a cura di Giulio Chinappi
Al vertice di Astana, Xi Jinping e i leader dell’Asia centrale hanno codificato lo “Spirito Cina‑Asia Centrale” basato su rispetto, fiducia e benefici reciproci, avviando nuove istituzioni per la riduzione della povertà, l’istruzione, la lotta alla desertificazione e la facilitazione commerciale.
Il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato martedì che la Cina e i Paesi dell’Asia centrale hanno esplorato e formato lo “Spirito Cina‑Asia Centrale”, caratterizzato da rispetto reciproco, fiducia reciproca, benefici reciproci, assistenza reciproca e dalla ricerca della modernizzazione comune attraverso uno sviluppo di alta qualità.
Xi ha pronunciato queste parole nel suo intervento al secondo Vertice Cina‑Asia Centrale, ospitato nella capitale kazaka Astana.
Nel corso dell’incontro, Xi ha annunciato che la parte cinese ha deciso di istituire tre centri di cooperazione e una piattaforma per la facilitazione degli scambi commerciali nell’ambito del meccanismo di cooperazione Cina‑Asia Centrale. Tali organismi comprenderanno il Centro di cooperazione Cina‑Asia Centrale per la riduzione della povertà, il Centro di cooperazione per gli scambi e l’istruzione Cina‑Asia Centrale, il Centro per la lotta alla desertificazione Cina‑Asia Centrale e la Piattaforma per la facilitazione commerciale Cina‑Asia Centrale.
Martedì, Xi e i leader dei cinque Paesi dell’Asia centrale hanno firmato il Trattato sulla buona vicinanza permanente e sulla cooperazione amichevole. Con lui erano presenti il presidente kazako Qasym-Jomart Toqaev, il presidente kirghizo Sadır Japarov, il presidente tagiko Emomalī Rahmon, il presidente turkmeno Serdar Berdimuhamedow e il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev.
Un vertice ricco di risultati
Yang Cheng, preside esecutivo dell’Accademia di Shanghai per la Governance Globale e gli Studi Regionali, ha sottolineato l’importanza dello “Spirito Cina‑Asia Centrale” delineato da Xi, osservando che esso fornirà linee guida fondamentali per costruire una comunità più stretta con un futuro condiviso e potrà essere replicato a livello mondiale.
Rievocando lo “Spirito di Shanghai” nato con l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), Yang ha affermato che lo “Spirito Cina‑Asia Centrale” non solo promuove la cooperazione pratica fra Paesi di background politico, dimensioni economiche, dotazioni di risorse e culture sociali diversi, ma crea anche un modello di vicinato duraturo e di reciproco vantaggio.
Firmare il trattato di buon vicinato permanente in un momento di crescente disordine internazionale e di conflitti regionali dimostra inoltre il valore universale del dialogo e della cooperazione come strumenti di soluzione delle controversie, ha aggiunto Yang.
Il vertice di martedì ha rappresentato una prima storica: è la prima volta che l’incontro si svolge in un Paese dell’Asia centrale. Il primo vertice si era tenuto due anni fa a Xi’an, in Cina, e aveva stabilito la rotazione biennale dell’evento fra la Cina e l’Asia centrale.
Incontri bilaterali e impegni concreti
Prima dell’inizio dei lavori, Xi ha incontrato individualmente ciascuno dei capi di Stato partecipanti. Con il presidente kirghizo Japarov, ha evidenziato il potenziale di cooperazione fra Cina e Kirghizistan, sollecitando un ampliamento di scambi commerciali e investimenti e l’avvio di progetti nei settori emergenti.
Con il presidente tagiko Rahmon, Xi ha auspicato l’espansione del commercio bilaterale e degli investimenti, ribadendo il pieno sostegno cinese alla sovranità e alla sicurezza nazionale del Tagikistan.
Nel colloquio con il presidente turkmeno Berdimuhamedow, Xi ha invitato a potenziare la cooperazione nel gas naturale, a diversificare le relazioni economiche oltre il settore energetico e a istituire centri culturali in entrambi i Paesi per rafforzare i legami fra i popoli. Ha inoltre confermato il sostegno di Pechino all’ingresso del Turkmenistan nell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Durante l’incontro con il presidente uzbeko Mirziyoyev, Xi ha sollecitato ulteriori misure per la liberalizzazione commerciale e la facilitazione degli scambi. Ha inoltre condiviso l’urgenza di una rapida de-escalation in Medio Oriente per evitare ulteriori tensioni.
Infine, nel colloquio con il presidente kazako Toqaev, Xi ha ribadito la disponibilità della Cina a collaborare con il Kazakistan per promuovere pace e sviluppo regionale e globale, sottolineando la stabilità come pilastro delle relazioni bilaterali.
Contributi tangibili e prospettive future
All’esterno della sede del vertice, varie categorie sociali dei Paesi dell’Asia centrale hanno seguito con attenzione gli esiti dell’evento. Secondo il ricercatore Rashid Yusupov dell’Università Statale del Kyrgyzstan, in due anni i legami tecnologici, commerciali e culturali fra Cina e Asia centrale hanno raggiunto un nuovo livello qualitativo.
Per il già primo ministro kirghizo Djoomart Otorbaev, il summit rappresenta “un passo cruciale e ambizioso” per spostare la cooperazione dai tradizionali scambi di risorse verso industrie high‑tech e moderne, coinvolgendo una giovane generazione istruita e motivata.
Anche la stampa turkmena evidenzia l’entusiasmo dei giovani per opportunità infrastrutturali che migliorino la connettività con i Paesi vicini.
Grazie alla Belt and Road Initiative, il commercio fra Cina e Asia centrale ha toccato nel 2024 il record di 94,8 miliardi di dollari, spinto dal boom dell’e‑commerce transfrontaliero. Oggi la Cina è il principale partner commerciale e investitore della regione.
Domenica scorsa, 2014 aveva visto il primo memorandum fra la Cina e il Tagikistan sul corridoio economico della Via della Seta, aprendo la strada a autostrade, centrali elettriche e infrastrutture urbane che Xi ha personalmente sostenuto.
Secondo Abdullo Navjuvonov, ex dirigente ministeriale in Tagikistan, il modello cooperativo promuove uno sviluppo multilaterale privo di blocchi ideologici e basato sulla parità di ogni nazione.
Xi ha voluto mostrare che la Cina costruisce piattaforme d’inclusione, non sistemi di esclusione. L’Asia centrale, ha detto Navjuvonov, “partecipa volentieri a una cooperazione in cui ogni Paese, indipendentemente dalla sua dimensione o orientamento politico, trova il proprio spazio”.
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