Cintura Economica della Via della Seta: un nuovo concetto dinamico per la geopolitica nell’Asia Centrale

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di Pan Zhiping[1]
Traduzione di Traduzione di Armida Pia Faienza

In Cina, nell’autunno del 2013, si sono svolte due iniziative diplomatiche di apertura degne di nota. Una riguardava il concetto di “Cintura Economica della Via della Seta” presentata dal presidente Xi Jinping durante la sua visita in Asia Centrale; l’altra è stata la convocazione della conferenza sui lavori diplomatici riguardo ai paesi confinanti tenutasi a Pechino in ottobre e che, grazie al raggiungimento, in un periodo che va dai 5 ai 10 anni prossimi, di obiettivi strategici nei lavori diplomatici della Cina a proposito dei paesi confinanti, ha significato molto per la realizzazione dei due obiettivi secolari stabiliti al 18˚ Congresso Nazionale del Partito Comunista cinese, che accompagnano un’inedita situazione geopolitica in Asia centrale.
Lo sviluppo economico cinese a rapida crescita ha registrato grandi traguardi nei 30 anni e più di riforme e di apertura. In generale, le parti orientali della Cina si sono sviluppate a una velocità maggiore e in particolare le aree del delta del fiume delle Perle e del delta del fiume Yangtze saranno le prime a modernizzarsi. La regione occidentale, comunque, sta ancora lottando per costruire una società moderatamente ricca. Questo tipo di sviluppo disuguale tra est ed ovest impedisce lo sviluppo generale del paese. Dal punto di vista di un’ apertura, le aree costiere della Cina orientale hanno già stabilito stretti legami con il resto del mondo attraverso l’oceano Pacifico, mentre le regioni occidentali stanno ancora marciando verso l’Asia centrale mediante l’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai e non si è ancora avventurata in un viaggio verso l’Atlantico. Il concetto di una “Cintura economica della Via della Seta”, concepita dalla nuova leadership cinese, fornirà un’opportunità senza precedenti per lo sviluppo generale e delle singole regioni occidentali arretrate.

 

Un cammino verso il grande sviluppo e la grande apertura

La Via della Seta è il nome delle antiche rotte commerciali che univano le due estremità del continente eurasiatico attraverso l’Asia Centrale. Come porta di accesso e veicolo di conoscenza e di commercio tra le civiltà occidentali e orientali, queste rotte hanno giocato un ruolo eccezionale nello sviluppo storico del mondo. Oggi, un’estremità del continente eurasiatico è l’economia europea altamente sviluppata e l’altra l’economia a rapida crescita dell’Asia Pacifico, con la vasta regione centrale meno sviluppata nel mezzo. La nozione di Cintura economica della Via della Seta rappresenta esattamente la cooperazione in questa vasta regione ed ha come scopo la connessione tra l’ economia asiatico-pacifica e quella europea.
L’Asia centrale era un tempo lo snodo della Via della Seta e tornerà ad esserlo di nuovo se si realizzerà una Cintura Economica della Via della Seta. Lo sviluppo di quest’area economica dipende dallo sviluppo dell’Asia centrale. In questo senso, la Cintura Economica della Via della Seta proposta dal presidente Xi Jinping durante la sua visita in Asia Centrale raggiungerebbe l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano. Nonostante l’area dell’Asia Centrale sia ricca di risorse minerali, rimane una zona sottosviluppata. E la popolazione totale dell’Asia centrale è di soli 60 milioni, quasi l’equivalente di una provincia di media grandezza della Cina. Quindi, nella nostra spinta verso un’apertura a occidente, è obbligatorio per noi, sulla base di una buona strategia di sviluppo dell’Asia centrale, includere il Mediterraneo, l’Atlantico e allo stesso modo l’Oceano Indiano, in una cooperazione più vasta formata da 3 miliardi di persone che coinvolge l’Asia centrale, l’Asia occidentale, l’Asia meridionale e perfino decine di paesi europei.
In realtà, non appena è stato presentato il concetto di una Cintura Economica della Via della Seta, le province e le città cinesi situate lungo l’antica Via della Seta hanno risposto in maniera molto attiva e hanno proposto piani e suggerimenti su come plasmare una moderna Via della Seta. Tale posizione attiva è notevole, ma se queste regioni sono interessate a farlo solo per meri fini egoistici le loro velleità dovrebbero essere stroncate sul nascere. Per esempio, la discussione in corso circa il punto di inizio originale dell’antica Via della Seta non ha senso. Il significato del concetto risiede nella creazione della Cintura Economica della Via della Seta che unisce il vigoroso delta del fiume cinese Yangtze, il delta del fiume delle Perle e la zona economica del Mare di Bohai all’economia europea.
La chiave del successo del concetto è lo sviluppo di una rete di strade libere. Proprio come l’apertura delle regioni costiere orientali della Cina, l’attenzione dovrebbe essere incentrata sulla costruzione di infrastrutture per meglio realizzare questo proposito. Se le infrastrutture nella regione orientale del paese sono concentrate sullo sviluppo del sistema del traffico e dei trasporti come porti, autostrade e linee ferroviarie ad alta velocità, allora la costruzione di infrastrutture nelle regioni occidentali deve focalizzarsi sulla creazione di un sistema a tutto tondo con ferrovie moderne, superstrade, condutture energetiche, centrali elettriche, telecomunicazioni e un moderno sistema di circolazione di capitale che operi in tutto il continente eurasiatico. Un “grande sviluppo” e una“ grande apertura” del genere aiuterà a realizzare un flusso di persone, beni e capitali su una scala senza precedenti nel continente eurasiatico e ciò fornirà opportunità inedite per lo sviluppo delle regioni occidentali cinesi, lo sviluppo complessivo e perfino lo sviluppo di tutti i paesi che si trovano sulla Cintura Economica della Via della Seta.

