Venezuela e Guyana perseguono la strada del dialogo sulla Guayana Esequiba

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di Giulio Chinappi

Il Venezuela e la Guyana si sono impegnati in un dialogo diretto per risolvere la disputa sulla Guayana Esequiba, cercando una soluzione pacifica attraverso la diplomazia e la cooperazione internazionale.

FONTE ARTICOLO

La disputa territoriale tra Venezuela e Guyana sulla Guayana Esequiba è al centro di un recente sviluppo diplomatico che, dopo il consultivo referendum tenutosi nella Repubblica Bolivariana per volere del presidente Nicolás Maduro, ha visto i due Paesi impegnati in un dialogo diretto. Nonostante le tensioni e le pressioni esterne, i leader di Venezuela e Guyana, rispettivamente lo stesso Maduro ed Irfaan Ali, si sono infatti riuniti il 14 dicembre nell’arcipelago di Saint Vincent e Grenadine per discutere della controversia, con l’obiettivo di preservare la stabilità nella regione latinoamericana e caraibica.

La proposta di questa riunione è emersa all’interno della Comunidad de Estados Latinoamericanos y del Caribe (Celac), sottolineando l’impegno di entrambi i Paesi a risolvere la disputa attraverso il dialogo pacifico. Il presidente venezuelano, Nicolás Maduro, ha accolto con favore l’iniziativa e ha partecipato a colloqui telefonici con il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, il primo ministro di Saint Vincent e Grenadine Ralph Gonsalves (anche presidente pro tempore della Celac), e il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, prima dell’incontro di persona con Ali.

In un comunicato del Ministero degli Esteri venezuelano, Maduro ha ribadito l’impegno a difendere i diritti storici del Venezuela, sottolineando la ferma adesione all’Accordo di Ginevra del 1966 e ai principi della Diplomazia Bolivariana di Pace. Le telefonate con Lula e Gonsalves hanno confermato la posizione storica del Venezuela sul proprio diritto sovrano sulla Guayana Esequiba, e hanno sottolineato la natura legittima e pacifica della richiesta venezuelana.

Successivamente, i presidenti di Venezuela e Guyana, insieme al presidente del Brasile, si sono incontrati il 14 dicembre a San Vicente e le Grenadine, accolti dal primo ministro locale Gonsalves, su richiesta di entrambi i capi di Stato. La Celac e la Caricom, la Comunità Caraibica, hanno sottolineato l’urgente necessità di ridurre le tensioni e istituire un dialogo diretto tra i presidenti per affrontare la disputa.

La dichiarazione congiunta, presentata dopo l’incontro, ha stabilito che entrambi i Paesi si asterranno dal minacciarsi o dall’usare la forza in qualsiasi circostanza e risolveranno le controversie in conformità con il diritto internazionale, compreso l’Accordo di Ginevra del 1966. Tuttavia, restano ancora molte questioni da risolvere: in particolare, la Guyana ha espresso il suo impegno verso la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) per risolvere la disputa, mentre il Venezuela ha ribadito la sua mancanza di consenso e riconoscimento della CIG in questo contesto.

Nonostante gli ostacoli che ancora esistono lungo la strada del dialogo tra Caracas e Georgetown, il presidente Maduro ha definito la giornata come “fruttuosa” e ha elogiato il dialogo come una vittoria per la diplomazia e la pace. Ha inoltre sottolineato l’importanza di difendere la verità del Venezuela e cercare una soluzione attraverso la diplomazia bolivariana di pace.

Il leader bolivariano ha poi sottolineato l’importanza di preservare l’unità nazionale per garantire la pace, il consenso e la prosperità. Ha sottolineato che il Venezuela sta avanzando nel reclamo della Guayana Esequiba e ha elogiato il popolo venezuelano per il suo sostegno attraverso il referendum consultivo del 3 dicembre.

Tutto questo dimostra come sia il Venezuela che la Guyana abbiano intenzione di risolvere la controversia territoriale in modo pacifico e per via diplomatica, al contrario degli imperialisti nordamericani che, sommessamente ma non troppo, sperano nell’apertura di un fronte bellico anche nel continente sudamericano, per continuare a soddisfare la propria sete di sangue dopo aver alimentato i conflitti in Ucraina e Palestina.

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