Colombia: Gustavo Petro porta la pace con l’ELN

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di Giulio Chinappi

Dopo l’accordo con le FARC nel 2016, Gustavo Petro è il primo leader colombiano a fare passi concreti verso la fine definitiva del conflitto con l’ELN, con la speranza di portare la pace in un Paese martoriato dai conflitti interni.

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Il 5 luglio, il presidente colombiano Gustavo Petro ha firmato un decreto che dichiara la sospensione delle operazioni offensive contro il gruppo dell’Esercito di Liberazione Nazionale (Ejército de Liberación NacionalELN), uno dei gruppi guerriglieri presenti nel Paese sudamericano. Questo importante decreto segna una nuova svolta nel processo di pace in Colombia, Paese martoriato dai conflitti interni, dopo l’accordo di pace firmato nel 2016 dall’allora presidente Juan Manuel Santos con le FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejército del Pueblo).

Il Comando Centrale dell’ELN, da parte sua, ha rilasciato un comunicato in cui annuncia di aver ordinato ai suoi membri di “cessare ogni attività militare offensiva” e di intelligence “contro le Forze Militari e di Polizia“. La sospensione delle attività militari da entrambe le parti ha avuto dunque inizio quasi un mese prima che entri in vigore un cessate il fuoco bilaterale, previsto dal 3 agosto 2023 al 29 gennaio 2024, secondo gli accordi stipulati dalle due parti a L’Avana, nel mese di giugno, in occasione del terzo ciclo di negoziati tra il governo colombiano e l’ELN.

Il decreto prevede che il cosiddetto cessate il fuoco bilaterale temporaneo di carattere nazionale possa essere prorogato dopo che il tavolo del dialogo di pace avrà valutato le relazioni del meccanismo di monitoraggio e verifica. Questo significa che le due parti continueranno il dialogo, sempre con la mediazione di altri governi latinoamericani, al fine di trovare una soluzione di pace duratura per la Colombia.

Come nel caso dell’accordo di pace con le FARC, la Repubblica di Cuba ha giocato un ruolo fondamentale per mediare tra i gruppi guerriglieri colombiani e il governo del Paese sudamericano. Nel caso dei dialoghi con l’ELN, ricordiamo anche che la prima sessione ha avuto luogo nel novembre 2022 a Caracas, in Venezuela, mentre la seconda è stata organizzata a Città del Messico nei mesi di febbraio e marzo, dimostrando l’impegno dei presidenti Nicolás Maduro e Andrés Manuel López Obrador per la ricerca della pace nella regione.

Il terzo round ha invece avuto inizio il 2 maggio nella capitale cubana, L’Avana. In quest’occasione, le due parti hanno esaminato diversi punti chiave, quali il cessate il fuoco bilaterale, gli aiuti umanitari e la partecipazione della società civile al processo di pace. I risultati ottenuti con la mediazione di Cuba sono stati ritenuti storici da parte di tutti gli osservatori, come ha sottolineato anche Danilo Rueda, nominato dal presidente Petro come Alto Commissario per la Pace. Rueda ha fatto notare che è “la prima volta che l’ELN, nei vari processi di pace, con diversi governi, accetta una cessazione bilaterale per sei mesi con meccanismi di monitoraggio e verifica che saranno installati nei prossimi giorni e settimane“.

In occasione della firma degli accordi de L’Avana, sottoscritti alla presenza del presidente cubano Miguel Díaz-Canel, il presidente Gustavo Petro ha ringraziato Cuba per il suo storico impegno per la pace in Colombia, come dimostra anche il precedente accordo di pace con le FARC. Il leader colombiano ha anche ricordato che, durante la sua recente visita a Washington, ha detto al presidente degli Stati Uniti che includere la nazione caraibica nella lista dei Paesi terroristi è stato un atto di profonda ingiustizia.

Secondo Petro, gli accordi de L’Avana segnano la fine di una fase dell’insurrezione armata in America Latina. Il presidente colombiano ha affermato che questi accordi hanno portato ad un cessate il fuoco senza precedenti tra il suo governo e l’ELN, e che, se le due parti rispetteranno tutti i punti previsti, entro il maggio 2025 la guerra tra il gruppo armato e lo Stato della Colombia cesserà definitivamente. Tuttavia, il presidente ha anche ricordato che per porre fine alla violenza occorre ricostruire la Colombia, stipulare un patto che esiga giustizia e garantisca una vita dignitosa ai settori più umili, motivo per il quale il suo governo si impegna a promuovere riforme per garantire diritti, lavoro stabile, distribuzione della terra, rispetto per la protesta sociale e lotta contro le diseguaglianze.

Commenti positivi per il raggiungimento dell’accordo tra il governo colombiano e l’ELN sono arrivati anche a livello internazionale. Il segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, il portoghese António Guterres, si è congratulato con le parti per l’accordo su un cessate il fuoco bilaterale nazionale di sei mesi e un meccanismo per definire la partecipazione della società colombiana al processo di pace.Secondo il portavoce di Guterres, Stéphane Dujarric, il leader delle Nazioni Unite ha affermato che “si tratta di passi importanti che danno speranza al popolo colombiano, in particolare alle comunità più colpite dal conflitto“. “Le parti lavoreranno insieme e in buona fede con la determinazione di adempiere agli obblighi concordati in base al cessate il fuoco“, ha aggiunto.

Da parte sua, anche il governo del Venezuela si è congratulato con entrambe le parti per i risultati ottenuti nel terzo ciclo dei colloqui di pace. “Il Governo Bolivariano celebra la firma degli accordi per i processi di partecipazione della società alla costruzione della pace e il cessate il fuoco bilaterale, temporaneo e nazionale, raggiunti in questa giornata di successo che costituisce un cammino definitivo per la pace nella nostra sorella Colombia”, si legge nel testo pubblicato dai canali ufficiali del governo venezuelano in occasione della firma degli accordi de L’Avana.

Il quarto ciclo di colloqui, secondo quanto comunicato, avrà luogo proprio a Caracas dal 14 agosto al 14 settembre, e in quest’occasione le parti tracceranno un primo bilancio del rispetto degli accordi firmati a L’Avana.

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