Non importa chi ha perso la Siria, chi diavolo ha perso l’Arabia Saudita?

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di Peter Ford

FONTE ARTICOLO: https://21stcenturywire.com/2023/05/19/never-mind-who-lost-syria-who-the-hell-lost-saudi-arabia/

La Siria che torna nell’ovile della Lega Araba è un’immagine che la banda del “cambio di regime” di stanza a Washington non avrebbe mai voluto che il mondo vedesse. Più precisamente: mentre il Regno inizia ad essere rivolto verso est, l’impero degli Stati Uniti sta perdendo una delle sue più grandi risorse nel mantenere il suo impero globale.

È difficile sopravvalutare il significato della riammissione della Siria nella Lega araba e della partecipazione del presidente Assad al vertice arabo di Jeddah. Il significato va ben oltre la Siria stessa.

Andiamo dritti al punto: si tratta di un duro colpo per gli Stati Uniti e i suoi alleati e non c’è da stupirsi che i commenti dei think tank di Washington e delle pubblicazioni come il Financial Times siano così aspri in merito. Non è solo che l’odiato Assad stia uscendo dall’isolamento imposto dagli Stati Uniti e che al mondo viene ricordato il fallimento della politica statunitense in Siria.

Ancora più importante, assolutamente sbalorditivo, è il fatto che un importante cliente statunitense, precedentemente completamente allineato alle posizioni di Washington, l’Arabia Saudita, abbia preso l’iniziativa nel farsi beffe del desiderio statunitense di mantenere isolata la Siria.

Perché è stata proprio l’Arabia Saudita, fresca di mostrare il dito agli Stati Uniti, ad arrivare ad un accordo per ridurre la tensione con l’ Iran, per di più sponsorizzato dalla Cina con l’Iran, e, in seguito a spingere altri membri della Lega Araba ad accettare il ritorno della Siria.

Ciò è avvenuto dopo che l’Arabia Saudita si è rifiutata di pompare più petrolio per aiutare Biden a tenere prezzi del gas più bassi negli Stati Uniti.

Alcuni a Washington cercano di consolarsi con il pensiero che una maggiore influenza saudita a Damasco contribuirà a diminuire la presunta presa dell’Iran sulla Siria. Così, però, mancano il punto poiché con la pace tra l’Arabia Saudita e l’Iran, l’Arabia Saudita non ha motivo di temere l’influenza iraniana in Siria.

Sembra che l’Arabia Saudita si sia resa conto del fatto che gli unici vincitori della tensione tra sé stessa e l’Iran sono stati gli Stati Uniti e Israele.

Il momento del risveglio potrebbe effettivamente essere arrivato nel 2019 – ma all’epoca è passato inosservato – quando, secondo i rapporti, l’Iran ha diretto massicci attacchi di droni contro la raffineria di Abqaiq nella provincia orientale dell’Arabia Saudita, rimanendo impunito.

L’Iran stava inviando un messaggio agli Stati Uniti: mettete il naso nelle nostre esportazioni di petrolio (cosa che la marina americana stava effettivamente facendo) e colpiremo il vostro rappresentante locale. Gli Stati Uniti hanno certamente recepito il messaggio: si sono tranquillamente ritirati. Ma anche il rappresentante locale, l’Arabia Saudita, ha ricevuto il messaggio. «Ehi, pensavo di pagare per avere protezione. E invece sono colpita per colpa vostra!”.

Le conseguenze dell’assassinio di Khashoggi e la conseguente temporanea debolezza del principe Mohammed Bin Salman hanno probabilmente ritardato l’elaborazione della debacle navale del Golfo. Ma l’isolamento di Mohammed Bin Salman potrebbe aver aumentato i suoi sentimenti di simpatia per Bashar Al Assad, soprattutto perché Khashoggi era stato un oppositore di entrambi.

In ogni caso, gli arroganti politici e diplomatici statunitensi non sono riusciti a vedere cosa stava bollendo in pentola e hanno accumulato umiliazioni su umiliazioni nei confronti dell’Arabia Saudita.

Ora, grazie alla risposta degli Stati Uniti alla crisi ucraina, con tutte quelle sanzioni che hanno fatto salire i prezzi dell’energia in Occidente rendendo felici i produttori di petrolio, il gioco è completamente cambiato.

Ancora, a Washington, però, non lo capiscono. Pensano , piuttosto, che si tratti di un temporaneo capriccio saudita e parlano ancora di portare l’Arabia Saudita negli Accordi di Abramo con Israele.

Questo è probabile che avvenga quanto la mucca che salta sulla luna. È catastrofico, ragazzi, avete perso il vostro cardine in Medio Oriente.

L’Arabia Saudita è fuori dalla riserva e, adesso, sta iniziando ad alzare la voce insieme a Russia e Cina e altri protagonisti del nuovo grande movimento, il Sud del mondo.

Perdere la Siria è un danno, ma perdere l’Arabia Saudita è disastroso, cosa che diventerà sempre più chiara nelle prossime settimane e mesi.

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