 

Una strada per la comunicazione e la cooperazione politica
La Cintura Economica della Via della Seta coinvolge tantissimi paesi e regioni dell’Eurasia che, a causa di diversi sistemi sociali, culture e credenze, fanno scelte autonome nel campo delle strategie di sviluppo, dei metodi e delle politiche di sviluppo e quindi lo sforzo di stabilire una Cintura Economica della Via della Seta incontrerà varie barriere ed attriti. La comunicazione politica concepita dal presidente Xi mira allo scambio di vedute riguardo alla strategia di sviluppo economico e alla formulazione di un piano di cooperazione economica e misure sulla base di consultazioni. Questo approccio può aprire una nuova visione per uno sviluppo e benessere comuni, come anche per la pace per tutti i paesi inclusi nella Cintura Economica della Via della Seta.

 

Una Via di civiltà per lo sviluppo materiale e spirituale

Questa Cintura Economica sembra essere un punto di convergenza tra civiltà materiali ma andrà oltre l’ingegneria delle mere attività economiche se abbinata all’antica Via della Seta. In realtà, essa ha origine da civiltà spirituali radicate nel tempo e basate su ampi scambi culturali e interculturali. La comunicazione tra cuori, come ha suggerito il presidente Xi, mira a portare avanti e diffondere lo spirito della Via della Seta che offrirà opportunità uniche per la trasmissione attiva e l’ampliamento di scambi culturali lungo la Via della Seta, inoltre promuoverà la mutua comprensione e la mutua fiducia tra le persone dei vari paesi situati lungo la Cintura Economica della Via della Seta.
Riassumendo, la creazione di una rete aperta di scambi, commercio e capitale è l’obiettivo strategico di questa grandiosa proposta, mentre una politica di comunicazione e di legami sinceri tra le varie popolazioni costituiscono il prerequisito e le fondamenta per la realizzazione della strategia della “grande apertura”.

