Uzbekistan: un viaggio tra moschee, mausolei e luoghi legati alla Via della Seta

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di Stefano Vernole

Grazie al Press Tour organizzato dal Ministero del Turismo e dell’Eredità Culturale della Repubblica dell’Uzbekistan e alla collaborazione dell’Agenzia Italia Unica Events abbiamo potuto scoprire i progressi realizzati dal Paese a partire almeno dal dicembre 2016, quando l’attuale Presidente Shavkat Mirziyoyev venne eletto la prima volta1.

Mirziyoyev ha inaugurato una politica di apertura del Paese sia rispetto ai vicini che a livello internazionale e il turismo rappresenta uno dei settori di punta del rinnovato soft power uzbeko (oltre 6 milioni di visitatori nel 2022 ma con una netta prevalenza di turisti russi, circa 20 volte più degli europei). Durante il periodo della pandemia con le frontiere chiuse, l’Amministrazione presidenziale ha deciso di aiutare economicamente quanti volevano costruire nuove infrastrutture turistiche e consigliato ad ogni singola destinazione di implementare un proprio festival internazionale per attrarre il turismo giovanile.

La capitale, Tashkent, ci è apparsa subito una città molto più moderna rispetto al previsto, caratterizzata da ampi viali e provvista di telecamere per garantire la sicurezza dei cittadini.

Il complesso monumentale Khazrati-Imam si trova nel cuore della città vecchia, sopravvissuta al più forte terremoto del 1966, ed è stato costruito vicino al luogo di sepoltura del primo imam di Tashkent, Kaffal ash Shashi, che era uno studioso e una figura religiosa. Il complesso è costituito dalla moschea Tillya Sheikh, dal mausoleo di Abu Bakr Kaffal Shashi, dalla madrasa di Barak Khan e dall’Istituto islamico Imam al-Bukhari. Qui si trova una biblioteca per i visitatori, dove è conservato un gran numero di letterature manoscritte orientali, così come il Corano del terzo Khalif – Osman che è conservato separatamente, scritto nel VII secolo. Questo antico libro sacro è piuttosto grande ed è composto da 353 fogli di pergamena. Il libro è stato portato in Uzbekistan durante il periodo di Amir Temur e gli scienziati russi che lo hanno studiato ne hanno confermato l’autenticità.

Un altro complesso architettonico a Tashkent degno di nota è quello dedicato al nobile mentore di tutti gli artigiani Suzuk-ota. Quest’uomo era conosciuto in tutta la città e anche oltre, famoso per i suoi talenti, la capacità di radunare la gente e le azioni benefiche che suscitavano grande rispetto tra i residenti locali. Il complesso è costituito da una moschea e da un mausoleo costruiti durante il regno di Amir Temur nel 1392. Nel 2019 ha avuto luogo un’importante ristrutturazione di questo edificio religioso.

Davvero di notevole fattura è il Museo statale della storia dei Temuridi (meglio conosciuto come il Museo Amir Temur), inaugurato a Tashkent nel 2006 nel cuore della città e visitato da oltre 100.000 persone ogni anno. Amir Temur, famoso statista e comandante militare, è nato nel villaggio di Khoja Ilgar, vicino a Shahrisabz. Era il figlio di Taragai, un membro della famiglia Barlas. Fin da giovane Temur ha combattuto in varie guerre, imparando il sistema amministrativo. Ha governato un vasto impero per oltre 30 anni, creando un vasto Stato e condizioni favorevoli per lo sviluppo dell’economia. Il Museo conta su più di 3.000 reperti, tra cui gioielli, vestiti, strumenti musicali, manufatti e altri oggetti medioevali. Una copia dell’Osman Corano, il libro sacro dei musulmani, è conservata nella sala centrale. Nel Museo si possono vedere anche numerosi carteggi di Tamerlano e dei suoi discendenti con i monarchi dei Paesi europei, dipinti raffiguranti il grande condottiero, varie miniature e modelli di famosi monumenti costruiti dalla dinastia timuride. Si tratta di una preziosa testimonianza della sua consapevolezza dell’unità euro-afroasiatica e dell’importanza geopolitica di un Paese al centro dell’Antica così come della Nuova Via della Seta.

