La mancanza dell’acqua in Italia: Un problema sempre più grave

3 mins read
Start

di Dario Tagliamacco

Tra cambiamento del clima e infrastrutture inefficienti, l’Italia rischia una crisi idrica senza precedenti. I casi di emergenza non sono episodi singoli e isolati, gli interventi di manutenzione sono ostacolati da una gestione complicata.

La siccità come la definisce Openpolis è un’espressione con cui si intende la prolungata scarsità di acqua che rende il suolo impermeabile ed esposto al rischio idrogeologico, è uno dei principali sintomi dei cambiamenti climatici in atto. Il problema interessa tutto il continente europeo ma in Italia la situazione si aggrava poiché mancano le infrastrutture per la gestione dell’acqua, la nazione perde gran parte dei metri cubi in una rete che registra troppi problemi. Negli ultimi 20 anni lo Stato italiano ha solamente investito tra l’1 e il 2% della sua spesa nei sistemi idrici, nel 2024, nelle regioni del Centro-Sud più volte sono avvenuti razionamenti e sospensioni dell’acqua potabile.
Dal 2004 al 2024 l’Italia ha vissuto nove fasi gravi di siccità con dei costi che hanno raggiunto quasi i 30 miliardi di euro, l’aspetto peggiore è rappresentato dalla carenza, e in alcuni casi dall’assenza, di infrastrutture idriche primarie, inoltre le criticità si estendono alla gestione programmata e condivisa per lo stoccaggio, la distribuzione e il riutilizzo dell’acqua. La penisola italiana ha un’abbondante quantità di acqua dolce prelevabile (140 miliardi di metri cubi), tuttavia questo non genera un’efficiente distribuzione della fondamentale risorsa. Pertanto l’acqua non manca ma non arriva a destinazione poiché la rete idrica non è adeguata e negli anni la tecnologia non è stata rinnovata a causa della mancanza di investimenti.
A marzo 2024 il presidente della regione Sicilia, Renato Schifani, ha proclamato lo stato di emergenza per la crisi idrica fino alla fine dell’anno, circa 1,6 milioni di persone hanno dovuto convivere con il razionamento dell’acqua mentre nel 2025 le piogge di maggio hanno portato un beneficio alla dotazione idrica del suolo favorendo uno slittamento in avanti della stagione irrigua. Tuttavia l’accumulo delle riserve di acqua nel sistema degli invasi (dighe) risulta limitato, questo perché ad aprile ha piovuto poco e i suoli hanno assorbito la maggiore quantità di acqua caduta senza rilasci di reticolo idrografico, quindi rimangono delle mancanze pluviometriche molto importanti mantenendo alta l’allerta sulla gestione idrica della regione e si può facilmente comprendere come il fenomeno ambientale della siccità è aggravato da problemi strutturali. Il caso della Sicilia è stato eclatante, nella zone di Caltanissetta e Agrigento l’acqua è stata razionata per mesi, anche a Palermo, la quinta città italiana, l’acqua è stata razionata in molti quartieri delle periferie per poi arrivare al centro città.
Anche nella regione Campania il 2024 è stato un anno critico dal punto di vista idrico, a dicembre le scuole di cinque comuni della provincia di Avellino sono state chiuse a causa della siccità, per mesi alcuni comuni della zona sono rimasti senza acqua corrente a causa della mancanza di piogge e per le condizioni vetuste delle reti pubbliche.
L’estate 2025 è all’inizio e l’allarme siccità e già vivo soprattutto nelle regioni del sud Italia, il cambiamento climatico è un rischio non solamente per l’agricoltura ma anche per l’approvigionamento dell’acqua per le persone. La Puglia è un’altra delle regioni colpite da tale fenomeno, gli invasi trattengono solamente 109 milioni di metri cubi d’aqua che corrispondono al 33% della capacità, nel 2024 il livello raggiunto è bastato unicamente per arrivare all’inizio della stagione estiva, la situazione attuale è ancora più critica e le colture regionali ne stanno facendo le spese.
Le regioni più in difficoltà da questo punto di vista sono la Sardegna che ha dovuto rinunciare a divere coltivazioni come mais, angurie, meloni e foraggio per il bestiame. Anche vigneti e oliveti hanno subito danni imponenti con risarcimenti che non comprono le perdite. La Sicilia, nella quale l’assenza di infrastrutture moderne peggiora l’effetto della scarsità di piogge con raccolti già compromessi, e la Basilicata, dove le piante di pomodoro e ortaggi sono in sofferenza nell’area di Potenza, invece nella zona di Matera temperature elevate ed umidità generano fenomeni di caduta precoce di pesche, albicocche, olive e agrumi.
Secondo gli esperti l’Italia è divenuto un Paese ad alta incertezza idrica, non è solo per una questione di siccità ma per un’alternanza di periodi di secca e di eccessi d’acqua. La gestione deve cambiare completamente, servono grandi investimenti in bacini multifunzionali e nella ristrutturazione della rete idrica per potersi adattare ai cambiamenti del clima.
Organizzazioni come il Codacons hanno denunciato l’inerzia della politica di fronte ad una situazione che sta diventando insostenibile. Carlo Rienzi, presidente dell’associazione, ha scritto: Il silenzio della politica italiana su un tema cruciale per il presente e il futuro del nostro Paese è agghiacciante e rivela la mancanza di una qualsiasi visione di lungo periodo in materia idrica.
Il presidente ha spiegato che nessuna istituzione politica sta cercando di risolvere veramente la crisi idrica, la quale è un problema di oggi e del futuro prossimo, infine ha aggiunto che vuole vedere quando i partiti smetteranno di ignorare questa realtà drammatica.

Iscriviti alla nostra Newsletter
Enter your email to receive a weekly round-up of our best posts. Learn more!
icon

AREA RISERVATA TESSERATI CeSE-M

Progetto di Ricerca CeSE-M

Il CeSE-M sui social

Naviga il sito

Tirocini Universitari

Partnership

Leggi anche