di Dario Tagliamacco
Dopo l’ordine di evacuazione comunicato dal Governo israeliano all’inizio di aprile, il piano di pulizia etnica sembra ormai ben definito. Nella notte tra il 4 e il 5 maggio il gabinetto di sicurezza ha approvato il programma di espansione delle attività a Gaza.
Il Governo israeliano ha ormai preso la decisione di occupare definitivamente Gaza, potrebbe essere l’inizio della “soluzione finale”. All’inizio di aprile l’esercito di Israele aveva lanciato dei volantini nei quali si ordinava alla popolazione della zona di lasciare le proprie case, tende e rifugi di fortuna per recarsi a Mawasi, una striscia di terra molto piccola a nord ovest di Rafah. Secondo il programma poi la parte restante della Striscia verrebbe completamente occupata dall’esercito che ha già iniziato le operazioni di conquista.
Nella sua ultima dichiarazione in una trasmissione televisiva il ministro delle finanze israeliano Smotrich ha rivelato che è arrivato il momento di occupare Gaza e colpirla, stabilire un governo militare, sottrarre il territorio agli attuali residenti e attuare il piano del presidente Trump, quindi rimuovere forzatamente 1,5-2 milioni di palestinesi. Quando poi tutta la popolazione sarà espulsa da questi luoghi, la fame, la violenza arbitraria e la sete la cancelleranno definitivamente.
I mezzi di informazione occidentali hanno presentato questa iniziativa come uno strumento usato da parte di Israele per spingere Hamas a liberare gli ostaggi. Ciò che sorprende è che Netanyahu e i ministri del governo da lui presieduto non si facciano scrupoli nella descrizione di questo piano con le conseguenze che provocherà. Gaza da anni ormai è stata trasformata in un orrore a cielo aperto per 2 milioni di persone, nel quale per uccidere degli esseri umani al posto delle armi si utilizzano fame, sete e malattie. Infatti uomini, donne e bambini, la cui colpa è abitare in quel luogo, muoiono in continuazione tra stenti e dolori.
Da due mesi, dopo aver abbandonato la tregua sottoscritta a gennaio, Israele ha imposto un blocco totale agli ingressi di acqua, cibo, medicine e altri beni di prima necessità, inoltre l’elettricità è stata tagliata e gli elicotteri israeliani sparano quotidianamente contro i pannelli solari che permettono di conservare un po’ di energia. Tutto questo chiaramente ha effetti catastrofici sulla popolazione.
Il piano è stato spiegato ad aprile direttamente da Netanyahu: Hamas dovrà lasciare la Striscia di Gaza, i civili saranno oggetto di una migrazione “volontaria” seguendo il programma di Trump, il Governo israeliano gestirà il territorio implementando la migrazione, ossia le persone dovranno andare via. Se invece sceglieranno di restare, saranno la mancanza di acqua e cibo a fargli cambiare idea, insomma un piano crudele riservato a milioni di persone che vivono in un assedio senza vie d’uscita.
Un funzionario di Tel Aviv ha comunicato che Netanyahu pensa che questo piano sia molto buono per far ritornare gli ostaggi israeliani a casa, perchè l’allargamento del territorio controllato dalle forze armate darebbe a Tel Aviv un vantaggio nei futuri negoziati con Hamas.
Israele per raggiungere il suo obiettivo cerca di alzare sempre di più l’asticella della paura e di normalizzare un genocidio, grazie al sostegno di Stati Uniti ed Unione Europea. Infatti in queste settimane sono stati uccisi molti giornalisti e le bombe stanno ammazzando circa 100 bambini al giorno, la crudeltà di questi atti è impressionante.
Attualmente Tel Aviv controlla quasi un terzo della Striscia di Gaza con una presenza fissa nel nord, in alcuni punti speciali e lungo i corridoi di Netzarim e Morag che spaccano il territorio e fanno in modo che la gente sfollata non possa tornare. Il nuovo piano prevede una presenza permanente dell’esercito di occupazione con l’obiettivo di impedire il ritorno di Hamas. Per questa operazione il Capo di stato maggiore Eyal Zamir ha ordinato la mobilitazione di migliaia di riservisti.
