di Zhao Yusha e Chen Xi (Global Times)
In occasione dell’avvio a Pechino dell’Incontro Ministeriale sul Dialogo delle Civiltà Globali, Xi Jinping ha inviato una lettera congratulatoria in cui sollecita la creazione di una rete mondiale di cooperazione interculturale basata su uguaglianza, apprendimento reciproco e inclusività, per promuovere la pace e lo sviluppo.
Il Presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato giovedì che la Cina è pronta a collaborare con altri Paesi per costruire una rete globale di dialogo e cooperazione tra le civiltà. Xi, Segretario Generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, ha espresso questo impegno in una lettera di congratulazioni indirizzata all’Incontro Ministeriale sul Dialogo delle Civiltà Globali, inaugurato a Pechino.
Nella missiva, Xi ha promesso che la Cina lavorerà con le altre nazioni per promuovere uguaglianza, apprendimento reciproco, dialogo e inclusività tra le civiltà, attuando l’Iniziativa Globale per le Civiltà, al fine di fornire un nuovo impulso al progresso delle civiltà umane e favorire la pace e lo sviluppo mondiali.
“Il mondo è, per natura, un luogo di civiltà diverse”, ha affermato Xi nella lettera. “La storia ci ha dimostrato che gli scambi e l’apprendimento reciproco tra civiltà sono essenziali perché le civiltà fioriscano e l’umanità progredisca”.
In un’epoca in cui trasformazioni e turbolenze si intrecciano e l’umanità si trova a un nuovo bivio, c’è un’esigenza sempre più pressante di superare l’estraneità attraverso gli scambi e di evitare gli scontri grazie all’apprendimento reciproco, ha proseguito Xi.
Il Presidente ha inoltre espresso la speranza che i rappresentanti partecipanti si impegnino in scambi approfonditi per costruire un consenso e mettere a disposizione la propria saggezza e la propria forza al fine di promuovere la comprensione e l’amicizia fra i popoli e la convivenza armoniosa tra le civiltà.
L’Incontro Ministeriale sul Dialogo delle Civiltà Globali si è aperto giovedì a Pechino, ponendo l’accento sull’importanza della diversità culturale e dell’apprendimento reciproco nel promuovere il progresso umano, ha riportato l’agenzia Xinhua.
Con il tema “Tutela della diversità delle civiltà umane per la pace e lo sviluppo mondiale”, l’evento biennale ha richiamato oltre 600 ospiti provenienti da 140 Paesi e regioni.
Nei sottotemi paralleli, i partecipanti esploreranno il ruolo cruciale dello scambio interculturali e dell’apprendimento reciproco per costruire un mondo inclusivo e favorire sviluppo e prosperità globali, eredità culturale e innovazione, comprensione e amicizia tra i popoli, progresso scientifico e tecnologico e scambi accademici.
L’incontro è ospitato dal Dipartimento di Propaganda e dal Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese.
L’ex Primo Ministro giapponese Yukio Hatoyama ha dichiarato alla cerimonia di apertura che, mentre alcuni Paesi ritornano a una visione di giochi a somma zero e i conflitti si ripetono senza sosta nel mondo, la Cina ha issato la bandiera dello sviluppo pacifico.
“Quest’anno ricorre l’80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale”, ha osservato Hatoyama. “A questo punto, Cina e Giappone dovrebbero prendere la storia come lezione e mostrare al mondo una via per spezzare il circolo vizioso di divisione e odio”.
A partire da lunedì 7 luglio, come riportato dalla stampa, i delegati internazionali sono arrivati a Shanghai prima di dirigersi verso la capitale.
Partecipanti di vari Paesi hanno dichiarato al Global Times che la riunione rappresenta una piattaforma di grande valore per lo scambio culturale e la comprensione reciproca, elementi fondamentali per eliminare ostilità e pregiudizi in un mondo sempre più segnato dai conflitti. Essi hanno aggiunto che l’organizzazione dell’evento da parte della Cina, insieme alla sua Iniziativa Globale per le Civiltà, offre al mondo un modello di convivenza e risoluzione pacifica delle controversie in uno spirito di armonia e buona volontà.
Il dialogo al posto del conflitto
“La riunione offre una straordinaria opportunità di apprendimento, in cui scambiamo opinioni, apprendiamo dalle esperienze altrui e conosciamo le diverse civiltà del mondo, affinché i nostri popoli ne traggano beneficio e rendiamo il mondo più sicuro, stabile e sviluppato”, ha dichiarato al Global Times il Ministro pakistano dell’Informazione e della Radiodiffusione Attaullah Tarar.
