Trattare sull’Ucraina con la pistola puntata alla tempia. La strategia dell’Amministrazione Trump verso la Russia

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di Stefano Vernole (vicepresidente Centro Studi Eurasia e Mediterraneo)

Appena terminate le celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, Vladimir Putin ha tenuto una conferenza stampa notturna per denunciare la violazione della tregua da parte di Kiev, annunciando però la disponibilità di Mosca a trattare direttamente il 15 maggio a Istanbul per arrivare ad un accordo di pace generale sull’Ucraina.

Nei giorni scorsi, dopo aver ripreso la fornitura di armi a Kiev in cambio dell’accordo sui minerali, Washington ha acconsentito alla proposta europea per un cessate il fuoco di 30 giorni in Ucraina che, se rifiutata, li porterebbe a imporre congiuntamente nuove sanzioni alla Russia.

Contemporaneamente, una coalizione internazionale di quasi 40 Stati ha formalmente approvato la creazione di un Tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina durante un evento a Leopoli; tale Tribunale, secondo il comunicato stampa della Commissione Europea, “avrà il potere di indagare, perseguire e giudicare i leader politici e militari russi maggiormente responsabili dell’aggressione contro l’Ucraina”.

La spavalderia di Bruxelles, nonostante un conflitto evidentemente perso, non nasce casualmente ma viene nutrito costantemente dall’atteggiamento ambivalente degli U.S.A. che se da una parte “giocano” a fare da mediatori dall’altra minacciano costantemente la Russia su una possibile escalation economica e bellica, mandando avanti inglesi, francesi, polacchi e tedeschi (gli italiani, come sempre, si aggiungerebbero a giochi fatti).

Il Pentagono ha le idee chiare e le ha espresse recentemente in due documenti ufficiali.

Il 3 aprile 2025, il Generale statunitense Christopher G. Cavoli a capo del comando militare europeo degli Stati Uniti d’America, in una audizione presso la Commissione Forze Armate del Senato U.S.A., ribadiva che: “La Russia sta conducendo attivamente una campagna di destabilizzazione in Europa volta a creare dilemmi strategici per gli Stati Uniti. Inoltre, il continuo sforzo della Russia per sviluppare un esercito più numeroso di quello prebellico, combinato con la sua propensione ad assorbire costi militari, politici ed economici per raggiungere i suoi obiettivi strategici, indica che la Russia rappresenta una minaccia duratura per gli Stati Uniti, i nostri alleati della NATO e la sicurezza globale … La Russia continua a perseguire obiettivi strategici che indeboliscono gli Stati Uniti. Mentre la guerra in Ucraina è stata al centro dell’attenzione della Russia e il segno più visibile delle ambizioni di grande potenza di Mosca, gli obiettivi strategici della Russia sono incentrati sul raggiungimento di un’influenza senza ostacoli nel suo potere internazionale più vicino e più ampio, riducendo al contempo la leadership e l’influenza degli Stati Uniti … Infine, USEUCOM (Comando Militare Statunitense in Europa) scoraggia l’aggressione russa contro la NATO. Una deterrenza credibile richiede la presenza di forze in grado di combattere e una presenza di forze sufficiente a convincere la Russia che qualsiasi azione militare lesiva degli interessi degli Stati Uniti verrà affrontata con la forza. Pertanto, USEUCOM deve preparare le forze assegnate a combattere e vincere e sviluppare infrastrutture chiave in tutto il teatro operativo per supportare la prontezza operativa e le operazioni … La NATO, incluso USEUCOM, deve essere posizionata in modo da smorzare la capacità della Russia di ammassare rapidamente forze terrestri numericamente superiori. Per consentire la letalità aerospaziale, USEUCOM continua a collaborare con i nostri alleati e partner per implementare il concetto di Agile Combat Employment (ACE) dell’Aeronautica Militare statunitense. Una volta pienamente realizzato, ACE è concepito per supportare gli aerei americani e alleati con infrastrutture condivise in diverse località in tutta Europa, consentendo alle nostre forze aeree di diventare più dinamiche e resistenti alle capacità di difesa aerea e antiaerea dei nostri avversari. Ciò include l’integrazione delle strutture di comando e controllo statunitensi e della NATO che forniscono allerta precoce e rilevamento contro le forze convenzionali e nucleari russe. Se la Russia mobilitasse le sue forze convenzionali, la NATO sarebbe in grado di attivare i suoi piani di difesa e rispondere con forza. Se il sistema di allerta della NATO rilevasse attività nucleare russa, USEUCOM fornirebbe una componente essenziale dell’ombrello nucleare statunitense che contribuisce a garantire la sicurezza dei nostri alleati. Le Forze per le Operazioni Speciali (SOF) dell’USEUCOM mantengono una presenza costante in 28 Paesi europei. Queste forze si concentrano su compiti volti a rafforzare la deterrenza e a creare le condizioni per prevalere nei conflitti, ampliando di recente le nostre relazioni con le nazioni nordiche. Inoltre, lo Special Operations Command Europe e il NATO Allied Special Operations Forces Command si sono recentemente fusi sotto il comando statunitense, il che migliora la capacità delle SOF europee sotto la guida di un unico comandante generale statunitense.