Lo Stato ebraico questa operazione di conquista l’ha denominata “Carri di Gedeone”, personaggio tratto dalla Bibbia che avrebbe guidato un piccolo esercito israelita contro un nemico numericamente superiore riuscendo a batterlo. Netanyahu ha dichiarato che i palestinesi saranno “spostati per la loro sicurezza”, senza fornire però informazioni riguardo l’area di destinazione.
Le intenzioni del Governo ebraico sono ben evidenti e rappresentano il punto del non ritorno; a differenza del passato, le forze armate israeliane occuperanno Gaza per un tempo indefinito, aspettando probabilmente un’annessione formale. Il Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha detto senza troppi giri di parole che Israele finalmente occuperà la Striscia di Gaza. Inoltre quest’ultimo ha spiegato che il piano non si fermerà nemmeno se verranno liberati i prigionieri di Hamas, un aspetto che dimostra quanto il vero obiettivo del Governo di Tel Aviv sia l’occupazione di questa zona.
I Governi occidentali, le classi dirigenti e il mondo dell’informazione sono a conoscenza della tragedia che si sta consumando a Gaza e sostengono Israele in questa operazione disumana. Dichiarazioni di distruzioni di popoli, intensificazione con tanto di diretta televisiva della distruzione, omicidi di massa, bombardamenti indiscriminati verso strutture sanitarie lasciano totalmente indifferenti i Governi che amano definirsi “democratici”.
L’Occidente che parla sempre di rispetto dei diritti umani con il suo silenzio dimostra la propria complicità in questo massacro. Il piano approvato dal Governo di Tel Aviv comprende la creazione da parte delle forze di occupazione di un’agenzia che si occuperà del trasferimento dei palestinesi, ciò che sta prendendo forma in sostanza è il piano annunciato da Trump a febbraio.
Quindi una parte dei palestinesi espulsi andranno nei campi di detenzione presenti a sud di Gaza e qui probabilmente saranno uccisi da fame e malattie o direttamente dai soldati israeliani, i sopravvissuti invece saranno cacciati dalla propria terra per sempre. La stampa occidentale ha scritto che lo sviluppo del piano avverrà dopo la visita di Trump in Medio Oriente alla metà di maggio, ciò sembrerebbe aprire uno spiraglio per trovare un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi.
Tuttavia, le speranze sono poche poiché Netanyahu continua a respingere qualsiasi proposta di tregua a titolo definitivo di Hamas, offrendo unicamente ipotesi di accordo completamente inaccettabili. Secondo Osama Hamdan, uno dei Capi di Hamas, le proposte ebraiche non porterebbero alla pace ma garantirebbero solamente uno stop temporaneo delle operazioni militari e l’ingresso degli aiuti umanitari per pochi giorni, in seguito ci sarebbe una nuova offensiva.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, in un comunicato emesso il 4 maggio, ha denunciato che Israele blocca i rifornimenti di cibo in entrata a Gaza da 9 settimane, pertanto i magazzini sono vuoti. L’organizzazione ha anche detto che il Segretario Generale delle Nazioni Unite e il Coordinatore dei soccorsi di emergenza non parteciperanno a piani che non rispettano i diritti umani, di imparzialità, indipendenza e neutralità.
Quando si parla di piani di invasione della Striscia di Gaza da parte di Israele bisogna ricordare che la Corte Costituzionale di Giustizia ha stabilito che l’occupazione delle terre palestinesi al di fuori dei confini del 1967, prima della guerra avvenuta il medesimo anno, è illegale. L’Assemblea generale dell’ONU ha invitato Israele a lasciare i territori occupati, il Governo sionista ha reagito dicendo che il Segretario generale delle Nazioni Unite non è una persona gradita.
In questo momento Israele si pone fuori dal diritto internazionale ma militarmente è sostenuto da Stati Uniti e nazioni europee, se così non fosse sarebbe già rimasto isolato e probabilmente il genocidio verrebbe fermato. Il mondo per vedere la fine di questo orrore ha bisogno di una pace istituzionalizzata costruita sul diritto, sulle regole e sul rispetto degli esseri umani.
Il CeSE-M sui social