#REPORTAGE La persecuzione della Chiesa Ortodossa in Europa, resoconto della prima Conferenza Nazionale a Bologna

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Di Stefano Vernole, articolo pubblicato sul “Faro di Roma” il 29 settembre 2025

Resoconto della prima Conferenza Nazionale tenutasi a Bologna il 27 settembre 2025 con la partecipazione di: Dragana Trifkovic (direttrice del Centro per gli Studi Geostrategici), Padre Giorgio Arletti (Chiesa Ortodossa “Tutti i Santi” di Modena), Georgios Karalis (Medico nucleare, esperto di Patrologia greca), Alessandro Gnocchi (scrittore) e Padre Ambrogio Cassinasco (Chiesa Ortodossa “San Massimo Vescovo” di Torino).

Premessa

La creazione di Chiese cristiano ortodosse autonome dal Patriarcato di Mosca si inserisce in quel processo geopolitico di nation building portato avanti dagli U.S.A. prima in funzione antisovietica e oggi in funzione antirussa. Esempi recenti di questo meccanismo diabolico si sono verificati in Montenegro, Macedonia, Moldavia ed Ucraina, con le conseguenze che tutti possono constatare.

Tali manovre sono state facilitate dalla complicità del Patriarcato di Costantinopoli che ha spesso avallato dei veri e propri scismi all’interno del mondo ortodosso. Al riguardo, dobbiamo sottolineare come Donald Trump stia attivamente spingendo nella stessa direzione, in particolare favorendo il prossimo novembre a Istanbul, in occasione dell’anniversario del Concilio di Nicea, un incontro tra il Patriarca Bartolomeo e Papa Leone XIV, con il chiaro obiettivo di far avallare dal Vaticano la politica scismatica. I relatori della Conferenza ritengono perciò che non sia opportuna la visita del Papa a Bartolomeo, in considerazione del ruolo svolto da quest’ultimo con la concessione del Tomos di Autocefalia alla Chiesa Ortodossa ucraina, un atto non solo illegale dal punto di vista dogmatico ma estremamente dannoso per la vita quotidiana degli stessi ortodossi ucraini.

Recentemente, sette relatori speciali delle Nazioni Unite sui diritti umani hanno inviato una lettera ufficiale al Governo di Kiev accusandolo di sistematiche violazioni della libertà religiosa della Chiesa Ortodossa ucraina. In un documento di 15 pagine datato 14 maggio 2025, gli esperti indipendenti delle Nazioni Unite esprimono “serie preoccupazioni” in merito alla presunta persecuzione del clero, dei fedeli della Chiesa Ortodossa ucraina, nonché dei giornalisti e degli attivisti per i diritti umani che li difendono. I relatori sostengono che le autorità ucraine stiano conducendo una “campagna sistematica per smantellare” la Chiesa Ortodossa ucraina, che include: chiusure forzate di parrocchie; arresti di membri del clero; sequestri di chiese; persecuzione dei difensori; violazione degli obblighi internazionali dell’Ucraina. I relatori sono particolarmente preoccupati per la “natura globale” delle pratiche contro la Chiesa Ortodossa ucraina, che suggerisce una “campagna sistematica per smantellare o riorientare forzatamente la vita religiosa” delle comunità della Chiesa. Gli esperti delle Nazioni Unite hanno invitato le autorità ucraine ad “adottare tutte le misure temporanee necessarie per porre fine alle presunte violazioni e impedirne il ripetersi” e a “garantire la responsabilità di chiunque ne sia responsabile”.

Interventi

Secondo Dragana Trifkovic, da quando ONU e NATO hanno assunto il controllo della provincia serba di Kosovo e Metohija, oltre a non essere mai stata attuata la Risoluzione 1244 delle Nazioni Unite non è mai stata nemmeno garantita la sicurezza dei serbi e oltre 250.000 persone sono state espulse (emblematico il pogrom condotto da estremisti albanesi nel 2004). Parliamo di una provincia caratterizzata da 1300 chiese e monasteri cristiano ortodossi e almeno 700 resti ecclesiastici, molti dei quali costruiti tra XIII e XVIII secolo.