Tarar ha sottolineato che questo incontro racconta alle persone armonia, pace e comunanza tra civiltà diverse. “Ritengo che possa contribuire in modo decisivo a rendere il mondo un luogo più sicuro per tutti noi”.
“Per il nostro Paese la pace è cruciale. Supportiamo con vigore questo dialogo e questa iniziativa, che possono condurre alla pace offrendo una piattaforma di confronto anche tra Paesi in conflitto”, ha detto Andrey Tchorbanov, presidente della Commissione per l’Educazione e la Scienza dell’Assemblea Nazionale bulgara, precisando l’importanza di nazioni come la Cina nell’organizzare tali forum e nel suggerire al mondo “la via migliore da seguire”.
Interpellato sull’importanza di questa conferenza in un mondo segnato dai conflitti, Gabriel Fischer, consigliere per gli Affari Europei del partito slovacco Socialdemocrazia (il partito del Primo Ministro Robert Fico, ndt) e rappresentante del Consiglio nazionale slovacco presso l’Unione Europea, ha affermato che i conflitti derivano spesso da malintesi tra civiltà.
Raccontando la sua esperienza in Cina, Fischer ha smentito i pregiudizi diffusi da alcuni media occidentali: “È essenziale vedere con i propri occhi, venire nel Paese, vivere la cultura e incontrare la gente… Non possiamo influenzare il modo in cui i media percepiscono altri Paesi, ma viaggiando e conoscendo altre culture arricchiamo noi stessi. Per questo raccomando a tutti di visitare la Cina, trovare ispirazione e tornare a casa più consapevoli”.
In una mossa che riflette l’apertura e l’incoraggiamento della Cina allo scambio culturale, a giugno è entrata in vigore una politica sperimentale di ingresso senza visto per i cittadini di Brasile, Argentina, Cile, Perù e Uruguay, per la prima volta estesa a Paesi dell’America Latina e dei Caraibi. Parallelamente, è stata avviata una sperimentazione di esenzione dal visto per i cittadini di Arabia Saudita, Oman, Kuwait e Bahrain, ampliando la lista a 47 Stati.
David Ferguson, caporedattore onorario in lingua inglese della Foreign Languages Press e partecipante all’incontro, ha dichiarato al Global Times che l’Incontro Ministeriale sul Dialogo delle Civiltà Globali riflette una strategia più ampia finalizzata a sostituire il conflitto con il dialogo, sottolineando l’impegno concreto della Cina nel promuovere comprensione e cooperazione globali.
Ferguson ha osservato che l’organizzazione ad alto livello della conferenza testimonia la dedizione della Cina agli scambi pacifici tra civiltà. Ha inoltre manifestato particolare interesse per l’innovazione culturale, che a suo avviso sfida il pregiudizio secondo cui la cultura sarebbe statica e immutabile.
La via verso la convivenza armoniosa
Raphael Tuju, ex ministro keniota, ha spiegato al Global Times che la vera civiltà si fonda “sulla capacità di condividere, vivere insieme e rispettarsi reciprocamente”, sperando che la Cina potenzi ulteriori iniziative di soft power, favorendo scambi tra cittadini, programmi educativi e culturali oltre alle sole infrastrutture e opportunità commerciali.
Tuju ha definito l’Iniziativa Globale per le Civiltà della Cina un modello “mutualmente vantaggioso” nel rispetto della diversità, in contrasto con la “dominazione” occidentale. Ha citato la filosofia africana Ubuntu – “Sono perché siamo” – quale esempio di affinità con la visione cinese della cooperazione win‑win, sottolineando che rapporti sostenibili richiedono equità negli accordi commerciali.
Questi incontri, ha concluso Stephen Cachia, docente universitario maltese di storia e cultura cinese, aiutano Paesi grandi e piccoli, in Europa, Asia e Africa, a sviluppare una migliore comprensione reciproca. “Il mondo nel quale viviamo non è semplice e presenta molte sfide, come cambiamenti climatici e conflitti. Dobbiamo imparare a dialogare. La Cina ha mostrato a molti come farlo in un’atmosfera amichevole, permettendoci di confrontare le idee”, ha detto al Global Times.
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