 

Sfide geopolitiche nell’Asia centrale

Storicamente, l’Asia centrale, punto di incontro di tre grandi civiltà, si trova nel cuore della Via della Seta ma non è riuscita a svilupparsi in un’area o regione indipendente. Nella seconda metà del XIX secolo, questa regione è stata teatro di lotte e rivalità tra la Russia e la Gran Bretagna ed è terminata con l’annessione alla Russia zarista. Durante gli ultimi vent’anni, l’Asia centrale è stata un’arena per le lotte tra Stati Uniti e Russia.
I politici russi hanno da sempre considerato l’Asia centrale di loro proprietà non sopportando nessuna “interferenza” esterna. In anni più recenti, la Russia ha incrementato i suoi sforzi per costituire una lega doganale con la Bielorussia e il Kazakistan, in modo da costruire una sfera economica in virtù della quale spera di inserire l’Asia centrale all’interno della sua sfera di influenza.
Agli occhi della Russia, lo stato implicito dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai non è altro che un meccanismo di sicurezza che Mosca può usare come veicolo per combattere i paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti. La Russia e la Cina hanno intensificato i legami bilaterali, in particolare sul fronte della sicurezza e su quello politico, ma questo non vuol dire che la Russia non sia cosciente del peso diffuso che esercita in Asia centrale. In effetti, la resistenza interna che ostacola l’ulteriore sviluppo economico all’interno della SCO deriva principalmente dalla Russia.
Senza una risposta positiva della Russia, il concetto di Cintura Economica della Via della Seta sarà difficile da realizzare. Ma ci vorranno tempo e saggezza, a causa dell’incomprensione della Russia, affinché si abbracci l’idea di una nuova Cintura Economica della Via della Seta.
Come unica superpotenza globale gli Stati Uniti ritengono che i loro interessi nazionali abbraccino tutto il mondo. Con lo scopo di sostenere la loro superiorità e salvaguardare i loro interessi nazionali, gli USA non si sono risparmiati nel sollecitare le Rivoluzioni colorate e la Primavera araba. Negli ultimi dieci anni, gli USA hanno dichiarato guerre contro Iraq e Afghanistan e svelato il Grande Gioco in Asia Centrale, l’iniziativa per il Grande Medio Oriente e il Piano della Nuova Via della Seta al fine di acquisire benefici economici, creando nel frattempo ostacoli per la Via della Seta promossa dalla Cina che vuole collegare l’Oriente con l’Occidente. Gli USA sperano di includere questa regione nella loro sfera di influenza col pretesto della ricostruzione in Afghanistan. Visto che la formazione e lo sviluppo della Cintura Economica della Via della Seta sostenuta dalla Cina, eleverà lo status strategico della Cina, gli USA faranno sforzi politici, economici e culturali per intervenire nella sua formazione.

