“Sabotare la Germania, incolpare la Russia”. Un’altra visione dell’attacco alla pipeline Nord Stream

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ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO SU THE INTERNATIONAL AFFAIRS

Mettendo insieme i pezzi, la ragione e le prove indicano che gli Stati Uniti sono gli autori dell’attacco. Il motivo è forte, l’evidenza circostanziale è potente e non vi è altro sospetto plausibile” scrive Thomas Palley, un economista americano che è stato capo economista per l’US – China Economic and Security Review Commission, e attualmente Schwartz Economic Growth Fellow presso la New America Foundation.

Il sistema Nord Stream è un progetto la cui proprietà è a maggioranza russa ed è una risorsa fondamentale sia per la Russia che per la Germania.

Per la Russia, il Nord Stream è una risorsa sia economica che geopolitica. Per quanto riguarda l’economia, è un’importante fonte di esportazioni e guadagni in valuta estera. Per quanto riguarda la geopolitica, invece, il gasdotto fornisce a Mosca una leva sulla Germania.

Per la Germania, Nord Stream è stata un’importante e affidabile fonte di gas a basso costo capace di fornire energia per la sua economia e materie prime per la sua importante industria chimica.

L’arresto del gasdotto in questione aveva già comportato enormi costi in termini economici conseguente all’aumento dei prezzi dell’energia e alla carenza nell’approvvigionamento.

Per la Russia distruggere il gasdotto è analogo a distruggere sé stessa con le proprie armi nucleari: non guadagna nulla ma perde enormemente. L’unico obiettivo che può ottenere da tale sabotaggio è indebolirsi sia economicamente che geopoliticamente.

L’Ucraina è uno dei sospettati. Ha la motivazione per cui se distrugge il gasdotto indebolisce la Russia, rafforzando al contempo l’Ucraina stessa che, così, acquisisce una leva finanziaria sia sulla Russia che sulla Germania. Anche Polonia, Svezia e Danimarca sono sospettati.

La Polonia ha un animus estremo per la Russia e ha costantemente sostenuto il sostegno militare all’Ucraina, arrivando a chiedere persino il coinvolgimento diretto della NATO.

Nonostante la sua reputazione progressista, la Svezia ha un potente collegio elettorale antirusso di destra, specialmente all’interno delle sue forze armate.

Tuttavia, la Svezia è in procinto di unirsi alla NATO, mentre la Danimarca è un fedele giocatore della squadra NATO.

Di conseguenza, è un enorme sforzo pensare che uno dei due Paesi attacchi unilateralmente un asset così importante per la Germania.

L’ultimo sospettato sono gli Stati Uniti che hanno sia capacità che il movente per compiere il sabotaggio. Molto prima del conflitto in Ucraina, gli Stati Uniti si erano già opposti fermamente al gasdotto Nord Stream 2 e hanno usato più volte tutta la loro forza diplomatica per impedire che entrasse in servizio.

In questa fase, gli Stati Uniti sono l’enorme vincitore dell’attacco al Nord Stream. In un colpo, hanno danneggiato economicamente la Russia, ridotto la leva a disposizione di Mosca sulla Germania e ridotto l’incentivo della Germania a impegnarsi con la Russia.

L’attacco ai gasdotti Nord Stream è uno di quei momenti in cui la nebbia della guerra si alza improvvisamente, permettendo di vedere la realtà (se disposti a guardare):

  1. L’attacco a Nord Stream è un attacco alla Germania, che è un grande alleato europeo e la dice lunga sull’impunità con cui gli Stati Uniti agiscono.
  2. L’attacco degli Stati Uniti agli asset sottomarini della Russia rischia ritorsioni contro gli asset sottomarini statunitensi e occidentali. Ciò apre un altra via verso il conflitto nucleare, integrando quale esistente perpetuata attraverso i campi di battaglia dell’Ucraina.
  3. La copertura della stampa la dice lunga sullo stato dei nostri media. Stiamo parlando dei media d’élite. La copertura è scioccante nel suo egregio costruire l’inganno intenzionale […].
  4. Infine, l’attacco infligge gravi danni alla Germania, che inizia a ricevere il conto economico e politico per la sua capitolazione nel piano di gioco statunitense di stampo neocon per l’Ucraina.

Questo è l’atto II del conflitto in Ucraina ed è appena iniziato. Le prospettive per l’Europa non sono buone“, ha sottolineato Thomas Palley.

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