L’India–Middle East–Europe Economic Corridor (IMEC) tra Ambizioni Globali e Crisi Regionali

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di Ismail Katib

Nel settembre 2023 è stata lanciata l’iniziativa India-Middle East-Europe Economic Corridor (IMEC), un progetto multilaterale sostenuto dagli Stati Uniti che mira a connettere India, Medio Oriente ed Europa. Concepito per trasformare le dinamiche del commercio e dei trasporti globali, il corridoio punta a consolidare le relazioni economiche, infrastrutturali ed energetiche tra i Paesi coinvolti, fungendo anche da ponte digitale intercontinentale.

Per Israele, l’IMEC rappresenta una possibilità strategica per affermarsi come snodo logistico tra Asia ed Europa e approfondire la cooperazione con gli attori regionali. Tuttavia, il successo dell’iniziativa dipenderà dalla capacità di affrontare le complesse sfide geopolitiche attraverso una collaborazione multilaterale efficace.

Cos’è l’India-–Middle East–Europe Economic Corridor (IMEC)?

Nel settembre 2023, in occasione del vertice del G20 tenutosi a Nuova Delhi, è stata annunciata un’iniziativa infrastrutturale di portata strategica: la creazione dell’India-Middle East-Europe Corridor (IMEC), un corridoio economico sostenuto dagli Stati Uniti. Il progetto mira a collegare India, Medio Oriente ed Europa attraverso una rete integrata di trasporti, energia e comunicazioni, promuovendo la cooperazione economica, commerciale, energetica e di sicurezza tra i Paesi coinvolti[1].

La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha descritto l’IMEC come “un’opportunità storica” e “un progetto straordinario” capace di gettare “una moderna via dorata” che colleghi direttamente India, Golfo ed Europa. Secondo von der Leyen, il corridoio, che sarà composto da collegamenti ferroviari, cavi elettrici, condotti per l’idrogeno pulito e cavi dati ad alta velocità, rappresenta “un ponte verde e digitale tra continenti e culture”, e potrà ridurre del 40% il tempo necessario per il commercio tra India ed Europa[2].

Il 24 settembre 2023, durante il suo intervento nel programma radiofonico Mann KiBaat, il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha evidenziato il significato storico e strategico dell’IMEC, dichiarando: «Quando l’India era molto prospera, le rotte della seta erano ampiamente discusse nel paese e nel mondo. Ora, nei tempi moderni, l’India ha proposto un altro corridoio economico durante il G20. È l’India-Middle East-Europe EconomicCorridor e la storia ricorderà che l’India ha avviato questo corridoio»[3].

Questa affermazione sottolinea l’ambizione dell’IMEC di diventare una nuova arteria commerciale globale, paragonabile alle antiche rotte della seta, e il ruolo attivo dell’India nella sua promozione come leader delle nuove infrastrutture transcontinentali.

Il corridoio economico IMEC è destinato a produrre benefici economici rilevanti, oltre a favorire il rafforzamento dei legami geopolitici tra i Paesi partecipanti. Per Israele, in particolare, il progetto costituisce un’occasione strategica per affermarsi come nodo di connessione tra Asia ed Europa. L’inclusione israeliana nell’IMEC dovrebbe consentire al Paese di modernizzare la propria rete infrastrutturale e logistica, trasformandosi in un hub di transito di rilevanza intercontinentale (Figura 1). Inoltre, tale integrazione potrebbe facilitare il consolidamento delle relazioni con le monarchie del Golfo, l’espansione della propria rete di partner commerciali e la riduzione della dipendenza da mercati ristretti e dall’attuale condizione di “economia-isola” e “isola energetica”[4].

Figura 1.Un’infografica intitolata “ India-Middle East-EuropeEconomicCorridor(IMEC)” creata ad Ankara, Turchia il 13 settembre 2023. (Foto di ElmurodUsubaliev/Anadolu Agency tramite Getty Images)

Tuttavia, la piena realizzazione dell’IMEC dipende dalla capacità degli attori regionali di cooperare stabilmente, un obiettivo che presuppone condizioni di stabilità politica e adeguamenti normativi su scala multilaterale. Le attuali tensioni tra le grandi potenze, in particolare tra Stati Uniti e Cina, potrebbero alimentare dinamiche di competizione per l’influenza sulle rotte strategiche, specialmente considerando la crescente portata della “Nuova Via della Seta” promossa da Pechino attraverso la Belt and Road Initiative (BRI)[5].

