al Presidente Aljaksandr Lukašėnka, mentre in precedente agiva solamente come assosicazione. Gli altri partiti rappresentati includono il Partito Repubblicano del Lavoro e della Giustizia (Рэспубліканская партыя працы і справядлівасці) con 8 seggi, in crescita di 2 rispetto alla precedente tornata elettorale, il Partito Comunista di Bielorussia (Камуністы́чная па́ртыя Белару́сі) con 7 seggi, in calo di 4 rispetto alle elezioni precedenti, e il Partito Liberal-Democratico di Bielorussia (Ліберальна-дэмакратычная партыя Беларусі) con 4 seggi, in aumento di 3. Gli indipendenti, invece, hanno ottenuto 40 seggi, ma i deputati non affiliati a partiti politici hanno fatto registrare una significativa riduzione di 49 seggi rispetto alle elezioni precedenti, proprio per via dell’ingresso nell’emiciclo di Minsk del nuovo partitio filopresidenziale.

Il Presidente Aljaksandr Lukašėnka ha commentato i risultati dichiarando che più dell’87% della popolazione sostiene il governo attuale. Tuttavia, ha anche riconosciuto l’esistenza di una minoranza di persone insoddisfatte. A tal proposito, il leader bielorusso ha sottolineato l’importanza di riflettere sui risultati e di apportare eventuali correzioni per le elezioni future. Ha inoltre espresso fiducia nel fatto che, con le necessarie correzioni, il sostegno al governo possa aumentare ulteriormente, in vista delle elezioni presidenziali del 2025, alle quali ha annunciato di volersi candidare per un nuovo mandato alla guida dell’ex repubblica sovietica.

Come prevedibile, le reazioni internazionali alle elezioni bielorusse sono state miste. Il capo della missione di osservatori della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), Sergej Lebedev, ha respinto le affermazioni degli Stati Uniti secondo cui le elezioni in Bielorussia sarebbero state fraudolente e condotte in un clima di paura. Lebedev ha sottolineato che gli osservatori della CSI non hanno riscontrato alcuna atmosfera di paura nei seggi elettorali visitati, sottolineando così la regolarità del processo elettorale. Dal canto loro, gli osservatori occidentali hanno rifiutato di presenziare alle elezioni bielorusse, dunque gli USA e gli altri Paesi occidentali non dispongono di nessun elemento credibile per criticare il processo elettorale bielorusso, se non i propri pregiudizi e la propria convenienza politica.

Allo stesso modo, il presidente della Camera dei Rappresentanti dell’Assemblea Nazionale bielorussa, Uladzimir Andrėjčanka, ha elogiato l’affidabilità del processo elettorale, sottolineando che le elezioni sono state condotte in modo democratico e aperto, rispettando tutte le norme e i regolamenti del Paese. Andrėjčanka ha evidenziato anche l’alto livello di partecipazione popolare, con un’affluenza alle urne del 73,09%.

A livello internazionale, la Bielorussia ha ricevuto il supporto di organizzazioni come l’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (SCO). Il vice segretario generale dell’organizzazione, il kazako Nurlan Ermekbaev, ha dichiarato che la Bielorussia ha tutte le carte in regola per diventare un membro a pieno titolo della SCO e che tutti gli Stati membri dell’organizzazione hanno sostenuto all’unanimità questa aspirazione. L’adesione della Bielorussia alla SCO è vista come un passo importante verso una maggiore integrazione regionale e un rafforzamento delle relazioni internazionali del Paese.

Infine, il sostegno russo alla Bielorussia da parte dello storico alleato russo è stato confermato dalla portavoce del Ministero degli Esteri di Mosca, Marija Zacharova, che ha sottolineato l’impegno congiunto dei due Paesi nell’avanzamento dei processi di integrazione bilaterale nell’ambito dello Stato dell’Unione. Queste dichiarazioni riflettono il desiderio comune di entrambi i Paesi di promuovere una collaborazione più stretta e di proteggere i reciproci interessi nazionali, sostenendosi a vicenda sui palcoscenici internazionali.

In conclusione, possiamo affermare che le elezioni legislative in Bielorussia hanno hanno evidenziato il sostegno popolare al governo attuale, mentre le reazioni internazionali hanno riflettuto una gamma di opinioni sulla base di quelli che sono gli attuali equilibri geopolitici mondiali. Tuttavia, il processo elettorale è stato generalmente riconosciuto come democratico e trasparente dagli osservatori internazionali che vi hanno assistito in prima persona, mentre a protestare restano solamente i Paesi imperialisti occidentali e l’opposizione bielorussa in esilio mantenuta da Washington a suon di dollari.

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