La Corea del Nord chiede al Quad di cessare gli atti coercitivi unilaterali

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Un portavoce del Ministero degli Esteri della RPDC ha condannato con fermezza le pressioni unilaterali promosse dal Quad per la “denuclearizzazione” della Corea del Nord, definendo tali atti una violazione della sovranità nazionale e ribadendo il diritto della RPDC a misure difensive.

Nota introduttiva: Il QUAD (Quadrilateral Security Dialogue) è un forum informale di cooperazione strategica tra quattro Paesi dell’area indo-pacifica: Stati Uniti, Giappone, India e Australia. Nato nel 2007 e rilanciato nel 2017, il suo scopo dichiarato è coordinare posizioni e iniziative su temi di sicurezza regionale, lotta al terrorismo e alla cyber-sicurezza, ma anche su questioni economiche, sanitarie e climatiche, con l’obiettivo “di garantire un Indo-Pacifico libero, aperto e prospero”.

Dichiarazione stampa del portavoce del Ministero degli Esteri della RPDC

Pyongyang, 4 luglio (KCNA) ― Un portavoce del Ministero degli Esteri della Repubblica Popolare Democratica di Corea ha rilasciato il 3 luglio la seguente dichiarazione stampa intitolata “Il Quad deve cessare gli atti coercitivi unilaterali per cambiare la posizione attuale della RPDC”:

Di recente, gli Stati Uniti hanno compiuto una grave provocazione politica, negando il legittimo diritto sovrano del nostro Stato e insistendo sulla “denuclearizzazione” in occasione della riunione dei ministri degli Esteri del Quad.

L’atto egemonico degli USA di interferire negli affari interni di Stati sovrani indipendenti, fomentare il confronto tra alleanze e destabilizzare le relazioni internazionali appoggiandosi a gruppi minoritari esclusivi come il Quad, rappresenta un rischio primario per la pace e la sicurezza regionale e globale.

Il Ministero degli Esteri della RPDC condanna fermamente e respinge l’atto ostile statunitense, che espone senza veli l’invariabile intento aggressivo contro la RPDC, violando con sfrontatezza la dignità e i diritti del nostro Stato, e manifesta seria preoccupazione per le conseguenze negative che ne deriveranno.

Solo gli Stati Uniti stanno tentando di mutare unilateralmente la situazione esistente con la forza o la coercizione nell’area Asia-Pacifico, penisola coreana inclusa.

Nulla potrà mai cambiare la posizione della Repubblica Popolare Democratica di Corea quale Stato dotato di armi nucleari, sancita dalla legge suprema e comprovata sul piano concreto.

Esortare alla “denuclearizzazione” è, invero, un anacronismo contraddittorio e illusorio per chi, attraverso la radicale modernizzazione nucleare e l’uso illegale della forza militare, ha già inflitto gravi danni alla pace e alla sicurezza mondiale.

Il tentativo statunitense di negare lo status della RPDC non è soltanto la massima violazione della nostra sovranità, ma anche un pericoloso atto di escalation che destabilizza la regione e acuisce le tensioni.

È nel pieno diritto sovrano del nostro Paese adottare contromisure difensive adeguate e ponderate contro provocazioni militari quali il rafforzamento delle alleanze militari multilaterali USA–alleati e le esercitazioni congiunte a carattere apertamente aggressivo.

Non tollereremo mai il tentativo degli Stati Uniti e delle loro forze vassalle di alterare unilateralmente la posizione della RPDC e la situazione nella penisola coreana. Continueremo a operare in modo responsabile per garantire la pace regionale e globale, basandoci sulla realtà di una politica ostile statunitense sempre più sfacciata verso la RPDC.


Portavoce del Ministero degli Esteri della RPDC risponde alle domande dei giornalisti

Pyongyang, 4 luglio (KCNA) ― Un portavoce del Ministero degli Esteri della Repubblica Popolare Democratica di Corea ha fornito il seguente chiarimento in risposta a una domanda della KCNA del 3 luglio, riguardo al fatto che le autorità giudiziarie statunitensi abbiano recentemente incriminato cittadini nordcoreani per un presunto “reato informatico” inserendoli nella lista dei ricercati:

Il recente episodio è un’assurda campagna diffamatoria e una grave violazione della sovranità, volta a deturpare l’immagine del nostro Stato, in quanto prosegue il corso ostile delle amministrazioni statunitensi che hanno ripetutamente parlato della inesistente “minaccia informatica” proveniente dalla RPDC.

Il Ministero degli Esteri della RPDC esprime profonda preoccupazione per la provocazione delle autorità giudiziarie USA, che mette a rischio la sicurezza, i diritti e gli interessi dei nostri cittadini fabbricando un’inesistente “trama informatica”, e la condanna con fermezza.

La vera minaccia alla stabilità cibernetica internazionale non proviene dalla RPDC, bensì dagli Stati Uniti.

Da tempo gli USA rappresentano un pericolo costante per la cybersicurezza della RPDC e di altri Stati sovrani, trasformando lo spazio cibernetico in un campo di battaglia e sfruttando le questioni informatiche come arma politica per screditare Paesi stranieri e ostacolarne l’esercizio dei legittimi diritti.

La Repubblica Popolare Democratica di Corea ha il diritto di adottare opportune e proporzionate contromisure per proteggere in modo rigoroso la sicurezza e i diritti dei propri cittadini dalle ingerenze giudiziarie a fini politici e di chiamare a rispondere legalmente gli stranieri che agiscono con malizia.

Non tollereremo mai alcun atto ostile degli Stati Uniti che violi la sovranità del nostro Stato tramite calunnie infondate e applicazioni giudiziarie illegali, ma difenderemo con fermezza i diritti e gli interessi legittimi dei nostri cittadini.

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