Degno di nota è il Museo delle Arti Applicate di Tashkent, la cui collezione contiene più di 7.000 capolavori dall’inizio del XIX secolo ad oggi, tra cui ceramiche, gioielli, ricami in oro, costumi nazionali, tappeti, zucchetti, miniature e dipinti su legno, porcellane, strumenti musicali e molto altro. Ospita una collezione essenziale per capire la storia dell’artigianato del Paese.

Una vista notturna di Tashkent, capitale dell’Uzbekistan

Umanamente la visita al Gran Bazar Eski Juva di Tashkent il sabato mattina è stata una delle più significative. Qui si possono incontrare migliaia di persone locali alla ricerca dei prodotti più tipici e genuini della gastronomia uzbeka. Non è solo un mercato ma anche una specie di circolo dove incontrare amici e conoscenti; è un luogo di intrattenimento pubblico, dove le notizie si diffondono con il passaparola. Questo bazar si trova proprio nel cuore del cosiddetto centro storico della capitale, accanto a piazza Chorsu; il fatto che Eski Juva sia stato costruito nelle immediate vicinanze della maestosa Moschea Friday Jami e della Kukeldash Madrassah risalente al XV-XVI secolo, è la prova del suo peculiare ruolo nella vita sociale della città. Sono presenti anche botteghe di fabbri, falegnami e intagliatori del legno. I ceramisti offrono piatti lyagan e ciotole kosa con motivi dipinti di blu e turchese. Si possono trovare tappeti di Khiva, Samarcanda, Bukhara, Afghanistan, Turchia e persino Belgio – e non puoi fare a meno di ricordare che ti trovi nel cuore della Via della Seta. Non lontano merita una visita la moschea Khoja Ahrar Wali, un bellissimo edificio con tre cupole formanti una grande insieme architettonico.

Per capire la cultura uzbeka, non sono mancate le occasioni gastronomiche. Il piatto favorito è il plov, riso speziato a base di carne di montone (fritta e bollita), cipolle, carote (a volte anche con uva secca, ceci o frutta). Ogni regione presenta proprie particolarità nella sua preparazione e gli uomini sono fieri della loro abilità nel preparare quello che definiscono il plov più caratteristico e sontuoso dell’Asia Centrale. La tradizione vuole che il cuoco lo cucini su un fuoco aperto, servendo a 1.000 persone da una stessa pentola, durante le feste o le occasioni speciali. La principale differenza tra il plov uzbeko e le preparazioni analoghe è che il riso non viene cotto al vapore, bensì lasciato cuocere lentamente nello zirvak – un ricco intingolo a base di carne e verdure – sino a quando non ha assorbito tutto il liquido.

Tra le varie iniziative adottate dal presidente Mirziyoyev per caratterizzare l’identità nazionale uzbeka, almeno due nella capitale meritano menzione.

Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, a Tashkent sono stati restaurati 47 monumenti dedicati ai veterani della Seconda guerra mondiale, mentre il monumento a Shaakhmed Shamakhmudov, il fabbro che ha adottato 15 orfani durante il conflitto, è stato riportato al suo legittimo posto in Piazza dell’Amicizia del Popolo. Il Memoriale ricorda gli uzbeki morti tra il 1941 e il 1945 ed è ricco di simboli risalenti a quel tragico periodo. Il Monumento alla Madre Piangente, una statua di pietra imponente e commovente che si trova nel mezzo del bellissimo parco, fronteggiato da una fiamma eterna, simboleggia la vera storia di una madre coraggiosa che ha perso i suoi cinque figli durante la Seconda guerra mondiale.

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La suggestiva metropolitana di Tashkent – che ricorda vagamente quella di Mosca – ci ha poi condotto al Parco Nazionale dell’Uzbekistan e a Piazza dell’Indipendenza, tra le principali mete turistiche della capitale2. Pur trattandosi di luoghi altamente moderni e adatti alle famiglie, non mancano anche qui monumenti significativi per l’identità culturale del Paese, fatti costruire per volontà dello stesso presidente uzbeko.

