Resoconto conferenza: La Roadmap della Riforma della Cina e la Via della Seta 2.0

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Di Stefano Vernole

Grande successo di pubblico per l’incontro promosso dall’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia in collaborazione con Cesem e Asrie, in occasione della visita a Roma del Vice Ministro per le Informazioni Wang Xiaohui.

Durante il convegno, al quale sono intervenuti come relatori anche l’Ambasciatore cinese in Italia S.E. Li Ruiyu e il dr. Marco Costa come rappresentante del Centro Studi Eurasia Mediterraneo, sono state illustrate le grandi potenzialità della cooperazione tra Italia e Cina, dovute non soltanto all’incremento costante degli scambi economici ma anche alle possibilità offerte dalla prestigiosa tradizione culturale dei due paesi.

I relatori hanno chiarito come – nonostante l’attuale processo di cambiamento economico e di riforma politica – il socialismo di mercato rimanga alla base dello sviluppo cinese.

Gli interventi dall’alto sono infatti necessari, ad esempio per correggere alcuni squilibri nella crescita tra campagne e città, per diminuire drasticamente la corruzione, per tutelare ancora di più i diritti di proprietà intellettuale e per ridimensionare i privilegi dei dirigenti del Partito Comunista Cinese,

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ma queste riforme devono assicurare la giustizia sociale altrimenti non serviranno al paese.

Istruzione e formazione diverranno le parole chiave per orientare la classe dirigente cinese verso una sana autodisciplina.

La Cina si aprirà sempre più al mondo e agli investimenti privati ma mantenendo sempre il controllo pubblico sui settori strategici; per questo motivo l’obiettivo di Pechino, da qui all’anno 2020, è quello di aumentare ulteriormente il proprio status di grande potenza e di migliorare contemporaneamente le condizioni delle masse popolari.

Il progresso economico della Repubblica Popolare Cinese porterà maggiore benessere a tutto il mondo, in particolare all’Europa colpita duramente dalla crisi scoppiata nel 2008, tenendo presente che gli investimenti finanziari esteri del Dragone nei prossimi anni supereranno la cifra imponente di 500 miliardi di dollari.

Per sviluppare maggiormente i rapporti tra Italia e Cina bisogna comunque partire da alcuni fattori consolidati: 1) l’importazione in Cina di tecnologie e prodotti italiani, specie i beni di lusso e l’alta moda; 2) la Cina è il primo partner commerciale dell’Italia in Asia; 3) la cultura italiana è famosa a livello mondiale e la Cina vuole incrementarne la conoscenza e lo studio, perché questo fattore favorirà anche gli scambi commerciali; 4) già oggi 14.000 cittadini cinesi studiano in Italia, ed è possibile aumentare gli scambi universitari tra gli Atenei dei due paesi; 5) quello cinese costituisce uno dei principali flussi turistici a livello mondiale e l’Italia ha grandi possibilità di divenire una delle mete preferite di questi visitatori.

 

Grandi speranze perciò dopo l’incontro del 24 febbraio visto l’interesse manifestato dalla Cina per l’Italia e l’auspicio, rilanciato in particolare da Marco Costa, perché questo grande gigante asiatico, già oggi prima potenza commerciale mondiale, riesca ad assicurare un equilibrio geopolitico multipolare foriero di pace e di prosperità per l’intero pianeta.

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