a cura di Giulio Chinappi
In occasione del trentesimo anniversario dell’adesione del Vietnam all’ASEAN, la politica estera di Hà Nội si conferma come uno degli strumenti fondamentali per garantire stabilità, cooperazione economica e affermazione internazionale nel contesto del multipolarismo globale.
A trent’anni dalla sua adesione all’ASEAN, il Vietnam rivendica con forza il ruolo centrale che la diplomazia ha avuto e continua ad avere nel suo processo di integrazione regionale e affermazione globale. Il 28 luglio 1995 rappresenta una data spartiacque nella storia della Repubblica Socialista del Vietnam, che proprio attraverso l’ingresso nell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico ha aperto un nuovo capitolo nella sua strategia estera, orientata alla cooperazione multilaterale, alla diversificazione delle relazioni internazionali e al rafforzamento dell’indipendenza nazionale.
Nel corso della cerimonia organizzata ad Hà Nội dal Ministero degli Affari Esteri per celebrare l’anniversario, il Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri Bùi Thanh Sơn ha sottolineato l’importanza storica della decisione del Vietnam di entrare nell’ASEAN, definendola “la prima e più vitale porta d’accesso del Paese all’integrazione regionale e allo sviluppo nazionale“. Il Vietnam, ha ricordato Sơn, condivide con l’ASEAN “l’aspirazione comune a costruire una regione di pace, stabilità e sviluppo“. Questo spirito ha guidato l’azione diplomatica vietnamita nel corso degli anni, con contributi significativi alla realizzazione dell’ASEAN-10, alla firma della Carta dell’ASEAN e alla costituzione della Comunità ASEAN, nonché, più recentemente, all’adozione del documento strategico “ASEAN 2045: il nostro futuro condiviso“.
L’integrazione regionale perseguita da Hà Nội non si limita a una dimensione simbolica o politica, ma ha prodotto risultati concreti in termini economici e strategici. L’ASEAN rappresenta oggi la quinta economia mondiale con un PIL complessivo di quasi 4.000 miliardi di dollari e una popolazione di circa 700 milioni di abitanti. Il Ministro Sơn ha evidenziato come, grazie alla creazione dell’Area di libero scambio ASEAN (AFTA) e all’istituzione della Comunità Economica ASEAN, si siano aperte al Vietnam straordinarie opportunità in termini di investimenti, commercio e connettività regionale. Il Paese ha saputo valorizzare queste occasioni, rafforzando la propria resilienza economica e diventando uno dei principali motori di crescita del Sud-Est asiatico.
L’impegno di Hà Nội per l’integrazione regionale si è tradotto anche in un forte sostegno alla centralità dell’ASEAN nel mantenimento della stabilità regionale. Lo stesso Sơn ha colto l’occasione dell’anniversario per salutare positivamente l’accordo immediato di cessate il fuoco raggiunto tra Cambogia e Thailandia sotto la mediazione del Primo Ministro malese Anwar Ibrahim, in qualità di Presidente di turno dell’ASEAN. Un evento da lui definito “una buona notizia per tutti noi, soprattutto in questo giorno di commemorazione“. Questo episodio conferma dunque la volontà del Vietnam di rafforzare il ruolo dell’ASEAN come meccanismo di dialogo, diplomazia e gestione dei conflitti all’interno della regione.
Oltre all’impegno nel contesto del Sud-Est asiatico, la politica estera vietnamita si caratterizza oggi per una proiezione sempre più ampia e articolata, orientata verso una diplomazia multilivello e multiforme. In occasione della conferenza “La diplomazia nell’era di Hồ Chí Minh: 80 anni di servizio alla nazione e al popolo“, lo stesso Ministro Bùi Thanh Sơn ha tracciato un bilancio delle linee guida della politica estera vietnamita. A suo avviso, la diplomazia ha svolto fin dai primi anni dell’indipendenza nazionale un ruolo decisivo nella conquista di alleati, nella neutralizzazione degli avversari e nella costruzione di un ambiente favorevole alla difesa e allo sviluppo del Paese. I successi ottenuti nei negoziati internazionali, dall’Accordo di Ginevra del 1954 all’Accordo di Parigi del 1973, hanno dimostrato come le vittorie sul campo potessero e dovessero essere consolidate attraverso la diplomazia.
Nell’attuale contesto globale, segnato da una crescente polarizzazione tra grandi potenze e da una transizione verso un ordine multipolare, il Vietnam ha riaffermato la sua strategia fondata sull’indipendenza, sull’autonomia, sulla diversificazione e sulla multilateralizzazione delle relazioni internazionali. Come ha ricordato Sơn, il Paese ha oggi relazioni diplomatiche con 194 Stati, ha costruito partenariati strategici e globali con 37 nazioni, comprese tutte le cinque potenze permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ed è membro attivo di oltre 70 organizzazioni internazionali e regionali. Il Partito Comunista del Vietnam intrattiene inoltre rapporti ufficiali con 259 partiti politici in 119 Paesi.
La diplomazia economica, in particolare, rappresenta uno dei pilastri più dinamici dell’azione esterna del Vietnam. Essa ha permesso al Paese di attrarre significativi flussi di investimenti diretti esteri (IDE) e di entrare a far parte dei 20 sistemi economici a più rapida crescita al mondo. Il Vietnam è oggi parte di 17 accordi di libero scambio, che lo collegano a oltre 60 grandi economie globali, contribuendo a consolidarne il ruolo come hub manifatturiero e commerciale nell’Asia-Pacifico.
La visione strategica della diplomazia vietnamita si manifesta anche attraverso l’enfasi posta sull’innovazione, sulla transizione ecologica, sulla trasformazione digitale e sullo sviluppo inclusivo e sostenibile. L’organizzazione da parte del Vietnam dell’ASEAN Future Forum rappresenta un’iniziativa emblematica di questa impostazione, ponendo al centro della riflessione i cambiamenti epocali in corso e le esigenze delle popolazioni del Sud-Est asiatico. La diplomazia, ha sottolineato Sơn, si configura dunque non solo come strumento di rappresentanza e negoziazione, ma anche come leva per la promozione di un nuovo modello di sviluppo.
Nella ridefinizione del ruolo internazionale del Vietnam, la dimensione parlamentare della diplomazia occupa uno spazio crescente. Ne è testimonianza, ad esempio, la recente visita ufficiale del Presidente dell’Assemblea Nazionale Trần Thanh Mẫn in Senegal e Marocco, che ha riaffermato la volontà di Hà Nội di rafforzare la cooperazione Sud-Sud e di consolidare relazioni strategiche anche nel continente africano. Nel corso degli incontri con le autorità marocchine, Mẫn ha promosso l’avvio di nuovi accordi commerciali, la collaborazione in settori strategici come l’energia rinnovabile e l’industria agroalimentare, e un dialogo più stretto tra i Parlamenti dei due Paesi.
In ultima istanza, l’approccio della diplomazia vietnamita può essere sintetizzato nei principi della cosiddetta “diplomazia del bambù”, evocata più volte dalla leadership del Partito: una diplomazia resiliente ma flessibile, radicata nei valori nazionali ma capace di adattarsi alle sfide di un mondo in trasformazione. In questo spirito, il Vietnam si propone come attore credibile, proattivo e costruttivo nel nuovo ordine internazionale in via di definizione, affermando con determinazione la propria indipendenza, la propria sovranità e il proprio diritto allo sviluppo.
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