L’entità albanese del Kosmet ha in alcuni casi addirittura tentato di rivendicare a sé la proprietà di alcuni siti religiosi, dopo aver tentato di distruggerli, il che ne dimostra la falsificazione storica.

Il ritorno dei serbi non è considerato politicamente desiderabile, le autorità di Pristina non condannano gli attacchi e raramente i responsabili dei crimini vengono puniti: la ragione fondamentale è che la sola esistenza di questi luoghi sacri ricorda agli albanesi che il Kosovo e Metohija non gli appartiene.

Giorgio Arletti ha ricordato che nonostante la guerra culturale in atto, circa 100.000 serbi, tra i quali 100 monaci e 70 preti, sono ancora presenti in Kosovo e Metohija. In Montenegro, dopo la morte del Metropolita Amfilohije Radovic, i nuovi governanti hanno iniziato ad espropriare la Chiesa cristiano serbo Ortodossa.

Perfino Papa Bergoglio aveva lanciato l’allarme sulla situazione della Chiesa Ortodossa in Ucraina ma non è stato ascoltato; per l’Occidente, l’importante è che nessuno sappia quanto sta accadendo ma la cosa più atroce è proprio portare via la Chiesa a persone che vi hanno appena battezzato il figlio. Ogni scusa per espropriarne i beni è buona e il Patriarca Bartolomeo fa il “finto tonto” quando accadono episodi di inaudita gravità; il risultato sarà che il 90% degli ucraini, dopo aver visto i cristiani scannarsi tra di loro, diventerà ateo.

In Italia i giornalisti non sanno nulla dell’Europa orientale, eppure sono ormai due milioni di origine dell’Est residenti nel nostro Paese ma le varie istituzioni educative italiane li stanno cattolicizzando. Ogni scisma produce un altro scisma, in una gara a chi è più integralista, con la conseguenza di svuotare le chiese.

Al confine ucraino-polacco sono state distrutte più di trecento chiese e appena finità il conflitto con la Russia ne inizierà un altro tra Ucraina e Polonia.

Georgios Karalis, coautore di “Ecclesiologia ortodossa e scisma in Ucraina”, ritiene che è stato il movimento ecumenico ad aver tentato di cambiare la storia della Chiesa e del popolo ortodossi. Due punti in particolare: dopo la creazione della Scuola di Parigi, gli Stati Uniti riportano in patria alcuni cittadini sovietici che cercano di variare la patristica ortodossa e ne mettono uno a capo di Harward.

Nel 1948 il Sinodo panortodosso di Mosca esprime la liturgia patristica ufficiale contro l’ecumenismo; ad esso partecipano tutte le Chiese ortodosse ma tre rifiutano di firmare il documento finale: si tratta della Chiesa di Costantinopoli, di Grecia e di Cipro.

Nel 1950 al Congresso di Toronto organizzato dagli americani si certifica l’eresia e si dà vita al movimento ecumenico che raccoglie pian piano le masse; le Chiese eretiche vengono così riconosciute e anche la Chiesa russa accetta questa ecclesiologia.

Dopo lo scioglimento dell’URSS, iniziano le guerre militari e politiche contro la cultura cristiano ortodossa: in Serbia nel 1999 e in Grecia nel 2009-2010, ma la rottura con la Russia avviene al Sinodo di Creta nel 2016, quando il Patriarcato di Mosca capisce che si vuole concedere a breve l’autocefalia all’Ucraina. Dopo questo sinodo, il Patriarca di Costantinopoli non è più un primus inter pares ma si afferma come il primate che può concedere o togliere l’autocefalia a proprio piacimento, senza alcuna consultazione con altri.

