di Giovanni Amicarella
“Il paese dei puri”, questa l’etimologia più probabile per l’origine del nome del Pakistan. Uno stato nato da un contesto post-coloniale ben preciso, la dissoluzione dell’impero britannico, che aprì la strada all’autodeterminazione dalla macro area indiana di alcune entità statali.
Ad oggi, per la stragrande maggioranza del “pubblico” occidentale, il Pakistan è uno dei tanti stati da sentire sporadicamente nominare in televisione, soprattutto viste le recenti tensioni con l’India.
Eppure, parliamo del quinto stato più popoloso del mondo, non propriamente di second’ordine nemmeno per la sua centralità nella regione. Con una presenza di più di 144mila persone, una delle maggiori comunità della diaspora pakistana si trova in Italia. La presentazione di ieri, ampiamente seguita e partecipata, ha aperto un primo spiraglio per molti su un mondo tanto vasto quanto poco approfondito: perno principale il volume “Pakistan-Italia: economia, turismo e migrazione“, a cura di Lucia Gentili, Maria Morigi e Stefano Vernole, edito da Anteo Edizioni.
Il volume, spaziando su un’analisi puntuale dei tre macrotemi nel titolo, offre un approfondimento utile sia al curioso che allo studioso, offrendo uno spaccato sulle collaborazioni e le possibilità fra Italia e Pakistan, così come il delineare la centralità dello stesso nelle rotte di gas e petrolio.
Con i saluti iniziali dell’editore del libro Stefano Bonilauri (Anteo Edizioni), Jean-Claude Martini per Il Tazebao (uno dei media partner per l’evento), i saluti di Shahnawaz Khan, terzo segretario dell’ambasciata del Pakistan e la moderazione di Luca Pingitore, presidente dell’associazione Viaggiatori Indipendenti, l’evento si è articolato con la relazione di Stefano Vernole, vicepresidente CeSEM, e Maria Morigi, saggista. Non sono mancati gli interventi del pubblico, vivaci osservazioni che hanno contribuito ad aggiungere contenuto all’evento e aumentarne la fruibilità.
La presentazione è stata corredata anche da video e foto sul Pakistan, sia nei suoi naturalistici che urbani.
Un ringraziamento va anche a Giuseppe Di Pasqua di Artverkaro, che si è occupato di foto e registrazioni.
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