Nelle elezioni regionali e legislative in Venezuela la sinistra socialista raggiunge una vittoria schiacciante

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di Dario Tagliamacco

Una grande vittoria per il Polo Patriottico, la coalizione di partiti che sostiene il governo guidato da Maduro. Ora ci potrebbe essere una maggioranza assoluta nel parlamento. Il chavismo si aggiudica 23 dei 24 governatorati del Paese.

La coalizione di partiti che sostiene il governo di Nicolás Maduro nelle ultime elezioni regionali e legislative svoltesi domenica 25 maggio ha ottenuto l’82% dei voti con un’affluenza che si è attestata al 43,18%. Lo hanno rivelato i risultati pubblicati dal Consiglio elettorale nazionale (CNE) del Venezuela, questo ha consolidato la maggioranza chavista nel Asamblea Nacional (il parlamento venezuelano) e nelle amministrazioni delle regioni.

Così il presidente Maduro ha commentato la vittoria elettorale: “Dopo blocchi, sanzioni penali, fascismo e violenza, oggi la Rivoluzione Bolivariana ha dimostrato di essere più viva e forte che mai. Oggi abbiamo dimostrato la potenza del chavismo, del bolivarismo del XXI secolo”.  Il presidente del CNE si è complimentato per la partecipazione popolare e la tranquillità con cui si sono svolte le operazioni di voto, inoltre ha voluto ringraziare le Forze Armate e gli osservatori internazionali, sottolineando l’assenza completa di violenze nonostante le paure per possibili azioni sovversive.

Nel parlamento venezuelano, le forze della cosiddetta Rivoluzione Bolivariana hanno vinto 256 seggi mentre l’opposizione ne ha presi 19, invece per quanto riguarda i governatorati il chavismo ne ha vinti 23 mentre all’opposizione è rimasto solo lo Stato di Cojedes. Maduro ha esaltato la vittoria della sinistra socialista ma ha anche riconosciuto la vittoria del governatore facente parte dell’opposizione, annunciando la propria disposizione a collaborare con lui.

Il presidente venezuelano ha detto che questo è l’inizio di una nuova tappa per il Paese con una maggioranza impegnata per il popolo. Inoltre ha autorizzato il Ministro degli Interni Diosdado Cabello a illustrare i dettagli di un’operazione che ha smantellato un gruppo terroristico che avrebbe dovuto entrare in azione prima delle votazioni. Tra le prove si contano cellulari e mappe che avrebbero dovute essere usate per attentati contro leader politici.

Nello Stato della Guyana Esequiba, conteso con la Guyana, per la prima volta nella storia del Venezuela è stato eletto un governatore, l’Ammiraglio Villamizar. Maduro ha inoltre annunciato l’approvazione del “Piano delle 7 trasformazioni” come “Legge organica” che dovrebbe rafforzare i programmi sociali per la nazione caraibica. Il consenso attestato all’82,68% rappresenta la percentuale maggiore ottenuta dal chavismo in 26 anni.

Secondo il mandatario venezuelano questo risultato rappresenta il dominio della Rivoluzione Bolivariana e mostra una normalità istituzionale che secondo la narrativa dei mass media occidentali non esisterebbe. Infatti il dato della partecipazione assestato al 43,18%, secondo i dati forniti dal CNE, è stato preso di mira da alcuni giornali stranieri e presentato come prova infallibile di illegittimità a causa del boicottaggio di alcuni gruppi facenti parte dell’estrema destra venezuelana.

Tuttavia questo dato è influenzato da vari fattori; cifre credibili, condivise anche dall’opposizione, stimano che oltre 4 milioni di elettori iscritti nel Registro Elettorale Permanente (REP), risiedono all’estero, storicamente non partecipano a questo tipo di elezioni e quindi la loro affluenza è bassa. A questo si aggiunge un astensionismo cronico che ha delle similitudini con le elezioni di molte nazioni occidentali.

Come evidenziato dalla testata giornalistica Mission Verdad, il 15% delle persone presenti nel REP raramente partecipa a qualunque tipo di consultazione elettorale. Infine la campagna per l’astensione sostenuta dai settori radicali che fanno capo a Maria Corina Machado e all’ex candidato presidenziale, Edmundo González Urrutia, avrebbe influenzato circa 4 milioni di potenziali elettori. Tale strategia comunque si trova dentro la dinamica della stessa opposizione e non è una reazione spontanea della gente.

Trasformare l’astensione in una condanna automatica del popolo contro il governo, come hanno fatto alcuni giornali europei e statunitensi, significa attuare un’operazione ideologica orientata a discreditare il Paese a priori; questa lettura ignora volutamente i fattori citati sopra e il suo obiettivo è quello di non riconoscere un risultato non in linea con la volontà dei governi occidentali.

La vittoria dei partiti facenti parte del Gran Polo Patriottico Simón Bolívar (GPPSB) è imponente nei numeri e nella geografia dei rapporti di forza, l’astensionismo è stato un fenomeno che si è manifestato soprattutto all’interno del campo dell’opposizione, frutto di una strategia molto discutibile e delle storiche divisioni tra i partiti. Il Venezuela inizia un nuovo ciclo politico con governo e un parlamento a maggioranza chavista e governatori allineati con la Rivoluzione Bolivariana pronti ad affrontare le nuove sfide nazionali e internazionali.

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