La crisi ucraina e Zelensky: un pagliaccio mosso dai fili imperialisti

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di Supratim Barman

Quando il leader di Donetsk Denis Pushilin e il leader di Lugansk Leonid Pasechnik hanno chiesto formalmente il riconoscimento a Mosca, il successivo riconoscimento da parte di Vladimir Putin (come Presidente della Russia) il 21 febbraio 2022 della Repubblica popolare di Donetsk (DPR) e della Repubblica popolare di Lugansk (LPR) come Stati sovrani è stata forse l’azione più logica e profondamente umana che un leader politico di qualsiasi nazione abbia intrapreso nel 21° secolo.

Rivela la profonda consapevolezza del popolo della Federazione Russa, delle cicatrici ancora aperte e del trauma del caos e della distruzione che caratterizzarono gli eventi della grande guerra contro il fascismo, che si concluse apocalitticamente nel 1945. Rivela anche la pura determinazione e la forza del carattere e la precisione della chiarezza di pensiero sotto forte pressione, e nel processo decisionale, del presidente russo e della figura eccezionalmente intelligente ed eroica del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.

Rivela anche cosa stavano fronteggiando in un ministro degli esteri britannico con l’ambizione di guadagnarsi il posto più alto all’interno del proprio gabinetto, ignara della distanza tra il Mar Nero e il Mar Baltico e quali parti della Federazione Russa sono ufficialmente riconosciute dal suo stesso governo come legalmente parte della Russia.

Ha anche rivelato l’instabilità mentale e lo squilibrio di un capo di Stato, quello ucraino, che in un precedente avatar ha interpretato il ruolo principale di un clown in una commedia televisiva, e che ora, nella sua attuale reinvenzione, si scopre essere profondamente sconvolto e totalmente distaccato dalla realtà dell’amministrazione di una nazione, fatto attestato dalla minaccia di usare armi nucleari tattiche sul proprio territorio, indicando così chiaramente che poteva fregarsene della situazione catastroficamente pericolosa in cui stava mettendo la sua stessa gente; anche se, forse, pensando che questo fosse tutto uno spettacolo televisivo in cui interpretare un nuovo ruolo, quello di pagliaccio burattino su un palco imperialista.

Rivela, inoltre, gli elementi fascisti che ora sono profondamente e pericolosamente radicati in ogni aspetto della società civile, dell’amministrazione governativa, delle bande di milizie armate, dell’esercito e delle autorità decisionali all’interno di un paese, l’Ucraina, che un tempo era considerato il granaio d’Europa.

È triste credere che un leader di una nazione avrebbe chiesto alle sue forze armate di bombardare la propria gente fuori dalle loro case, indiscriminatamente dal fatto che fossero donne e bambini innocenti, in un inverno gelido e, poi, avrebbe apertamente cercato di ucciderli mentre fuggivano, tentando di bombardare a tappeto le vie di fuga. Queste sono tattiche uscite direttamente dalla mente fascista di un altro maniaco squilibrato che ha lasciato questo mondo, aiutato nel suo cammino verso l’inferno dall’esercito sovietico sotto il maresciallo Zhukov nel 1945.

È anche triste la convinzione che queste stesse forze armate sarebbero, poi, effettivamente andate avanti e avrebbero fatto questo, (per essere precisi), uccidendo la propria gente in atti di folle violenza vendicativa per qualsiasi motivo le forze armate li avessero ritenuti meritevoli di tale punizione. Sembravano nutrire il pensiero che la loro stessa gente avesse commesso una sorta di presunto torto contro di essi. Dal punto di vista della loro logica contorta, queste persone meritavano il bombardamento e la distruzione delle loro vite.

Forse, questa è l’unica parte che ha senso in quanto queste forze armate sono totalmente sotto il controllo di fascisti senza cuore che a loro volta sono soggetti a rigide condizioni finanziarie; così come, ordini e istruzioni chiari da un potere imperiale che si sta tristemente trasformando da poliziotto del mondo in poco più di un vigile urbano di un disfunzionale autoproclamato nuovo ordine mondiale.

Ci saranno argomentazioni fatte dai servi dell’imperialismo che diranno: quindi, cosa ha riconosciuto il presidente russo, la DPR e la LPR? C’erano comunque truppe russe lì e ci sono state dal 2014. Può essere vero, ma con lo sviluppo del 21 febbraio, i pazzi psicotici non possono più bombardare la DPR e la LPR. Perchè è così?, potresti chiedere.