L’Asia centrale è situata nel cuore dell’Asia e la sua rete ferroviaria è la linea ferroviaria a scartamento largo della Russia con le sue tre arterie che vanno da Alma Ata a Tashkent a nord o nord ovest verso la Russia, collegate alla ferrovia siberiana (il primo ponte del continente). Il secondo ponte del continente, aperto recentemente al traffico e che va verso ovest dal passo d’Altai, è unito con la vecchia arteria Alma Ata-Petropavlovsk vicino Astana, la quale si collega dopo un pò al primo ponte del continente. Ma questa linea non è così conveniente come è stato già detto per le seguenti ragioni: 1) La Russia non vuole che rimpiazzi il primo ponte del continente della linea siberiana; 2) la ferrovia che passa attraverso il Kazakistan e la Russia è obsoleta e comporta varie formalità doganali; 3) sia La Cina che l’Europa utilizzano ferrovie a scartamento standard mentre la Russia ne utilizza principalmente una a scartamento largo, quindi i treni devono cambiare i binari due volte quando viaggiano da un’estremità all’altra dell’Eurasia.
Nonostante sia un paese vasto 3.000 chilometri da est a ovest, il Kazakistan non ha una ferrovia che unisca l’est all’ovest, perciò deve contare sulla Russia per collegarsi all’Europa. Nel 2004, il presidente kazako Nursultan Nazarbayev ha presentato un piano per un’Arteria ferroviaria Pan-eurasiatica a scartamento standard, proponendo una linea ferroviaria che passerà attraverso il Kazakistan verso il Mar Caspio, per spostarsi a sud in direzione del Turkmenistan, l’Iran e la Turchia e incorporarsi alla rete ferroviaria europea. La Russia e gli Stati Uniti si sono opposte con forza a questo piano. La proposta di costruire in Kazakistan una ferrovia a scartamento standard era completamente intollerabile per la Russia, mentre qualsiasi trincea ferroviaria proposta attraverso l’Iran era inaccettabile per gli USA. In realtà, fino a 20 anni fa, l’Europa e gli Usa avevano già ideato la “TRACECA”, una linea ferroviaria che dalla Turchia passasse per il Caucaso e il Mar Caspio, e che aggirando la Russia e l’Iran, realizzasse un’integrazione con la linea est-ovest progettata dal Kazakistan.
Il 29 ottobre 2013, il tunnel ferroviario sottomarino trans-eurasiatico è stato aperto al traffico. Il primo ministro turco Erdogan ha affermato, durante la cerimonia di apertura, che il tunnel sottomarino percorrendo lo Stretto del Bosforo e unendo la parte europea e quella asiatica di Istanbul, ha dato modo, teoricamente, di viaggiare verso Pechino da Londra via Istanbul. Ma non è solo una possibilità teorica, il punto cruciale del passaggio reale sta nell’apertura del tunnel sottomarino del Mar Caspio, qualcosa che sarà difficilmente accettabile per la Russia.
Nel 1999, la linea ferroviaria Cina- Kirghizistan che era ancora oggetto di discussione tra Cina, Kirghizistan e Uzbekistan, aveva bisogno di soli 577 chilometri per integrare la rete ferroviaria dello Xinjiang col TRACECA. Secondo gli esperti, questa costituisce la linea economicamente più vantaggiosa. Fino ad oggi non sono stati fatti progressi sostanziali per realizzarla. Il motivo principale è che non è accettata né accolta dalla Russia e dagli USA.

 