Il trasferimento nella leggendaria città di Samarcanda avviene puntualmente tramite il treno ad alta velocità Afrosiab 764F (con partenza da Severniy-Nord), un unicum per la regione. Una menzione particolare la merita anche la pulizia delle stazioni ferroviarie rigorosamente controllate e accessibili soltanto dai viaggiatori. Le prime visite in quella che a vario titolo è stata definita la Roma d’Oriente, la capitale dell’Asia Centrale e il centro d’Eurasia, hanno riguardato il Mausoleo di Tamerlano e il Registan Square.

Il primo complesso occupa un posto fondamentale nella storia dell’architettura islamica e per lo stile azero, inoltre fu precursore e modello per le posteriori grandi tombe dell’architettura Moghul, tra cui la tomba di Humayun a Delhi ed il Taj Mahal ad Agra. Trattandosi di una delle principali attrazioni turistiche della regione, è stato oggetto di importanti restauri. L’architetto principale del mausoleo era originario della città iraniana di Isfahan – Mahmoud Isfahani; Temur ordinò di costruire un mausoleo per suo nipote, che divenne poi la tomba di famiglia di Gur-Emir. Dopo essere stato uno degli snodi principali dell’Antica Via della Seta, Piazza del Registan è in fondo ancora oggi il punto nevralgico di Samarcanda. Fu il cuore degli studenti di buona parte dell’Asia Centrale, che si recavano qui per imparare soprattutto la medicina, l’astronomia e la musica nelle grandi madrase (scuole). Le tre madrase del Registan sono: Ulugh Beg Madrasah (1417-1420), Tilya-Kori Madrasah (1646-1660) e Sher-Dor Madrasa (1619-1636).

L’osservatorio astronomico di Ulugbek si trova di fronte all’area occupata dal Museo Memorial ed è una vera e propria opera d’ingegneria che ancora oggi si sta studiando. Fu fatto costruire per ordine del governatore di quel tempo, Mirzo Ulugbek nel secolo XV, diventando il primo osservatorio dell’Oriente. Ulugbek oltre ad essere governatore fu un famoso astronomo e creò un sestante di 30 metri (3 piani d’altezza), per poter misurare la posizione delle stelle con la massima precisione possibile e in questo modo disegnare mappe astronomiche. Questo osservatorio fu distrutto deliberatamente nel 1449 e i suoi resti vennero riesumati solo nel 1908 grazie all’archeologo russo Vasiliy Lavrent’evich Vyatkin. Quasi 60 anni dopo le autorità sovietiche riuscirono nel 1964 ad inaugurare il nuovo osservatorio e l’attuale Museo Memorial.

Fuori dal centro storico di Samarcanda, sta invece sorgendo un complesso turistico finanziato dai principali industriali uzbeki ma con il contributo di investitori esteri. Qui passano spesso il fine settimana le famiglie locali che cercano di sfuggire al turismo straniero. Ne fa parte anche il Samarkand Regency3, il più importante hotel dell’Asia centrale, all’interno del quale lo scorso settembre si è svolto il vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shangai. Il prossimo autunno Gazprom organizzerà proprio qui un imponente incontro economico eurasiatico.

Nel 2018 il presidente dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev annunciò il progetto dell’Università internazionale del turismo e dell’eredità culturale lungo la Via della Seta, nell’ambito del concetto di sviluppo del sistema di istruzione pubblica fino al 20304. A Samarcanda questo istituto ospita oggi almeno 150 ragazzi stranieri con borse di studio ad hoc – oltre agli studenti uzbeki – offre corsi in lingua inglese e seleziona i partecipanti sulla base di criteri meritocratici (bisogna avere almeno il diploma e una certificazione per l’inglese) senza obbligo di frequenza. Attualmente l’Università ha firmato 70 protocolli internazionali con altrettante istituzioni straniere, tra le quali la Scuola Alberghiera ISPEOA Tor Carbone. Dei due vice-rettori, uno è statunitense e l’altro cinese (https://univ-silkroad.uz/en/).

