Colpo di scena in Bielorussia. Protasevich ammette le sue responsabilità

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di Redazione CeSEM

Il 14 giugno 2021 alle 15:00, presso la sede del Centro Stampa Nazionale del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Bielorussia, si è tenuta una conferenza stampa sui temi di maggiore attualità: gli sviluppi e i retroscena riguardanti il volo Ryanair Atene-Vilnius, la partenza di certi rappresentanti della minoranza nazionale polacca dalla Bielorussia, il transito di migranti illegali attraverso il territorio bielorusso, le nuove circostanze riguardanti il caso di Roman Protasevich.

La conferenza stampa si è svolta sotto il patrocinio e alla presenza di esponenti del Dipartimento dell’Aviazione del Ministero dei Trasporti e Comunicazioni della Bielorussia, del Comitato Investigativo, del Ministero della Difesa, del Comitato di Stato per i Confini, del Commissario per i Religiosi e Affari etnici sotto il Consiglio dei Ministri della Repubblica.

Ma il vero colpo di scena è stata la partecipazione dell’oppositore Roman Protasevich, proprio colui che si trovava sul volo diretto a Vilnius, poi tratto in arresto dalle forze di sicurezza bielorusse. È stato lo stesso fondatore del canale Telegram “Nexta” a dichiarare che “pur sentendosi seguito sia a Varsavia che a Vilnius, non erano i servizi speciali bielorussi a pedinarlo”.

Protasevich ha smentito di aver subito violenze, mostrando che il suo unico segno sul corpo era quello delle manette e dichiarandosi disposto ad effettuare una visita medica in qualsiasi momento per dimostrarlo. Nel contraddire le voci sparse dai media occidentali, Protasevich ha anche accusato le autorità polacche di costringere tramite pressioni psicologiche i propri genitori ad uscite pubbliche non richieste.

Pur continuando a mantenere le proprie divergenze nei confronti del Governo di Minsk, Protasevich ha comunque ammesso di aver partecipato alle proteste, anche violente, teleguidate dall’Occidente e dai Paesi della NATO contro l’elezione del Presidente Lukashenko la scorsa estate.

Questa confessione ha ovviamente disorientato alcuni dei giornalisti stranieri presenti in sala (definiti “ipocriti” dal Maria Zakharova in relazione al caso Assange), che hanno accusato il Governo di Minsk di costrizione nei confronti dell’oppositore e abbandonato la sala; tuttavia, Protasevich ha smentito tale ricostruzione dei fatti e sottolineato di aver partecipato spontaneamente alla conferenza stampa con l’obiettivo di assumersi le proprie responsabilità nei confronti del Paese.

Redazione CeSEM

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