La politica estera del Kazakhstan continuerà ad essere multivettoriale

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di Stefano Vernole

Se le elezioni tenutesi lo scorso 19 marzo in Kazakhstan hanno rafforzato stabilità del Paese e il nuovo corso intrapreso dopo i tragici eventi del gennaio 2022, un elemento di continuità è però rimasto nel passaggio di consegne da Nazarbayez a Tokayev: la tradizionale politica estera multivettoriale perseguita dall’indipendenza ad oggi1.

La sua strategica collocazione geografica – tra i giganti russo e cinese e vicino ad aree instabili come Afghanistan e Medio Oriente – impone un’ampia diversificazione dei referenti esterni e lo stesso vale per lo sviluppo della sua economia.

Vi è peraltro un legame preferenziale con la Russia per ragioni storiche, economiche e di vicinato (il confine terrestre tra i due Paesi è di oltre 7.000 km). Il Kazkahstan si è fatto promotore del progetto d’integrazione economica nell’area ex-sovietica che, dal 1 gennaio 2015, ha portato alla costituzione dell’Unione Economica Euroasiatica con Russia, Bielorussia, Armenia e Kyrgyzstan.

I rappresentanti del Governo kazako non hanno mancato di chiarire il loro punto di vista, soffermandosi sugli stretti e storici rapporti tra Astana e Mosca in ambiti come quello militare (nucleare compreso) ed energetico. Tale legame non è però visto dal Kazakhstan in senso esclusivo; questa è la ragione per cui si cerca di diversificare i rapporti economici e si affrontano le varie questioni all’ordine del giorno alla luce del diritto internazionale, ad esempio non riconoscendo la dichiarazione di indipendenza delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk e tutelando rigorosamente i propri confini statuali (la minoranza russa rappresenta circa il 25% del Paese e la lingua russa è riconosciuta ufficialmente). Ci sono più di 7.000 imprese in Kazakhstan con partecipazione di capitali russi e più di 3.000 joint ventures russo-kazake, una tendenza accentuatasi dopo il processo sanzionatorio euro-statunitense che ha colpito la Federazione Russa.

Astana è conosciuta nel mondo diplomatico anche per i colloqui di pace relativi al conflitto siriano, ad essi il Kazakhstan partecipa solo dal punto di vista tecnico ma non politico (proprio per ribadire la propria neutralità sulle vicende siriane, così come avviene per la questione del Nagorno Karabakh), pur condividendone i cambiamenti positivi che possono derivarvi.

Un secondo rapporto preferenziale è quello con la Cina, che dispone dei capitali necessari ad importanti investimenti e che rappresenta per Astana un esemplare esempio di cooperazione win-win2.

In parallelo, il Kazakhstan ha negoziato un nuovo Accordo di Cooperazione e Partenariato rafforzato con l’Unione Europea, firmato nel dicembre 2015; la UE nel suo insieme rappresenta il primo investitore e il primo partner commerciale del Paese. Dal primo marzo 2020, inoltre, le relazioni commerciali tra l’UE e il Kazakhstan sono regolate dall’EPCA (Accordo Rafforzato di Partenariato e Cooperazione), il primo trattato del genere concluso tra l’Unione europea e una nazione dell’Asia Centrale.

Rapporti economici molto rilevanti vi sono poi con Turchia, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Paesi del Golfo Persico e Iran.