IMEC vs BRI

In questo contesto, il corridoio IMEC si presenta come una risposta dell’Occidente alla crescente influenza globale della Belt and Road Initiative (BRI), promossa dalla Cina. Fin dal suo lancio nel 2013, la BRI è stata un efficace strumento per rafforzare la presenza geopolitica di Pechino lungo le principali rotte commerciali euroasiatiche, favorendo la costruzione di infrastrutture che collegano Asia, Africa, Europa e Oceania.

La crescente competizione tra Stati Uniti e Cina è una delle principali forze che guidano la geopolitica mondiale. In questo scenario, la realizzazione dell’IMEC potrebbe esercitare una forte pressione sui Paesi del Medio Oriente, che si troverebbero a dover scegliere da che parte stare in un quadro sempre più polarizzato. Questo potrebbe ridurre la loro autonomia nelle decisioni economiche e limitare lo sviluppo interno, specialmente in settori chiave come l’energia, la logistica e la connettività digitale.

La BRI, lanciata dal presidente Xi Jinping, mira a creare una rete globale di infrastrutture attraverso il potenziamento delle vie commerciali terrestri e marittime dell’Eurasia. Il progetto si basa su cinque pilastri principali: miglioramento delle infrastrutture di trasporto e comunicazione, riduzione degli ostacoli al commercio, integrazione dei mercati finanziari, promozione del dialogo tra culture e rafforzamento della cooperazione politica. Questi elementi permettono alla Cina di presentare la BRI come un’iniziativa per lo sviluppo condiviso, anche se molti osservatori la considerano uno strumento di espansione della propria influenza. In risposta a queste critiche, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha invitato a privilegiare la cooperazione invece della competizione nei grandi progetti infrastrutturali globali, sottolineando i rischi legati al loro uso come strumenti di potere politico[6].

Confrontando IMEC e BRI si notano molte sovrapposizioni, soprattutto in ambito logistico e infrastrutturale. Ad esempio, nel settore portuale, la compagnia cinese COSCO gestisce parte del porto di Khalifa negli Emirati Arabi Uniti e mantiene rotte marittime strategiche tra India ed Europa[7]. Inoltre, la Shanghai International Port Group controlla il porto di Haifa Bay in Israele, mentre il vicino porto di Haifa è gestito dal gruppo indiano Adani, mostrando la presenza di attori in competizione nello stesso spazio. Nel settore ferroviario, la Cina è presente con il China-Europe Railway Express, la linea Ungheria-Serbia e la società PEARL Piraeus Europe Asia RailLogistics che collega il porto greco del Pireo al resto d’Europa[8].

L’IMEC si sovrappone in parte a queste infrastrutture e, in alcuni casi, utilizza strutture già incluse nella BRI. Questa interconnessione solleva dubbi sul vero significato competitivo del corridoio indo-mediterraneo. (Figura 2) 

Figura 2. Fonte: Express Tribune.[9]

Nonostante il suo potenziale, l’IMEC deve affrontare diverse sfide strutturali. La prima e forse più importante è l’instabilità che ancora colpisce molte aree della regione, ostacolando la piena realizzazione del progetto.

Il potenziale regionale dell’IMECe il ruolo di Israele

L’attuale trasformazione geopolitica e conflittuale in Medio Oriente offre una finestra storica per rafforzare le relazioni tra Israele e gli Stati arabi moderati, anche attraverso iniziative infrastrutturali multilaterali. La graduale dissoluzione dell’asse sciita e l’indebolimento dell’apparato strategico iraniano nella regione sembrano aver aperto spazi per una più ampia normalizzazione diplomatica. In questo contesto, l’IMEC si configura come un’occasione per consolidare la posizione regionale di Israele, favorendo al contempo stabilità e sviluppo condiviso[10].

Durante il primo mandato dell’amministrazione Trump, gli Accordi di Abramo hanno formalizzato relazioni con Emirati, Bahrain, Sudan e Marocco, ampliando il processo già avviato con Egitto e Giordania. L’IMEC si inserisce in questa dinamica ponendo anche nuove sfide sull’instabilità politica e/o le pressioni di attori ostili potrebbero riaccendere tensioni e rallentare la cooperazione[11].