Costantinopoli prende 15 vescovi non battezzati dagli Stati Uniti e li trasferisce in Ucraina ai vertici della Chiesa; inoltre solo una parte della Chiesa Ortodossa ucraina chiede l’autocefalia, non tutta: questi due elementi consentono di concludere che l’autocefalia concessa da Bartolomeo non è canonica. Ora tutta la diaspora ucraina deve appartenere a Costantinopoli e questo passaggio segna la piena sottomissione delle Chiese a tutto ciò che decide la NATO.

Che si tratti del Vescovo della Chiesa di Cipro o dei preti che non accettano questa politica scismatica, tutti i riottosi vengono mandati via nel giro di 24 ore o perseguitati ovunque si trovino, in Grecia e perfino sul sacro Monte Athos.

Alessandro Gnocchi ha ribadito che tutto ciò, la persecuzione politica e religiosa, riguarda anche gli europei, ortodossi, cattolici o laici che siano.

Dostoevskij spiega benissimo cosa sia il nichilismo e come esso porti ad una Chiesa senza Cristo (“I Demoni”): la perversione della religione, dove rimane solo il potere. A sua volta, la Chiesa senza Cristo, rigenera il nichilismo, in un circuito senza uscita.

Tutto ciò che si vede in Occidente è la guerra della Russia in Ucraina, in realtà nella storia le aggressioni sono sempre partite da Ovest verso Est e mai viceversa; si tratta di uno scontro, soprattutto spirituale, che non dura da pochi anni ma da secoli, definito a livello geopolitico il “Grande Gioco” e portato avanti prima dagli inglesi e poi dagli americani (Dostoevskij parlò di “spionaggio spirituale”).

Nessuna branca del potere politico può sopravvivere senza una componente spirituale, perciò è necessario studiare questi argomenti: “le armi più tremende sono gli altari utilizzati dalle false chiese.”

Intervenendo con un videomessaggio, Padre Ambrogio Cassinasco ha evidenziato che l’Ucraina è stata individuata dall’Occidente come un “ventre molle”, con l’obiettivo di scardinare la Russia prima dal punto di vista ecclesiastico e poi politico.

Il Metropolita di Kiev viene perseguitato ma in maniera selettiva, perché se gli succedesse qualcosa di grave o di eclatante si temono vere e proprie rivolte interne all’Ucraina. Eppure, i cristiani ortodossi in Ucraina ricostruiscono continuamente le chiese distrutte, la fede resiste nonostante le persecuzioni. Numericamente è difficile stimare i danni provocati dalla campagna di persecuzione della Chiesa Ortodossa ucraina, tuttavia le prospettive rimangono difficili.

Mosca avrebbe concesso l’autocefalia sicuramente se ciò fosse avvenuto in maniera canonica e regolare ma dopo il colpo di Stato di Piazza Maidan ciò non è stato possibile: non si tratta con una pistola puntata alla testa.

Conclusioni

In occasione del convegno, è stata allestita una piccola mostra fotografica per testimoniare le violenze subite da alcuni sacerdoti cristiani della Chiesa Ortodossa ucraina. Il pubblico presente ha potuto così constatare, anche visivamente, le ferite riportate dal Metropolita Teodosio di Čerkasy durante l’assedio della Cattedrale di San Michele, così come quelle di altri sacerdoti. I pannelli sono stati completati con spiegazioni riguardanti le situazioni critiche del Metropolita Pavel, rettore della Kiev-Pechersk Lavra, agli arresti domiciliari dall’aprile 2023, del Metropolita Longin Banchensky accusato di “incitamento all’odio religioso” per non aver riconosciuto l’autocefalia della Chiesa Ortodossa ucraina o del Sacerdote Yevgeny Koshelnik, condannato a 5 anni di carcere nel dicembre 2024 per “glorificazione dell’aggressione”, a causa dei suoi riferimenti canonici al Patriarcato di Mosca.

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