Diverse sono le opportunità di internazionalizzazione che si aprono al Paese con la Nuova Via della Seta, iniziativa proposta dal Presidente cinese Xi Jinping nel 2013 e che vede il Kazakhstan come snodo centrale del commercio tra Europa e Cina. Il rafforzamento del partenariato con la Cina e il potenziamento del porto secco di Khorgos, all’estremo oriente del Paese, dovrebbero permettere al Kazakhstan di divenire un punto di snodo centrale nel transito delle merci che dal gigante asiatico sono dirette all’Europa e all’area mediorientale. Nei piani cinesi e in quelli delle Autorità kazake, un rafforzamento del traffico delle merci lungo la rotta ferroviaria che passa per Khorgos potrebbe in qualche modo fare concorrenza alle consuete rotte marittime che transitano per l’Oceano Indiano e il Canale di Suez. Queste ultime hanno tempi più lunghi (45 giorni circa dall’Estremo Oriente all’Europa, contro i 15 giorni circa per la tratta su rotaia tramite l’Asia Centrale) e sono soggette a complicazioni logistiche ben note, esemplificate pochi mesi fa dall’incidente della nave Ever Given. L’obiettivo delle leadership di Pechino e Astana non è quello di spostare integralmente il traffico merci dal mare alla terra, anche per gli evidenti limiti di carico di un treno rispetto a una nave, ma di “dirottare” una parte delle spedizioni, in particolare quelle che hanno bisogno di tempi di consegna più rapidi, lungo la rotta ferroviaria che transita per l’Asia Centrale. Tale dinamica può avvantaggiare anche le imprese italiane interessate a esportare in Cina, approfittando del potenziamento di questo canale di trasporto terrestre. Pechino e Astana ritengono fortemente complementari il programma kazako Nurly Zhol e la Belt and Road Initiative e potrebbero investire ulteriormente in questo settore, rendendo sempre più salda la posizione del Kazakhstan come snodo logistico centrale dell’Eurasia.

Il Kazakhstan è tradizionalmente molto attivo nei formati multilaterali, dall’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, di cui ebbe la Presidenza nel 2010) all’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai, alla Comunità Economica dell’Asia Centrale (dove promuove diverse iniziative di cooperazione regionale quali la CICA – Conference for Interaction and Confidence-Building Measures in Asia e il corridoio transiberiano per stabilizzare l’area intorno all’Afghanistan).

Il 28 giugno 2016 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite aveva eletto il Kazakhstan come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza nel 2017-2019 per l’area Asia-Pacifico: il Paese, che aveva presentato la sua candidatura a giugno 2010, ha registrato come priorità del suo mandato il disarmo nucleare, la questione energetica e lo sviluppo sostenibile.

Il Kazakhstan appartiene inoltre al Consiglio di Cooperazione dei Paesi turcofoni; aprendone il summit virtuale (a causa delle restrizioni dovute al Covid-19) nel 2021, il Presidente Tokayev ha suggerito di creare una zona economica speciale dei Paesi di lingua turca proprio nella regione meridionale kazaka del Turkestan. Secondo il capo dello Stato kazako, aumentare il fatturato commerciale dovrebbe essere una priorità per gli Stati membri del Consiglio turco e in questo contesto, il Turkestan consente vasti investimenti e opportunità economiche, tenendo conto delle sue ampie risorse naturali, del capitale umano e del potenziale turistico. Tokayev ha perciò sottolineato la volontà di trasformare la regione dei Paesi di lingua turca in uno degli spazi economicamente e culturalmente più importanti del XXI secolo.

Al summit parteciparono anche il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, il presidente dell’Uzbekistan, Shavkat Mirziyoyev, il presidente del Kirghizistan, Sadyr Zhaparov, il presidente del Turkmenistan, Gurbanguly Berdimuhamedow, il primo ministro dell’Ungheria, Viktor Orbán, e il Segretario generale del Consiglio di cooperazione degli Stati turcofoni, Bagdat Amreyev.

Molte grandi imprese italiane sono già presenti in Kazakhstan da anni, ad esempio Iveco/New Holland, Todini (che ha venduto poi ad una società kazaka), Ferrero e soprattutto ENI (il Kazakhstan è tra i primi 15 produttori mondiali di petrolio e dodicesimo per riserve, quindicesimo per riserve di gas naturale, il sottosuolo è molto ricco di minerali e risorse preziose come l’uranio).

