Dichiarazione di Abbas Araghchi (Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran) al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite

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di Abbas Araghchi

Signor Presidente, Distinti Delegati,
 Mi chiamo Abbas Araghchi, Ministro degli Affari Esteri dell’Iran, una nazione amante della pace che eredita una delle civiltà più antiche e che ha dato un contributo significativo alla civiltà umana, alla cultura e all’etica.

Ora, questa nazione di 100 milioni di abitanti è oggetto di un atto di aggressione flagrante da parte di un regime che da due anni sta commettendo un terribile genocidio in Palestina e che occupa i territori dei paesi vicini.
 
 Signore e Signori,
 Mi rivolgo a questo illustre consesso per ricordare la responsabilità legale ed etica che ogni Stato membro e osservatore del Consiglio per i Diritti Umani ha nel fronteggiare questa grave ingiustizia.
 Israele ha lanciato un’aggressione non provocata contro l’Iran, in evidente violazione dell’Articolo 2(4) della Carta delle Nazioni Unite e in sfida aperta a tutti i principi e le regole che questo Consiglio rappresenta.
 Questa è una guerra ingiusta imposta al mio popolo dalle prime ore di venerdì 13 giugno, quando Israele ha perpetrato una serie di operazioni illecite e criminali contro personale militare fuori servizio, professori universitari e civili. Centinaia di miei connazionali sono stati uccisi o feriti a seguito degli attacchi armati a sorpresa e delle operazioni terroristiche israeliane contro aree residenziali, infrastrutture pubbliche, ospedali e centri sanitari.
 
 Anche le nostre strutture nucleari pacifiche sono state prese di mira, nonostante siano sotto pieno monitoraggio dell’AIEA e nonostante il fatto che attacchi a tali strutture siano assolutamente vietati dal diritto internazionale. Gli attacchi israeliani contro siti nucleari costituiscono gravi crimini di guerra, soprattutto considerando il pericolo di una catastrofe ambientale e sanitaria derivante da una possibile fuoriuscita radioattiva.
 
 Signor Presidente,
 L’Iran, membro fondatore del sistema delle Nazioni Unite, si aspetta giustamente che ognuno di voi si schieri a favore della giustizia, dello stato di diritto e dei principi fondamentali di umanità ed etica. L’Iran è oggetto di un atto di aggressione spietato. Questo fatto chiaro e innegabile non deve essere distorto da Israele e dai suoi sostenitori. L’aggressione israeliana contro l’Iran non può e non deve essere giustificata da alcun standard legale o morale. Qualsiasi giustificazione di questa guerra ingiusta e criminale equivarrebbe a complicità.
 L’Iran sta difendendosi da questa aggressione barbara. Siamo legittimati, incaricati e determinati a difendere la nostra integrità territoriale, sovranità nazionale e sicurezza con tutte le forze. Questo è un nostro diritto intrinseco, come chiaramente riconosciuto anche dall’Articolo 51 della Carta.
 
 Cari Colleghi,
 La pace e lo stato di diritto sono gravemente minacciati dall’invasione illegale dell’Iran da parte di Israele. Israele sta commettendo crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il diritto umanitario internazionale, già compromesso a causa delle incessanti atrocità di Israele nei territori occupati e altrove, è ora sotto un ulteriore serio attacco, poiché Israele sta violando gravemente le Convenzioni di Ginevra del 1949.
 
 Signor Presidente,
 La Svizzera, custode delle Convenzioni di Ginevra e dei Protocolli sul diritto internazionale umanitario, ha una responsabilità importante in merito. In effetti, ogni Stato parte delle Convenzioni del 1949 deve farsi carico delle proprie responsabilità, in particolare degli Articoli Comuni 1 e 3.
 
 Cari Colleghi,
 Siamo stati attaccati mentre era in corso un processo diplomatico. Dovevamo incontrare gli americani il 15 giugno per raggiungere un accordo molto promettente per una risoluzione pacifica delle questioni sollevate sul nostro programma nucleare pacifico. È stato un tradimento della diplomazia e un colpo senza precedenti alle fondamenta del diritto internazionale e del sistema delle Nazioni Unite.
 
 Permettetemi di essere chiaro:
 Se esiste un motivo per cui abbiamo creato negli ultimi otto decenni sistemi e meccanismi costosi per preservare i diritti umani e la dignità umana, questo è il momento di metterli in uso.
 Abbiamo bisogno di azione adesso. L’indifferenza e l’inazione non possono essere un’opzione. Qualsiasi altra cosa porterà al rimorso collettivo. Le conseguenze di questa guerra d’aggressione non si limiteranno a un solo paese. Tutta la regione, e oltre, ne soffriranno. Ma più di questo: l’intero sistema giuridico internazionale basato sull’ONU ne sarà gravemente compromesso.
 
 Questo è un momento storico per la civiltà umana: una nazione civilizzata è stata colpita da una guerra d’aggressione ingiusta.
 Il mondo, ogni Stato, ogni meccanismo e organo dell’ONU, deve essere allertato e deve agire ora per fermare l’aggressore, porre fine all’impunità e ritenere responsabili i criminali per le loro continue atrocità e crimini nella nostra regione.
 
 Questo è l’appello di qualcuno che ha dedicato tutta la propria vita al dialogo e alla diplomazia, ma che è anche un veterano di una guerra imposta dal regime di Saddam e sa come difendere la sua amata patria.
 
 Grazie.

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