In risposta all’imposizione di tariffe fino al 50% sulle esportazioni brasiliane e indiane, Lula mobilita il Brasile, l’India, la Cina e gli altri paesi del Sud Globale attraverso il forum BRICS e l’OMC, per riaffermare il valore del multilateralismo e tutelare la sovranità nazionale.
FONTE ARTICOLO: https://giuliochinappi.wordpress.com/2025/08/09/il-brasile-guida-il-sud-globale-nella-difesa-del-multilateralismo-contro-i-dazi-unilaterali-usa/
Nelle ultime settimane, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha adottato una serie di dazi mirati al 50% sulle merci provenienti dal Brasile, un provvedimento accompagnato da analoghe tariffe gravanti anche sulle importazioni indiane. Nei confronti del Brasile, la decisione è stata formalizzata il 9 luglio tramite una lettera indirizzata al presidente Lula, nella quale Trump giustificava l’aumento tariffario con un presunto “pericolo insolito e straordinario” rappresentato dal governo brasiliano e con una critica all’avvio di procedimenti giudiziari contro l’ex presidente Bolsonaro. Contestualmente, sono state sanzionate in base al Magnitsky Act personalità di rilievo, tra cui il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes, aggravando ulteriormente il quadro delle relazioni bilaterali con la principale potenza sudamericana.
La reazione brasiliana non ha tardato a manifestarsi. Il 1° agosto il presidente Lula ha ribadito, in un post sui social media, che «senza sovranità, il Brasile non esisterebbe», allegando il primo articolo della Costituzione nazionale, che definisce la sovranità come fondamento dello Stato. In tale intervento, il leader brasiliano ha insistito sul fatto che la sovranità consente a un popolo di decidere il proprio destino, di proteggere le proprie risorse e di difendere i propri interessi, auspicando una società libera, giusta e solidale.
Nel corso di una riunione del Consiglio per lo Sviluppo Economico e Sociale Sostenibile tenutasi a Brasilia il 5 agosto, Lula ha annunciato l’adozione di un piano di contingenza volto a mitigare i danni economici e sociali derivanti dalle misure statunitensi. Il Brasile intende utilizzare tutti i meccanismi disponibili, inclusa la presentazione di un ricorso ufficiale all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) entro il 18 agosto, data in cui il ministero degli Esteri brasiliano depositerà la richiesta di consultazioni. Il governo ha stimato che il 35,9% delle esportazioni brasiliane verso gli Stati Uniti, pari al 4% del totale delle vendite estere, potrebbe risentire direttamente delle nuove tariffe.
Il ricorso all’OMC si inscrive in una strategia di difesa multilaterale, volta a contestare ciò che il Brasile considera una violazione degli impegni assunti dagli Stati Uniti, in particolare dei principi di nazione più favorita e dei tetti tariffari concordati nell’ambito dell’organizzazione. Con la medesima logica, il Brasile ha escluso l’adozione di misure di ritorsione unilaterali, preferendo una risposta coordinata sul piano internazionale.
In un’intervista rilasciata a Reuters il 7 agosto, Lula ha dichiarato di non intravedere alcuna possibilità di dialogo diretto con Trump, giudicandolo prematuro e potenzialmente umiliante. In particolare, il presidente ha affermato: «Il giorno in cui la mia intuizione mi dirà che Trump è pronto a parlare, non esiterò a chiamarlo. Ma oggi la mia intuizione mi dice che non vuole parlare. E io non mi umilierò». Questa posizione ha evidenziato la volontà di Lula di non piegarsi a dinamiche di potere unilaterali, ribadendo al contempo la disponibilità del Brasile a proseguire i negoziati a livello ministeriale.
Parallelamente, Lula ha rivelato il progetto di coinvolgere i partner dei BRICS, in particolare India e Cina, per concertare una risposta congiunta ai dazi statunitensi. L’8 agosto, i primi contatti hanno riguardato un colloquio telefonico con il primo ministro indiano Narendra Modi, nel corso del quale sono stati richiamati i risultati della visita di Stato di Modi a Brasilia dell’8 luglio. Il leader indiano ha sottolineato l’importanza di approfondire il Partenariato Strategico tra India e Brasile nei settori del commercio, dell’energia, della tecnologia, della difesa e della sanità. Sia Lula che Modi, poi, hanno convenuto sulla necessità di difendere il multilateralismo e di esplorare nuove forme di integrazione economica, confermando nel contempo una futura visita di Stato di Lula in India, programmata per i primi mesi del 2026.