Diplomazia con i paesi vicini
Il ritorno degli USA alla strategia dell’ Asia –Pacifico diretta contro la Cina è il risultato della loro incessante avanzata volta a costruire un cerchio di contenimento intorno alla Cina. Al momento, le relazioni tra la Cina e i paesi dell’Asia centrale si stanno complessivamente sviluppando. Ciò è evidente a livello governativo, mentre le risposte non governative in questi paesi sono piuttosto contrastanti. Nonostante alcuni desiderino cercare uno sviluppo comune con la Cina, molti sono diffidenti circa il rapido sviluppo cinese. In Asia centrale, specialmente in Kazakhistan e in Kirghizistan, ci sono ancora mercati sensibili alla teoria della “minaccia cinese”.
Numerosi sono i fattori imputabili a questo modo di pensare, inclusa l’influenza rimanente della propaganda anti-Cina risalente all’epoca sovietica. I partiti di opposizione in Asia centrale sono solitamente intenti ad accusare i governi o di corruzione o di tradimento verso gli interessi nazionali e quindi l’incombente cooperazione dei Governi con la Cina è spesso criticata in maniera infondata. I commenti negativi sulla Cina da parte dei media occidentali e dei principali media locali nel disprezzo degli enormi traguardi raggiunti dalla Cina ha alimentato anche il tono della “minaccia cinese” in Asia centrale.
A parte i fattori sopra menzionati che sottolineano le parti sociali ostili verso la Cina nei paesi dell’Asia Centrale più importanti, ci sono ancora due questioni da risolvere.
Primo, alcuni mettono sullo stesso piano cooperazione energetica e delle risorse con il saccheggio delle risorse. Nonostante le ricche riserve energetiche esistenti in Russia e in Asia centrale, alcune aziende cinesi sostengono che la cooperazione con esse dovrebbe concentrarsi nell’appropriazione delle loro risorse di petrolio e di gas. Molti anni fa, alcuni intellettuali russi ci hanno rivolto queste domande: “A cos’altro eravate interessati oltre che al petrolio e al gas? Ci avete portato via le nostre risorse, ma cosa potete fare in cambio per aiutarci?”
Secondo, la cooperazione economica e commerciale con paesi importanti è interpretata come una sorta di “discarica” dei beni cinesi. E’ davvero gratificante che il commercio nello Xinjiang sia aumentato di 800 volte da quando è stata adottata la riforma economica e la politica di apertura. L’apertura dello Xinjiang al mondo esterno è iniziata col turismo frontaliero e con un commercio alla frontiera di piccole dimensioni negli anni ’80, ma ciò ha giocato un ruolo importante nell’incentivare l’apertura della regione all’esterno negli anni successivi. Tuttavia, i prodotti economici e di bassa qualità che si sono stati introdotti nei mercati dell’Asia centrale hanno influenzato negativamente l’immagine della Cina, facendo sì che la popolazione locale diffidasse dei prodotti cinesi, sinonimo di merce falsa e scadente. In realtà, fino ad oggi, la maggior parte dei prodotti cinesi in Asia centrale sono economici e di fascia bassa e quindi è obbligatorio per la Cina riuscire ad espandere i propri input industriali, di capitale e tecnologici in questa regione.
Come il presidente Xi ha sottolineato nel Seminario sui Lavori diplomatici verso i Paesi limitrofi, la Cina dovrebbe cooperare con i paesi confinanti, fare grandi sforzi per costruire interessi comuni strettamente intrecciati e aumentare la portata degli interessi convergenti a un livello più alto, sulla base dei principi di mutuo vantaggio e di mutua reciprocità. Xi ha anche evidenziato che è essenziale che i paesi limitrofi traggano vantaggio dalla crescita della Cina e che la stessa Cina può beneficiare del loro sviluppo. In altre parole, la Cina e l’Asia centrale dovrebbero diventare una comunità dal destino condiviso e una comunità di interessi condivisi.
E’ prioritario per noi rispondere a tre domande: Primo, cosa possiamo offrire a questi paesi in cambio dello sfruttamento delle loro risorse? Secondo, mentre va avanti la cooperazione riguardo al petrolio e al gas su larga scala, cosa si può fare per compensare questi paesi attraverso la cooperazione su progetti non economici?
Terzo, se la cooperazione economica e commerciale non riguarda semplicemente prodotti cinesi, come possono il capitale e la tecnologia essere vantaggiosi per i residenti locali?
Nella misura in cui ci si interessa della cooperazione nell’Asia centrale, i paesi coinvolti sono principalmente quelli sottosviluppati e non c’è paragone con l’Europa e gli USA in termini di capitale e di tecnologie. La saggezza convenzionale dei mercati di frontiera in via di sviluppo è all’inizio necessaria e plausibile, ma, alla lunga, è futile sperare di attirare capitali e tecnologie in questo modo. La maniera corretta sarebbe questa: il commercio dalla “zona grigia” si muove verso quella regolare e standard; la cooperazione economica e commerciale dà la precedenza agli investimenti; le aziende private danno priorità alla cooperazione coinvolgendo sia le aziende private che quelle statali lasciando che il SOEs giochi un ruolo fondamentale; la cooperazione singola basata su energia e risorse sostituita dalla combinazione tra cooperazione basata su energia e risorse e cooperazione non basata su energia e risorse.

 

Conclusione
Dovremmo combinare la costruzione della Cintura Economica della Via della Seta con un nuovo approccio diplomatico verso i paesi limitrofi e impegnarci attivamente nel gioco geopolitico, anche se tale tipo di tattica differisce da quella della Russia poiché non cerchiamo di creare una sfera di influenza ma ci sforziamo di costruire con i paesi dell’Asia centrale una comunità di destini condivisi e una comunità di interessi condivisi. Solo in questo modo è possibile realizzare la comunicazione tra cuori con i paesi dell’Asia centrale e quindi formare una nuova situazione geopolitica in Asia centrale attraverso la creazione congiunta di una Cintura economica della Via della Seta.

1) Articolo tratto da “China Institute of International Studies”: Silk Road Economic Belt: A Dynamic New Concept for Geopolitics in Central Asia.
Writer: Pan Zhiping, Editor: Li Xiaoyu, 18 settembre 2014, www.ciis.org.cn.

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