a cura di Alessandro Fanetti
Alessandro Fanetti, responsabile dipartimento America Latina del Centro Studi Eurasia e Mediterraneo, intervista S.E. Mónica Robelo, Ambasciatrice del Nicaragua in Italia.
Il Nicaragua è un paese che da decenni ha scelto un cammino indipendente e sovrano. In cosa consiste e qual è la situazione in questo terzo millennio?
A partire dal trionfo della Rivoluzione Popolare Sandinista nel 1979, il popolo del Nicaragua ha intrapreso, con sacrificio e dignità, un cammino indipendente, fondato sull’autodeterminazione dei popoli, sulla giustizia sociale e sull’impegno costante contro ogni forma di dominazione straniera.
Questo percorso non è stato facile, ha comportato la resistenza ad aggressioni esterne, campagne di destabilizzazione, blocchi economici e guerra mediatica. Tuttavia, ha dimostrato che è possibile costruire un modello alternativo al neoliberismo, centrato sull’essere umano e sul bene comune.
Il principio della sovranità nazionale non è per il Nicaragua uno slogan vuoto, ma una pratica concreta e quotidiana, che si esprime nella sovranità alimentare, energetica, territoriale, sanitaria e, soprattutto, politica. Il Nicaragua decide da sé il proprio destino, senza accettare imposizioni da potenze straniere né da organismi finanziari internazionali. L’autodeterminazione, sancita dal diritto internazionale, è una convinzione profonda e un principio non negoziabile.
Questo modello sovrano gode idi un solido e attivo sostegno popolare. A ogni elezione, il popolo nicaraguense ha riaffermato con maggioranza crescente il proprio sostegno al progetto rivoluzionario e alla leadership del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), prova che non si tratta di un governo isolato, ma di un popolo mobilitato, consapevole e protagonista della propria storia.
Le organizzazioni comunitarie, i movimenti sociali, le donne, i giovani e i settori popolari costituiscono la base di un progetto politico che si costruisce dal basso e con il protagonismo delle maggioranze.
Nel XXI secolo, sotto la guida del FSLN, del Copresidente Comandante Daniel Ortega e della Copresidente Rosario Murillo, il Paese ha raggiunto risultati notevoli in ambiti come la salute, l’educazione, l’equità di genere, le infrastrutture e la sicurezza cittadina, debellando l’analfabetismo in ampie aree rurali, riducendo la povertà e adottando un modello economico misto in cui sono protagonisti i contadini, le cooperative e i piccoli produttori. La pianificazione territoriale, le energie rinnovabili e la lotta al cambiamento climatico sono anch’essi pilastri centrali del progetto nazionale.
Nonostante sanzioni e pressioni imposte dal Nord Globale, il Nicaragua resta in piedi, avanzando con dignità. Il terzo millennio ci trova con un’economia resiliente, uno Stato forte, un popolo organizzato e una visione chiara: consolidare un modello proprio, sovrano e solidale, lontano dal controllo imperiale. È un Paese piccolo per estensione, ma immenso per dignità, che ha fatto della sovranità non solo una bandiera, ma uno stile di vita.
Dalla Rivoluzione Sandinista, il Nicaragua è uno dei cardini della resistenza regionale all’imperialismo statunitense. Qual è il ruolo di Managua nella geopolitica latinoamericana e caraibica, in particolare nei forum regionali come CELAC e ALBA-TCP?
Il Nicaragua occupa un posto centrale nella resistenza latinoamericana e caraibica all’imperialismo, restando fedele ai principi della Rivoluzione e alla memoria viva di Sandino, Carlos Fonseca, Darío e di tanti martiri del popolo. In un contesto regionale attraversato da tentativi di ricolonizzazione politica, economica e culturale, continua a far sentire la propria voce, ferma e chiara, in difesa della sovranità dei popoli, del multilateralismo e di un ordine internazionale giusto.
In forum regionali come la CELAC e, in particolare, nell’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America – Trattato di Commercio dei Popoli (ALBA-TCP), il Nicaragua non solo partecipa, ma promuove proposte trasformative, promuovendo l’integrazione solidale, la cooperazione Sud-Sud, la complementarietà economica e la difesa della pace con giustizia sociale.