Nel Paese l’Italia esporta soprattutto macchinari agricoli, moda (abbigliamento e calzature) ma le aspettative del Governo di Astana per i prossimi anni sono quelle di aprire sempre più il Kazakhstan a nuovi settori economici, grazie al contributo dei partner internazionali. Nello specifico, l’agribusiness, l’economia verde e le energie rinnovabili, insieme alla meccanica, alla ceramica, al tessile e al turismo rappresentano dei nuovi ambiti di cooperazione fra aziende italiane e kazake, laddove i nostri gruppi, forti di esperienza e credibilità a livello globale, potrebbero fornire servizi e conoscenze preziose quanto necessarie per il mercato locale3.

Il Kazakhstan possiede una forte struttura dipartimentale rappresentata da venti regioni con le rispettive specificità, come in Italia, ognuna delle quali con un proprio direttore regionale preposto al business. Da qui l’importanza delle elezioni per i maslikhat, i consigli locali, che a volte sono più importanti delle elezioni parlamentari, poiché affrontano problemi sociali urgenti nelle regioni.

Astana International Forum, organizzato dal governo del Kazakhstan, si svolgerà l’8 e il 9 giugno 2023, ed è solo l’ultima offerta di una lunga serie di sforzi del Kazakistan per promuovere il dialogo tra i leader di varie nazioni e imprese, specie alla luce delle attuali turbolenze mondiali. Il Forum offrirà anche eccezionali opportunità di networking e la possibilità di condividere nuove idee nei settori delle politiche estere, economiche e commerciali, nonché del cambiamento climatico e dello sviluppo energetico4.

“Adottare misure tempestive per adattarsi alle realtà geopolitiche, senza deviare da un corso di politica estera proattivo, pragmatico ed equilibrato, è il compito fondamentale per la diplomazia interna”, hanno ribadito i vari ministri kazaki durante le interviste rilasciate prima delle recenti consultazioni elettorali. Gli obiettivi del Governo di Astana rimangono quelli di garantire l’effettiva attuazione del concetto di politica estera approvato dal presidente Kassym-Jomart Tokayev nel 2020: garantire sicurezza e stabilità lungo il perimetro dei confini del Paese, aumentare il ruolo del Kazakhstan come soggetto della politica regionale e globale, e tutelarne gli interessi nazionali.

Nel 2022 il presidente Tokayev ha effettuato 13 visite all’estero e ha partecipato a 26 eventi internazionali online e offline, portando alla firma di 175 documenti. Il Kazakhstan ha ospitato lo scorso autunno il settimo Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, a cui ha partecipato Papa Francesco e la Conferenza sulle misure di rafforzamento della fiducia e dell’interazione in Asia (CICA)5.

Anche nel 2023 il Governo di Astana si concentrerà sullo sviluppo di relazioni di buon vicinato e reciprocamente vantaggiose con partner strategici, principali potenze globali e leader regionali.

Così come ribadito dai suoi Ministri degli Esteri e dell’Economia, nonostante le turbolenze globali causate dalla crisi ucraina e dalle sanzioni euro-atlantiche, la politica estera multivettoriale del Paese rimarrà immutata e il Kazakhstan continuerà a mantenere buoni rapporti con tutti.

NOTE AL TESTO

1 Cfr. Stefano Vernole, Le elezioni parlamentari e locali hanno rafforzato la stabilità del nuovo Kazakhstan, www.cese-m.eu, 23 marzo 2023.

2 Antonios Vitalis, The BRI in Kazakhstan: The Chinese Dream with Kazakh Characteristics?, “E-International Relations”, 26 febbraio 2023.

3 Per maggiori informazioni cfr. https://invest.gov.kz/

4 https://astanainternationalforum.org/

5 Kazakhstan’s Multivector Foreign Policy Proves Its Usefulness and Uniqueness, Says Foreign Minister, “The Astana Times”, 13 gennaio 2023.

Stefano Vernole è vice presidente del Centro Studi Eurasia e Mediterraneo e responsabile per le relazioni esterne della stessa asssociazione. Ha partecipato per il CeSEM ad una missione di giornalisti europei dopo i tumulti di gennaio 2022 in varie città del Paese e ad Astana come osservatore internazionale alle elezioni parlamentari del Kazakhstan del 19 marzo 2023.

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