Samarcanda ospita anche alcuni centri enogastronomici (ad esempio la Filatov Vinehouse) e testimonianze dell’artigianato locale, dove si producono carta, olio ed energia in maniera tradizionale.

Sempre grazie all’alta velocità ferroviaria, siamo giunti a Bukhara, una delle gemme turistiche dell’Uzbekistan per il suo centro storico incluso nella lista del patrimonio mondiale dall’UNESCO. Questa maestosa città, secondo le stime più prudenti, risale a più di 2500 anni fa e sul suo territorio si trovano molte antiche moschee, madrase e tombe dei santi islamici.

Bukhara è l’unica città dell’Asia centrale la cui storia è stata quasi completamente documentata dal famoso storico del X secolo, Narshakhi. Secondo gli etimologi, questo nome deriva dal sogdiano bukharak, che si traduce come “luogo felice” in effetti perfino Gengis Khan avrebbe esitato a combattere di fronte al suo splendore.

Ora a Bukhara rimangono più di 140 monumenti appartenenti a diverse epoche, quartieri e persino intere aree, erette più di un secolo fa, sono state conservate come testimonianza del passaggio delle carovaniere dell’antica Via della Seta5. Il Governo ha concesso in comodato d’uso alcuni di questi siti e per 30 anni quanti provvedono al loro restauro sono esenti dal pagamento delle imposte.

Prima sede di un emirato islamico e poi al centro del “grande gioco” geopolitico tra Russia e Inghilterra in Asia centrale, a Bukhara si respira un’influenza culturale persiana e oltre al russo e all’uzbeko si parla correntemente il tagiko (o meglio il persiano).

La polizia turistica è indubbiamente una delle maggiori novità e dimostra la volontà del governatore regionale di attrarre in città i visitatori stranieri, specie europei. La sua intenzione è sfruttare la bellezza e l’ospitalità di Bukhara come hub dal quale compiere escursioni quotidiane verso altre mete, così da far rimanere in città i turisti per almeno una settimana.

In conclusione, se in alcune zone rimane ancora molto da fare per garantire standard turistici occidentali, almeno il percorso da noi intrapreso appare sicuro (con telecamere dappertutto) e ricco di innovazioni, in particolare grazie allo sviluppo economico davvero sorprendente registrato dal Paese negli ultimi anni.

Il processo di apertura inaugurato dal Presidente Mirziyoyev riguarda anche la società; pur rimanendo uno Stato a maggioranza islamica, l’Uzbekistan somiglia oggi più ad una Repubblica laica che ad un regime dove si osserva scrupolosamente la sharia, concedendo libertà di scelta religiosa a uomini e donne e tutelando le diverse fedi.

Un fattore che sicuramente peserà anche nelle considerazioni dei futuri visitatori.

NOTE AL TESTO

1 Il 25 ottobre 2021 Shavkat Mirziyoyev è stato rieletto presidente una seconda volta con l’80% circa dei voti.

Il sito dell’agenzia che ha contribuito alla realizzazione del viaggio dal 13 al 20 aprile 2023 è: https://italiaunicaevents.com/?lang=it

2 Tashkent conta su 3 linee e 33 stazioni della metropolitana.

3https://it.lhw.com/hotel/Samarkand-Regency-Amir-Temur-Samarkand-Republic-of-Uzbekistan

4 The Concept of Development of the Public Education System until 2030 is adopted, “Uz Daily”, 30 aprile 2019. All’interno del concetto, l’Uzbekistan prevede di entrare nei 30 principali Paesi del mondo secondo la valutazione del PISA (The Program for International Student Assessment) entro il 2030. Si prevede di attuare misure di aggiornamento dei contenuti del sistema di formazione continua, nonché di formazione, riqualificazione e perfezionamento professionale del personale.

5 Tra i monumenti più significativi di Bukhara segnaliamo il Minareto di Kalyan, la Madrasa di Chor-Minor, il Mausoleo di Ismail Samani e la Moschea della Casa di Bolo.

Stefano Vernole è vicepresidente del Centro Studi Eurasia e Mediterraneo e responsabile per le relazioni esterne dello stesso

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