È importante sottolineare che il Nicaragua è stato uno dei Paesi fondatori dell’ALBA-TCP, insieme a Cuba e Venezuela, riconoscendo fin dall’inizio l’urgenza di costruire un’alternativa sovrana e antineoliberista per l’America Latina e i Caraibi. Il Comandante Daniel Ortega ha avuto un ruolo attivo nel consolidamento di questo spazio come piattaforma dei popoli, non delle élite. La partecipazione del Nicaragua all’ALBA non è stata meramente simbolica, ma strategica, contribuendo a definire l’orientamento politico e sociale dell’organizzazione, nel segno dell’autodeterminazione, della solidarietà e dell’internazionalismo
L’ALBA-TCP rappresenta una vera alternativa al neoliberismo e all’interventismo: al suo interno si definiscono progetti comuni in ambiti come salute, educazione, energia, cultura e sovranità alimentare. Di fronte alle vecchie dottrine monroiste, Managua sostiene una visione bolivariana, sandinista e martiana di unità continentale, che pone al centro i popoli e non i mercati.
In questo senso, il Paese è diventato un esempio concreto di resistenza e una speranza viva per i popoli che lottano per conquistare la propria indipendenza definitiva. La sua coerenza politica e il suo protagonismo nei processi d’integrazione regionale dimostrano che un’altra America non solo è possibile, ma è urgente: un’America libera, sovrana e profondamente umana.
Come sono i rapporti del Nicaragua con Russia e Cina e come valuta Managua la presenza di Mosca e Pechino nella regione?
Il Nicaragua mantiene relazioni strategiche, rispettose e reciprocamente vantaggiose con la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese. Sono legami fondati sul rispetto reciproco, sulla non ingerenza negli affari interni e sulla cooperazione sovrana per lo sviluppo. Managua valuta molto positivamente la presenza attiva di questi due attori globali in America Latina, considerandola un’opportunità storica per rompere il monopolio geopolitico ed economico che gli Stati Uniti cercano di imporre da oltre un secolo nella regione.
Il Nicaragua coltiva con la Russia un rapporto di fratellanza che abbraccia numerosi settori: dalla sicurezza alla tecnologia, dalla formazione delle risorse umane alla cultura, dall’agricoltura alla prevenzione dei disastri naturali, fino alla lotta al narcotraffico. A questo si aggiunge una solida alleanza nel campo della sanità, con la realizzazione congiunta di centri diagnostici e laboratori medici. Negli ultimi anni, si sono inoltre intensificati gli scambi scientifici ed educativi, consentendo a molti studenti nicaraguensi di accedere a università russe in ambiti strategici per lo sviluppo del Paese
Con la Cina, dopo il ristabilimento delle relazioni diplomatiche con la Repubblica Popolare nel dicembre 2021, si è aperto un orizzonte di cooperazione senza precedenti. La Cina sostiene il Nicaragua in grandi progetti di infrastrutture, energia, trasporti, tecnologia, salute pubblica, edilizia abitativa e sovranità digitale. Inoltre, la visione condivisa in favore del multilateralismo e di un mondo multipolare ha rafforzato il legame tra i due paesi, allontanandolo dalle logiche coloniali di dominazione e dipendenza.
Il progetto del Canale Interoceanico, ad esempio, simboleggia questa scommessa su un nuovo ordine economico internazionale più giusto, equo e multipolare.
Il Nicaragua non riceve soltanto cooperazione da Russia e Cina, ma partecipa attivamente alle loro iniziative globali, contribuendo con piena convinzione agli sforzi guidati da Mosca e Pechino per garantire la pace, la sicurezza e lo sviluppo globale con giustizia. In questo senso, sostiene il concetto di sicurezza condivisa promosso da entrambi i paesi, appoggiando spazi come i BRICS, che costituiscono vere alternative all’unilateralismo imposto dalle potenze occidentali.
In definitiva, valutiamo la presenza di Russia e Cina in America Latina come un’opportunità per rafforzare la sovranità dei popoli del Sud globale, diversificare le alleanze e costruire un ordine multipolare più giusto. Si supera così la logica del “cortile di casa” degli Stati Uniti, avanzando verso decisioni sovrane.
La regione vive un momento cruciale di affermazione e speranza, recuperando la propria voce nello scenario internazionale. Il Nicaragua, con la sua storia di dignità e di lotta, è alla guida di questo processo di emancipazione geopolitica, promuovendo un mondo senza egemonie, dove la sovranità si esercita con fermezza, amore per il popolo e coscienza storica.
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