di Global Times
Lunedì, il Ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul e il Ministro degli Esteri giapponese Iwaya Takeshi hanno tenuto a Tokyo il primo dialogo strategico ministeriale Giappone-Germania. Durante l’incontro, Wadephul ha ripetutamente fatto dichiarazioni negative sulla Cina, accusandola platealmente di “comportamento sempre più aggressivo” nello Stretto di Taiwan, nel Mar Cinese Meridionale e nel Mar Cinese Orientale, e affermando che “per salvaguardare la nostra libertà, la Germania e il Giappone devono e intendono investire di più nella propria sicurezza”.
FONTE ARTICOLO: https://giuliochinappi.com/2025/08/21/il-ministro-degli-esteri-tedesco-dovrebbe-ritirare-le-sue-dichiarazioni-inappropriate-sulla-cina/
Il Ministero degli Esteri cinese, senza nominarlo, ha criticato Wadephul per “seminare zizzania e alimentare le tensioni”, avvertendolo di non diventare un piantagrane in Asia-Pacifico.
Gli attacchi di Wadephul alla Cina sono infondati e non costituiscono una novità. Tuttavia, è sconcertante che il Ministro degli Esteri di una delle principali potenze europee sia diventato un “pappagallo” della vecchia narrativa anti-cinese occidentale. La percezione pubblica vede generalmente i politici dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU) tedesca come pragmatici, calmi e riservati.
Tuttavia, i segnali trasmessi dalle dichiarazioni di questo Ministro degli Esteri affiliato alla CDU in Giappone suggeriscono che il divario tra la percezione che la Germania ha della Cina e quella che la Cina ha della Germania si stia ampliando: la Cina considera ancora la Germania un partner cooperativo, mentre alcuni in Germania vedono la Cina come “una minaccia e un rivale” contro cui è necessario coalizzare gli alleati. Questo difficilmente rassicura gli osservatori esterni.
Le dichiarazioni di Wadephul rivelano un disprezzo per gli interessi fondamentali della Cina ed espongono l’amnesia storica e il doppio standard nella politica cinese della Germania. La questione di Taiwan è un interesse fondamentale della Cina e una linea rossa nei rapporti tra Cina e Germania che non può essere oltrepassata. Sia la Dichiarazione del Cairo che la Dichiarazione di Potsdam affermavano esplicitamente che tutti i territori che il Giappone aveva sottratto ai cinesi, come l’isola di Taiwan, sarebbero stati restituiti alla Cina. Taiwan è parte inalienabile del territorio cinese e nessuna forza esterna ha il diritto di interferire. In qualità di Ministro degli Esteri tedesco, l’interferenza di Wadephul nella questione di Taiwan è un atto di ingerenza smisurata negli affari interni della Cina e una sfida all’ordine internazionale stabilito dopo la Seconda guerra mondiale.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Germania rimase divisa a lungo e il governo della Repubblica Federale di Germania considerò costantemente la riunificazione nazionale un obiettivo politico incrollabile. La Cina ha mostrato simpatia e supporto per questo, per rispetto dei principi di integrità del territorio statale e della sovranità.
Logicamente, una Germania riunificata dovrebbe essere quella che meglio comprende la posizione e l’aspirazione della nazione cinese a realizzare la completa riunificazione nazionale. Eppure, in realtà, alcuni politici tedeschi hanno fatto dichiarazioni inappropriate sulla questione di Taiwan, che riguarda gli interessi fondamentali della Cina.
Ciò evidenzia l’”amnesia storica selettiva” nella politica estera tedesca: enfatizzare la sovranità e la volontà nazionale sulla propria questione di riunificazione, mentre applica doppi standard sulla questione della riunificazione in altri paesi. Una posizione così contraddittoria mina la credibilità del suo dichiarato impegno per “un ordine internazionale”.
Negli ultimi anni, la situazione nel Mar Cinese Orientale e Meridionale è rimasta generalmente stabile, con i paesi regionali che gestiscono efficacemente le dispute attraverso canali bilaterali e multilaterali. La Cina ha costantemente sostenuto e praticato rigorosamente il principio di risolvere le dispute marittime con i vicini attraverso il dialogo e la consultazione.
Al contrario, alcuni paesi esterni alla regione, con il pretesto della “libertà di navigazione”, viaggiano per migliaia di miglia per creare problemi ai confini della Cina per il proprio interesse personale. Sono loro i veri piantagrane. Ignorando questi fatti e alimentando la cosiddetta “minaccia cinese”, il Ministro degli Esteri tedesco sta semplicemente avallando la cosiddetta “strategia indo-pacifica” di Washington e prestando supporto alla sua agenda geopolitica di contenimento della Cina.
Mentre Wadephul parla di presenza per la sicurezza in Asia “in nome della pace”, sembra trascurare il dilemma della sicurezza che l’Europa stessa sta affrontando. Dallo scoppio della crisi ucraina, il continente europeo è nuovamente piombato in un conflitto sanguinoso, con un gran numero di civili sfollati e la sicurezza energetica e la stabilità economica gravemente compromesse. Se l’Europa non può nemmeno garantire la propria sicurezza, come può portare sicurezza in Asia? Sulla questione ucraina, la Cina non è né un istigatore del conflitto né una parte direttamente coinvolta, ma ha sempre mantenuto una posizione obiettiva e imparziale, promuovendo attivamente i colloqui di pace e contribuendo costruttivamente a una soluzione politica della crisi. In qualità di Ministro degli Esteri tedesco, l’affermazione di Wadephul secondo cui la Cina “sostiene la Russia” nel conflitto è pura invenzione. In un momento in cui Washington presiede i negoziati di pace Russia-Ucraina, la scelta di Berlino di fare eco alla retorica di certi politici statunitensi e “scaricare la colpa” sulla Cina è una dimostrazione di opportunismo politico e obbedienza cieca, che difficilmente si addice all’identità della Germania come grande potenza europea che dovrebbe perseguire l’autonomia strategica.
Per molti anni, la Germania ha guadagnato il rispetto globale per la sua profonda riflessione e rammarico per i propri crimini di guerra. Un messaggio più appropriato del Ministro degli Esteri tedesco durante la sua visita in Giappone sarebbe stato consigliare Tokyo su come riflettere meglio sulle proprie responsabilità belliche. Si spera che Wadephul rispetti i fatti, abbandoni i pregiudizi, ritiri le sue dichiarazioni inappropriate sulla Cina e compia passi concreti per contribuire a riportare le relazioni tra Cina e Germania sul binario di uno sviluppo sano e stabile. Le relazioni tra Cina e Germania sono una parte cruciale dei legami tra Cina e UE. Mantenere una relazione bilaterale sana serve non solo allo sviluppo di entrambi i paesi, ma anche alla pace e alla prosperità del mondo.
Il CeSE-M sui social