Uno degli obiettivi chiave del corridoio è diversificare le relazioni commerciali di Israele, incrementando gli scambi con il Golfo, l’India e l’Europa. Gli investimenti infrastrutturali, come l’espansione del porto di Haifa e l’ammodernamento della ferrovia della Valle, potranno trasformare il Paese in un nodo logistico di rilevanza euroasiatica. La creazione di zone di libero scambio, specialmente al confine con la Giordania, saranno funzionali all’attrazione di capitali e imprese estere.

In parallelo, il progetto offre un’opportunità per promuovere l’energia rinnovabile, in particolare solare e idrogeno verde. Israele potrebbe così concorrere all’approvvigionamento energetico europeo, contribuendo al raggiungimento dei propri obiettivi ambientali (77% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2050)[12].

L’IMEC mira a istituzionalizzare le rotte informali, ampliandole. Il corridoio, infatti, espande un progetto israeliano del 2018, la Railways for Regional Peace(Figura 2) che prevede una ferrovia ad alta velocità tra Israele, Giordania, Arabia Saudita ed Emirati alla quale si connette ora una tratta marittima tra India e Golfo, creando una connessione multimodale che bypassa il Canale di Suez[13].

Figura 3. Mappa Israele-EAU Railway for Regional Peace (approssimata)[14].

A seguito della guerra esplosa nel 2023 e dell’instabilità del Mar Rosso, è stata testata una rotta via terra tra Dubai, Arabia Saudita, Giordania e Israele. Il progetto pilota ha dimostrato che è possibile ridurre drasticamente i tempi di trasporto, da oltre una settimana a soli 2-3 giorni, senza passare dal Canale di Suez. L’efficienza di questa soluzione ha attirato l’attenzione delle autorità logistiche regionali.

l’IMEC prevede anche infrastrutture per telecomunicazioni e gasdotti. Oltre a esportare gas ai vicini arabi, Israele potrà contribuire al rafforzamento del sistema energetico europeo attraverso progetti come il “Great Sea Interconnector”[15], sviluppato insieme a Grecia e Cipro. In parallelo, l’India potrà aumentare l’export digitale verso l’Europa aggirando le aree instabili del Mar Rosso. Il fondo da 2,9 miliardi di dollari creato da Nuova Delhi per la logistica marittima sottolinea il suo impegno a lungo termine nel progetto.

L’impatto della guerra a Gaza e il temporaneo cessate il fuoco su IMEC

Il 7 ottobre 2023 ha segnato un punto di rottura nella già fragile architettura geopolitica del Medio Oriente. L’attacco coordinato di Hamas contro Israele, con l’uccisione di circa 1.200 civili e militari, ha non solo provocato un’escalation militare di vasta portata, ma ha anche intaccato le fondamenta diplomatiche su cui si basava il progetto dell’India-Middle East-Europe Corridor (IMEC).

La risposta israeliana, severamente criticata dalla comunità internazionale, ha causato la morte di oltre 50.000 persone a Gaza, tra cui oltre 18.000 bambini[16]. La portata del conflitto ha ulteriormente indebolito il fragile equilibrio diplomatico che era stato negoziato tra Israele e Arabia Saudita, partner fondamentali per l’implementazione dell’IMEC. Tale percorso infrastrutturale, promosso come alternativa alla Belt and Road Initiative (BRI) cinese, richiede come prerogativa una cooperazione regionale stabile e inclusiva.

Il conflitto ha avuto anche conseguenze dirette sulle infrastrutture dell’IMEC. Gli attacchi simultanei di Hezbollah, delle milizie irachene e degli Houthi yemeniti hanno danneggiato diversi porti israeliani cruciali per il corridoio, in particolare Eilat, dove l’attività è crollata dell’85%, compromettendo le connessioni logistiche e commerciali previste dal progetto[17]. Nonostante l’India abbia dichiarato il proprio impegno nel portare avanti l’iniziativa, le crescenti tensioni nell’area hanno chiaramente rallentato l’avanzamento del piano.

Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, annunciato il 15 gennaio 2025 grazie alla mediazione di Stati Uniti, Qatar ed Egitto, ha rappresentato un’opportunità per rilanciare il progetto IMEC. L’accordo ha ricevuto il plauso del ex-presidente Joe Biden, che lo ha descritto come il momento in cui “l’IMEC può diventare realtà”[18].

In questo nuovo clima, l’India ha ripreso il dialogo diplomatico con i principali attori coinvolti. Il ministro degli Esteri S. Jaishankar ha incontrato i rappresentanti di Emirati Arabi, Egitto, Grecia e Francia per rafforzare i legami economici e discutere i progetti infrastrutturali. Anche l’atteggiamento del Cairo è mutato anche se inizialmente l’IMEC era percepito come una minaccia al Canale di Suez ora il governo egiziano ne riconosce il potenziale cooperativo[19].

Recentemente, invece, la proposta più controversa è avanzata da Donald Trump, che suggerisce di “ripulire” Gaza e trasformarla in una “riviera mediorientale” sotto controllo economico e politico statunitense, deportando la popolazione palestinese in Egitto e Giordania[20]. Sebbene ampiamente respinta da gran parte della comunità internazionale, questa visione rivela una strategia americana per esercitare un controllo permanente sull’IMEC e renderlo dipendente dalla supervisione militare e logistica di Washington[21].

IMEC e gli Accordi di Abramo 2.0

Il secondo mandato di Donald Trump potrebbe rafforzare gli Accordi di Abramo, siglati nel 2020, includendo nuovi attori arabi, oltre l’Arabia Saudita, anche Oman e Kazakistan. In particolare, Riad, centrale per la stabilità regionale e lo sviluppo economico, ha mostrato negli ultimi anni apertura verso Israele, in linea con gli obiettivi del progetto Vision 2030 saudita. Il 13 maggio 2025, non a caso, gli Stati Uniti hanno firmato con Riad un accordo di cooperazione militare da 142 miliardi di dollari, che Washington potrebbe sfruttare come leva per favorire la normalizzazione dei rapporti israelo-sauditi[22].

L’eventuale successo di questi Accordi di Abramo 2.0 sarebbe cruciale per l’India–Middle East–Europe Corridor (IMEC), poichè l’intesa tra Israele e Arabia Saudita garantirebbe stabilità geopolitica, cooperazione militare e sviluppo economico condiviso. Inoltre, l’accordo rafforzerebbe la posizione degli Stati Uniti nel Medio Oriente e potrebbe contribuire a riaprire il dossier sulla questione palestinese. In questo senso, gli Accordi potrebbero fungere da leva per spingere Israele a compiere passi concreti verso un definitivo cessate il fuoco a Gaza e la possibilità della creazione di uno Stato palestinese[23].

Conclusioni

L’India–Middle East–EuropeEconomicCorridor (IMEC) si presenta dunque come un’infrastruttura strategica che ambisce a trasformare il panorama economico, logistico e politico tra Asia, Medio Oriente ed Europa. Il progetto rappresenta un’opportunità per promuovere l’integrazione regionale, ridurre la dipendenza da rotte instabili, come il Mar Rosso o il Canale di Suez e controbilanciare la creazione della Bealtinitiative road (BRI) cinese. Per Israele, l’IMEC è uno strumento utile a consolidare il proprio ruolo di hub strategico nel Mediterraneo e crocevia tra Europa e Asia, ampliando i rapporti con il mondo arabo e favorendo l’attrazione di investimenti.

Tuttavia, i recenti sconvolgimenti regionali dopo l’attacco del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas e la risposta sproporzionata di Israele a Gaza, hanno dimostrato quanto il progetto resti vulnerabile a shock politici e militari. La paralisi temporanea dell’IMEC evidenzia che le infrastrutture economiche non possono avanzare senza una stabilità diplomatica e inclusione politica. In questo contesto, la prospettiva di una nuova fase degli Accordi di Abramo, estesa a Paesi chiave come l’Arabia Saudita, potrebbe rilanciare la cooperazione regionale e creare un quadro favorevole alla ripresa del corridoio.

Il futuro dell’IMEC, dunque, dipenderà non solo dalla volontà politica dei governi coinvolti, ma anche dalla loro capacità di integrare sicurezza, sostenibilità e giustizia nelle strategie di connettività politica ed economica.

