a cura di Giulio Chinappi
La recente estensione da parte della Cina del trattamento a zero dazi a tutti i 53 Stati africani con cui intrattiene relazioni diplomatiche segna un deciso protagonismo di Africa e Cina nel rafforzare la cooperazione Sud-Sud.
FONTE ARTICOLO: https://giuliochinappi.wordpress.com/2025/06/18/per-la-cina-lafrica-non-e-uno-spettatore-ma-un-attore-attivo-nellascesa-del-sud-globale/
La scorsa settimana, la Cina ha annunciato l’estensione del trattamento a zero dazi a tutti i 53 Paesi africani con cui ha relazioni diplomatiche. Tuttavia, alcune testate occidentali hanno liquidato questa mossa come “un atto politico di scarso rilievo economico”, riflettendo un disagio più profondo verso la crescente collaborazione autonoma dei Paesi del Sud Globale.
Un articolo del 14 giugno su Le Monde ha descritto la misura come “un modo per Pechino di dire agli Stati Uniti: ‘voi alzate i dazi, io li abbasso’”, sostenendo che essa non sia realmente pensata per i Paesi africani. Tale commento non solo ignora i benefici economici tangibili già conseguiti dalla cooperazione sino-africana, ma sminuisce deliberatamente gli sforzi dei Paesi in via di sviluppo di forgiare nuovi modelli di partenariato economico.
L’11 giugno, il ministero degli Esteri cinese ha pubblicato l’elenco dei risultati dell’attuazione delle decisioni emerse dal vertice di Pechino del Forum sulla Cooperazione Cina-Africa (FOCAC). Il documento mostra che in soli nove mesi entrambe le parti hanno accelerato l’implementazione degli impegni presi, con forte senso di urgenza. Dall’introduzione lo scorso anno del trattamento a zero dazi per 33 Paesi africani meno sviluppati fino all’estensione odierna a tutte le nazioni, la coerenza della politica cinese ha creato opportunità senza precedenti per i Paesi africani di accedere su vasta scala al mercato cinese.
L’avanzamento costante delle politiche di esenzione dai dazi verso l’Africa assume particolare rilevanza nel contesto della guerra tariffaria condotta dagli Stati Uniti. “La cosiddetta politica dei dazi ‘reciproci’ degli USA ha influenzato negativamente lo sviluppo del continente. In questo contesto, la politica cinese a zero dazi diventa un canale cruciale per sostenere la crescita africana e attenuare le ricadute delle misure commerciali statunitensi”, ha spiegato al Global Times Song Wei, professore di Relazioni Internazionali all’Università di Studi Stranieri di Pechino.
Da 16 anni la Cina è il principale partner commerciale dell’Africa e continua ad ampliare la cooperazione con iniziative concrete e inclusive. Nonostante ciò, alcune testate occidentali insistono nel descrivere il commercio sino-africano come “squilibrato” o sostengono che non abbia “veramente sostenuto la trasformazione industriale delle economie africane” — narrazioni volte a delegittimare i reali benefici della cooperazione. In realtà, il ministero del Commercio cinese ha già chiarito che “da una prospettiva di lungo termine, il commercio Cina-Africa è in generale equilibrato”.
Più importante ancora, queste accuse ignorano deliberatamente le radici storiche della struttura economica africana. “Sul piano della struttura commerciale, l’Africa rimane un grande esportatore di materie prime, prodotti agricoli e risorse minerarie. Perché? In larga misura a causa del lungo periodo di colonizzazione da parte delle potenze occidentali, durante il quale non è stato possibile sviluppare un sistema industriale completo”, osserva Song.
Per emanciparsi dalla dipendenza dalle esportazioni di singole commodities e dalla “maledizione delle risorse”, l’Africa deve rafforzare la sua partecipazione alle catene globali del valore e intensificare la cooperazione economica e commerciale con la comunità internazionale. Questi sforzi sono fondamentali per migliorare e potenziare le proprie catene industriali. La Cina ha avuto un ruolo chiave in questa trasformazione strutturale: soprattutto dopo l’istituzione del FOCAC, Cina e Africa hanno intensificato la collaborazione in formazione professionale, infrastrutture e sviluppo delle catene industriali, aiutando i Paesi africani a colmare le lacune industriali e avviarsi verso una crescita diversificata e modernizzata.
Secondo Pechino, l’Africa non è un’appendice di risorse ma una forza emergente nel Sud Globale. Tuttavia, per alcuni media occidentali “gli africani sono come spettatori a una partita di tennis, che guardano la pallina andare da una parte all’altra”. Un’idea che ignora i reali bisogni di sviluppo africani e la loro autonomia nella scelta dei partner, rivelando un residuo atteggiamento coloniale che continua a oggettificare il continente.
Il vero punto di forza della cooperazione Cina-Africa risiede nel rispetto reciproco e nella concretezza: non si pongono condizioni politiche né si diffonde indottrinamento ideologico, ma si persegue lo sviluppo con l’obiettivo della prosperità condivisa. Ciò incarna i principi della cooperazione Sud-Sud e offre un chiaro esempio di come costruire una comunità dal futuro condiviso. Mentre l’Occidente resta impigliato in giochi geopolitici e mentalità da Guerra Fredda, i rapporti sino-africani hanno creato una solida rete di sviluppo reciprocamente vantaggioso. Cina e Africa dimostrano con fatti concreti che l’Africa non è uno spettatore, ma un corridore essenziale nel Sud Globale, pronto a tagliare il traguardo insieme a Pechino in questa staffetta dello sviluppo.
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