Ebbene, se lo facessero, significherebbe bombardare Nazioni sovrane, riconosciute dalla Federazione Russa e con cui adesso hanno un reciproco patto di amicizia e un accordo de facto sul diritto alla protezione. Una federazione, quella russa, che ha anche il veto all’Assemblea delle Nazioni Unite e potrebbe benissimo trascinarti lì e farti sanzionare spietatamente secondo gli strumenti giuridici del diritto internazionale.

Potresti pensare che le sanzioni siano una sorta di gioco che solo tu puoi applicare come una sorta di padrino dell’ordine mondiale, su Stati – Nazione che non ti pagano estorsioni e soldi per la protezione, su cui sopravvive un intero sistema finanziario di sfruttamento globale, ma purtroppo resta ancora questo piccolo problema che bisogna superare riguardo a questa cosa chiamata legge internazionale. E quella legge è dibattuta proprio nell’istituzione che tu stesso hai creato e che ora hai trasformato in uno scherzo, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

La DPR e la LPR sono ormai diventate nazioni sovrane riconosciute e rimarranno tali. Non fanno parte della Federazione Russa, né dell’Ucraina. La Federazione rimane una nazione fondatrice delle Nazioni Unite e in questa sede presenteranno una mozione all’United Nations Security Council secondo cui l’Ucraina deve smettere di bombardare queste due nazioni sovrane, cioè la DPR e la LPR, e che l’Ucraina deve presentarsi al tavolo dei negoziati per discutere esattamente su quale sia il problema con queste due Nazioni molto piccole, quali sono le ragioni delle loro azioni nei loro confronti e che cosa abbiano fatto, esattamente, queste due nazioni all’Ucraina per meritarsi questo.

Una tale risoluzione sarebbe approvata dai 15 membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e passerebbe, poi, al voto dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Prima che ciò accada, Washington, Ottawa e Londra “aiuteranno” il presidente Zelensky a trovare “la pace dentro di sé” rimuovendolo dall’incarico così che al nuovo Governo ucraino verranno quindi impartite chiare istruzioni per fermare questo caos, che, poi, a sua volta farebbe in modo che la mozione non debba essere votata alle Nazioni Unite, salvando così le Nazioni che ne fanno parte dal doversi schierare sulla questione apertamente votando in modo palese o per “l’Occidente” o per “l’Est”; vale a dire, per un mondo unipolare guidato da “commessi e impiegati“, come notoriamente citato da Marlon Brando in Apocalypse Now o per un mondo multipolare guidato da loro stesse come nazioni libere non gravate dalle catene di un egemone imperiale.

Il presidente Putin e il ministro degli Esteri Lavrov dovrebbero invece ricevere il Premio Nobel per la Pace in virtù dei loro sforzi eroici nella stabilizzazione della Siria e ora per mitigare questa crisi nel cuore dell’Europa.

Questo di seguito è il succo della dichiarazione della Federazione Russa: “oltre a questo, Putin ha lanciato un ultimatum al regime di Kiev. Il governo Zelensky deve immediatamente cessare i combattimenti nella regione e obbedire al cessate il fuoco.

In altri casi, ha detto Putin, avrà la piena responsabilità dell’ulteriore sviluppo della situazione. Ciò dimostra che la Russia è pronta a dare il via a un’operazione di pace contro il regime di Kiev, se necessario.

In questo caso, è possibile che una vasta, se non di più, regioni del sud-est dell’Ucraina vengano ripulite dai criminali che l’attuale regime di Kiev chiama le sue “forze di sicurezza” e il suo “esercito”. [riferimento SouthFront: 21/02/2022]

Zelensky ha un massimo di 30 giorni nel suo attuale avatar prima di essere licenziato da coloro che tirano le sue fila e iniziare serie negoziazioni per compensare gli effetti del prossimo round di caos che ora scoppierà, dove ci sarà un tentativo di “aiutare” a portare “pace e sicurezza” per risolvere la questione di questo sconvolgimento dividendo l’Ucraina in un’Ucraina occidentale sotto Leopoli e un’Ucraina orientale sotto Kiev.

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