Gli Stati Uniti non possono fermare l’ascesa della Cina, ma nel tentativo di farlo paralizzeranno l’UE

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di Timur Fomenko

I disperati tentativi di Washington di frenare lo sviluppo high-tech di Pechino stanno danneggiando gli alleati statunitensi più che i cinesi.

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ARTICOLO ORIGINALE: www.rt.com

Da anni ormai, gli Stati Uniti stanno imponendo ai Paesi Bassi restrizioni tecnologiche sull’esportazione di macchine litografiche avanzate in Cina. Queste macchine, prodotte dall’azienda olandese ASML, utilizzano il laser per creare i circuiti dei microchip. Sebbene ASML sia un’azienda specializzata, leader a livello mondiale, i suoi brevetti fondamentali derivano dagli Stati Uniti, fatto che consente a Washington di costringerla a seguire i controlli unilaterali sulle esportazioni che i nordamericani ritengono opportuni.

Le restrizioni statunitensi sono state introdotte in diverse ondate, a partire dai controlli sulle esportazioni introdotti nel 2022. Uno di questi aggiornamenti, riguardante un tipo specifico di macchina litografica, è entrato in vigore lunedì 1 gennaio 2024. ASML ha tentato di vendere in fretta e furia diverse macchine di questo tipo alla Cina prima della scadenza, ma ha annullato la vendita all’ultimo momento – secondo quanto riferito – a causa delle pressioni degli Stati Uniti.

La notizia ha fatto crollare le azioni statunitensi di ASML.

L’obiettivo fondamentale della politica estera degli Stati Uniti è quello di cercare di schiacciare l’industria cinese dei semiconduttori e di ostacolare le sue ambizioni nel campo dell’alta tecnologia; atteggiamento che è diventato una delle strategie critiche per cercare di frenare l’ascesa militare ed economica della Cina nel suo complesso.

In questo modo, gli Stati Uniti hanno inserito nella lista nera le aziende tecnologiche cinesi e hanno cercato sempre più di bloccare le esportazioni di apparecchiature per semiconduttori verso la Cina, descrivendo tale l’approccio con la locuzione “cortile piccolo, recinto alto“.

Ciononostante, è evidente che tali sanzioni non funzionano, anche perché la Cina sta portando avanti uno sforzo coordinato tra Stato e industria per avanzare con la forza nella tecnologia dei semiconduttori e che ha visto Huawei, il bersaglio iniziale delle sanzioni statunitensi, mettere insieme la propria catena di fornitura di semiconduttori.

Nel contempo, la Cina ha trovato modi sempre più creativi per aggirare le restrizioni, ha assicurato scappatoie per le apparecchiature statunitensi e ha continuato a fare progressi su nuovi nodi di chip, rendendo, al contempo, più efficienti i vecchi progetti e scrollandosi di dosso la campagna coercitiva degli Stati Uniti.

Se non fosse già evidente, gli Stati Uniti stanno raddoppiando il loro fallimento e stanno costringendo la Cina all’autosufficienza, il che, ovviamente, per ironia della sorte, danneggerà soprattutto le aziende e le esportazioni statunitensi.

Come possono gli Stati Uniti mantenere controlli rigorosi sulle esportazioni della seconda economia mondiale e della più grande nazione commerciale?

Tuttavia, le mosse mirate ad aziende come ASML dimostrano come gli Stati Uniti continuino a rappresentare una minaccia e una sfida evidente alla competitività e alla prosperità economica europea.

Perché? Perché le aziende dell’UE sono costrette, per ordine di una terza parte, a tagliare i ponti con il loro mercato più redditizio, al fine di soddisfare gli obiettivi statunitensi.

Gli Stati Uniti amano affermare di sostenere il commercio libero ed equo in un mercato governato dallo stato di diritto, ma che tipo di “stato di diritto” c’è in un sistema in cui un’azienda che si è assicurata un gran numero di vendite in previsione di un termine di restrizione imposto da una terza parte – al di fuori del suo sistema legale – poi, deve cancellarle, comunque, perché la stessa terza parte non vuole aspettare il termine imposto?

La Cina è il più grande mercato mondiale dei semiconduttori, e il suo sviluppo high-tech alimenta una domanda di microchip superiore a qualsiasi altra parte del mondo.

Gli Stati Uniti ritengono di poter ostacolare le prospettive a lungo termine della Cina bloccando questa ascesa, mentre il Paese si allontana dalla produzione di fascia bassa. Il piano di Washington per bloccare lo sviluppo della Cina e indurre la stagnazione si basa sulla logica errata che la Cina sia incapace di innovare o progredire senza la tecnologia occidentale, il che va contro ogni evidenza del contrario.

Invece, a lungo termine, questo approccio taglierà fuori le imprese occidentali dal critico e lucrativo mercato cinese, poiché gli Stati Uniti mirano a creare una nuova catena di fornitura globale di tecnologia che domineranno e, quindi, a rendere l’UE dipendente da loro.

Questo ci ricorda che l’UE è il maggior perdente della guerra degli Stati Uniti contro la Cina, in quanto Washington non solo cerca di rompere un rapporto commerciale lucrativo, ma anche – cosa più critica – cerca di minare la competitività europea, come ha fatto privandola dell’energia russa a causa della guerra in Ucraina, e quindi di assorbire quello spazio di mercato per sé.

Seguire i desideri degli Stati Uniti sulla Cina significa sacrificare la sovranità, l’autonomia geopolitica e la prosperità per servire gli obiettivi degli Stati Uniti. È una situazione in cui si perde.

Cosa succederà ad ASML quando la Cina sarà in grado di creare i propri chip di fascia alta e le proprie apparecchiature litografiche? E non ne avrà più bisogno per il suo mercato interno e offrirà le stesse soluzioni ad altri Paesi?

È necessario essere in Cina per competere nel gioco, non si vince rifiutandosi di partecipare quando l’altra parte sta ancora calciando la palla.

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