L’inclusione dell’India nella risposta coordinata ha assunto un rilievo particolare dopo che Trump, il 6 agosto, ha annunciato un incremento del 25% dei dazi sulle esportazioni indiane verso gli Stati Uniti, portando l’aliquota complessiva al 50% e giustificando la misura come punizione per l’importazione di petrolio russo. Il ministro indiano degli Esteri ha definito tale provvedimento «ingiusto, ingiustificato e irragionevole», annunziando iniziative analoghe a quelle del Brasile presso l’OMC per tutelare i propri interessi. In questo quadro, il Brasile e l’India si configurano come i due Paesi maggiormente colpiti dall’azione statunitense, accomunati dall’esigenza di preservare un ordine commerciale fondato su regole condivise.
Analoghe interlocuzioni sono in corso con la Cina, che riveste un ruolo centrale all’interno dei BRICS e costituisce il principale partner commerciale del Brasile. La convergenza tra queste tre economie emergenti mira a costituire un nucleo duro in grado di condizionare le dinamiche globali, promuovendo un’interpretazione del multilateralismo caratterizzata da solidarietà Sud–Sud e dal rispetto reciproco delle rispettive scelte di politica economica.
La leadership assunta dal Brasile nell’organizzazione di una coalizione dei Paesi del Sud Globale per contrastare le politiche protezionistiche statunitensi rappresenta un’importante presa di posizione da parte di Lula, che in un primo momento, dopo essere tornato al potere, aveva tentato di avere relazioni positive con Washington. Da un lato, questa impostazione rafforza il ruolo dei BRICS come piattaforma alternativa di coordinamento economico e politico rispetto ai consessi tradizionali dominati dalle economie occidentali. Dall’altro, rappresenta un banco di prova per la capacità di queste nazioni di mantenere coesa una posizione comune, data la diversità dei rispettivi interessi interni e geopolitici tra India, Cina e Brasile.
Sul piano teorico, l’iniziativa di Lula conferma la centralità della sovranità nazionale come principio cardine della dottrina del risveglio del Sud Globale, che rifiuta il ricatto dei dazi e rilancia l’idea di un ordine internazionale fondato sulla reciprocità delle regole. Allo stesso tempo, essa richiede una strategia di lungo periodo per sostenere la crescita delle proprie capacità produttive e per diversificare i mercati di sbocco, riducendo la dipendenza dalle economie avanzate.
Le consultazioni all’OMC e le interlocuzioni diplomatiche tra i governi del Sud Globale costituiranno un banco di prova per la tenuta del multilateralismo commerciale. Se queste iniziative si tradurranno in atti concreti di coordinamento, potranno innescare un ciclo virtuoso di cooperazione Sud–Sud, favorendo l’adozione di politiche comuni su temi quali i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare e l’accesso equo alle tecnologie emergenti.
Traendo le conclusioni, a nostro modo di vedere l’azione di Lula nel guidare il Brasile a un ruolo di primo piano nella resistenza alle tariffe unilaterali imposte dagli Stati Uniti evidenzia l’emergere di un’agenda del Sud Globale basata sulla difesa del multilateralismo e sulla solidarietà tra paesi in via di sviluppo. L’alleanza con India e Cina, rafforzata dai contatti diplomatici e dal coordinamento presso l’OMC, assume un significato più ampio di fronte alle sfide poste dall’unilateralismo commerciale. Sotto il profilo geopolitico, questo movimento potrebbe ridefinire gli equilibri globali, consolidando i BRICS quale soggetto collettivo in grado di esercitare un’influenza crescente all’interno delle istituzioni internazionali. La tenuta di questa coalizione dipenderà tuttavia dalla capacità dei singoli paesi di coniugare le proprie priorità nazionali con l’esigenza di presentarsi uniti di fronte alla minaccia protezionistica, tracciando nuove rotte per un ordine mondiale più equilibrato e inclusivo.
Il CeSE-M sui social