Bibliografia e sitografia

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NOTE AL TESTO

[1] Levitan, Nir, Arie Reich, e Jonathan Rynhold. From Conflict to Connectivity: The India-Middle East-Europe Corridor Amidst Geopolitical Turbulence. BESA Center, 2025.

[2] “Von der Leyen: IMEC Corridor Is ‘Historic Opportunity.’” LaPresse UK, February 28, 2025. https://uk.lapresse.it/world-en/2025/02/28/eu-india-von-der-leyen-imec-corridor-is-historic-opportunity/.

[3] “India-Middle East-Europe Corridor to become cornerstone of global trade: PM Modi”, Hindustan Times, 24 settembre 2023, https://www.hindustantimes.com/india-news/indiamiddle-east-europe-corridor-to-become-cornerstone-of-global-trade-pm-modi-101695541130145.html.

[4] Levitan, Reich, e Rynhold, From Conflict to Connectivity.

[5] Levitan, Reich, e Rynhold, From Conflict to Connectivity.

[6] Bhambhani, R. (2023, September 11). IMEC A Copy of Belt and Road Initiative, Says China Social Media. Retrieved from Strat News Global: IMEC A Copy of Belt and Road Initiative, Says China Social Media – StratNews Global

[7] Bali, K. (2022, October 30). In Greece’s largest port of Piraeus, China is the boss. Retrieved from Deutsche Welle: In Greece’s largest port of Piraeus, China is the boss – DW – 10/30/2022

[8] Siddiqa, Arhama. (2023). CORRIDOR POLITICS IMEC VS. BRI: ANOTHER GEOPOLITICAL FACE-OFF IN U.S.-CHINA RIVALRY. Journal of Pakistan-China Studies (JPCS). 4. 10.55733/jpcs.v4i1.69.

[9] https://tribune.com.pk/story/2439926/enter-the-corridor-wars

[10] Levitan, Reich, e Rynhold, From Conflict to Connectivity.

[11] Ivi.

[12] Ivi.

[13] Ibidem.

[14] Reviving hegemony: Israel’s land-and-rail proposal to the Persian Gulf

[15] Gabriel-Mitchell-The-EuroAsia-Interconnector-and-Israels-Pursuit-of-Energy-Interdependence-February-2021

[16] Al Jazeera. “The Human Toll of Israel’s War on Gaza – By the Numbers.” Al Jazeera, January 15, 2025. https://www.aljazeera.com/news/2025/1/15/the-human-toll-of-israels-war-on-gaza-by-the-numbers

[17] Sweidan, M. H. “Israel’s War on Gaza Is Destroying IMEC’s Viability.” The Cradle, 2024. https://thecradle.co/articles/israels-war-on-gaza-is-destroying-imecs-viability

[18] Jha, L. K. “With Gaza Deal, IMEC Corridor Can Become Reality: Biden.” PTI News, 2025. https://www.ptinews.com/story/national/with-gaza-deal-imec-corridor-can-become-reality-biden/2206132.

[19] Haidar, S. “Amidst Gaza Ceasefire, India Revives Diplomatic Outreach for Economic Corridor.” The Hindu, 2025. https://www.thehindu.com/news/national/amidst-gaza-ceasefire-india-revives-diplomatic-outreach-for-economic-corridor-with-west-asia-europe/article69164552.ece

[20] Doha Institute. “Trump’s Plan to ‘Cleanse’ Gaza: Origins and Implications.” Doha Institute, 2025. https://www.dohainstitute.org/en/lists/ACRPS-PDFDocumentlibrary/trump-plan-to-cleanse-gaza-origins-and-implications.pdf

[21] Tekir, G. (2025). Connectivity in Crisis: The IMEC Initiative Amid the Gaza Conflict. İletişim Ve Diplomasi(Filistin Özel Sayısı), 135-152. https://doi.org/10.54722/iletisimvediplomasi.1648361

[22] Indian Council of World Affairs, “Supercharging Abraham Accords 2.0,” May 2025, https://www.icwa.in/show_content.php?lang=1&level=1&ls_id=12976&lid=7922

[23] Levitan, Reich, e Rynhold, From Conflict to Connectivity.

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