Le OAI (Operations, Activities, and Investments) dell’USEUCOM inviano un messaggio di deterrenza chiaro e credibile alla Russia e agli altri avversari statunitensi: gli Stati Uniti sono pronti, disposti e in grado di difendere i propri interessi nell’area euro-atlantica. Le nostre OAI non si limitano a scoraggiare gli avversari e a promuovere la stabilità, ma anche rassicurare i nostri alleati e partner sull’impegno degli Stati Uniti per la sicurezza. Questo impegno è globale … La guerra in corso di Mosca in Ucraina, la campagna di destabilizzazione contro l’Occidente, la mobilitazione sociale per la guerra e le crescenti partnership strategiche con i nostri avversari indicano che la Russia continuerà a minacciare la sicurezza e gli interessi economici degli Stati Uniti per lungo tempo. Pertanto, gli Stati Uniti e la NATO devono continuare a prepararsi ad affrontare questa minaccia. USEUCOM sta contribuendo a preparare l’Alleanza aumentando la responsabilità europea della sicurezza europea; dando priorità al combattimento in tutto ciò che facciamo; e rafforzando la prontezza per eseguire i piani di difesa …”[1].

Alla faccia del disimpegno statunitense e dell’appeasement russo-americano.

Se il discorso di Cavoli non risultasse sufficiente, pochi giorni dopo (10 aprile) ci ha pensato il Colonnello Michael Weisman, portavoce dell’Esercito degli Stati Uniti in Europa, con un comunicato stampa collettivo a sgombrare il campo da ogni dubbio. I funzionari dell’esercito statunitense in Europa e in Africa e del Quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa della NATO hanno affermato che il previsto riposizionamento delle truppe in Polonia, annunciato dal comando degli U.S.A., non avrà ripercussioni sul sostegno all’Ucraina:

“Stiamo continuando a fornire lo stesso livello di supporto alle Forze Armate ucraine, in linea con le indicazioni del Comando Europeo degli Stati Uniti, e siamo ancora in Polonia. Le strutture di Jasionka erano temporanee e lo spostamento di operazioni come l’approvvigionamento, l’immagazzinamento e il trasporto in sedi permanenti in altre parti del Paese, dotate di infrastrutture più permanenti, facilita ulteriormente tali operazioni.”

Il Colonnello dell’Esercito degli Stati Uniti Martin O’Donnell, portavoce del Quartier Generale Supremo delle Potenze Alleate in Europa ha aggiunto: “Nessuna delle due azioni influirà sulla capacità degli Stati Uniti o della NATO di fornire assistenza alla sicurezza all’Ucraina, che è anch’essa in corso … Il consolidamento e l’ottimizzazione delle sedi da cui USAREUR-AF fornisce supporto alle Forze armate dell’Ucraina sono stati il ​​risultato di mesi di pianificazione collaborativa, in coordinamento con i partner ucraini, il Ministero della difesa nazionale polacco e altri alleati e partner che utilizzano anch’essi il sito di Jasionka. In diversi casi, specifiche capacità di manutenzione trasferite a Jasionka per fornire assistenza alla manutenzione delle forze armate ucraine su attrezzature fornite dagli Stati Uniti vengono ora eseguite dalle stesse forze ucraine all’interno dell’Ucraina, senza l’assistenza delle forze statunitensi.”

Il comunicato continua: “L’aeroporto di Jasionka e l’area circostante hanno rappresentato un’eccellente posizione strategica per gli Stati Uniti e i loro alleati a supporto dell’Ucraina negli ultimi tre anni, grazie all’eccezionale ospitalità del nostro alleato polacco, sia militare che civile”, gli ha fatto eco il colonnello William Laase, vicedirettore della logistica presso l’US Army Europe and Africa, che ha sottolineato: “Tuttavia, stiamo passando ad altre basi operative più permanenti in Polonia, più adatte a soddisfare le esigenze dell’Ucraina e a utilizzare le infrastrutture che attualmente supportano le nostre attività.  L’USAREUR-AF continua a fornire e coordinare l’addestramento e l’equipaggiamento per supportare le forze armate dell’Ucraina attraverso una serie di sforzi persistenti, tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, il Security Assistance Group – Ucraina con sede a Wiesbaden e il Joint Multinational Training Group – Ucraina presso il Grafenwoehr Training Center, che continua ad addestrare migliaia di militari ucraini dopo il trasferimento dall’Ucraina occidentale nel 2022”[2].

Insomma, non vi è alcuna contraddizione tra l’attuale Amministrazione statunitense e la NATO, soltanto un po’ di scenografia da parte di Trump che vuole strappare maggiori concessioni ai propri vassalli europei, conscio che questi ultimi non andranno mai a “strappare” dalla loro eterna dipendenza politico-militare da Washington e dal Pentagono.

Se, infatti, qualche politico europeo volesse davvero implementare un processo di indipendenza del Vecchio Continente dall’Alleanza Atlantica, l’Amministrazione Trump non esiterebbe un minuto ad intervenire per stopparlo.

Anche l’attuale processo di riarmo proclamato da Bruxelles all’insegna dell’imminente minaccia russa non avrà che due conseguenze: l’acquisto di armi dagli Stati Uniti (per evitarlo l’Europa dovrebbe avere a disposizione anni di preparazione) e la creazione di debito nazionale da parte dei singoli Stati europei che andranno ad indebitarsi con le omologhe istituzioni finanziarie nordamericane (non a caso, il capofila di questo processo d’indebitamento, il leader tedesco Friedrich Merz, è un ex uomo di Blackrock).

Sta ora alla Russia comprendere il gioco ed evitare la trappola tesale dalla Casa Bianca. L’obiettivo di Trump è concedere una vittoria tattica ma limitata alla Russia per mantenerla poi sotto pressione strategica della NATO, affermare nell’opinione pubblica internazionale la capacità statunitense di risolvere i conflitti, alleggerire il proprio impegno in Europa e concentrare le forze nel “teatro dell’Indo-Pacifico”. Un piano che a Mosca, sul lungo periodo, non conviene.

NOTE AL TESTO

[1] https://www.armed-services.senate.gov/imo/media/doc/general_cavoli_opening_statements.pdf?fbclid=IwY2xjawKOgMZleHRuA2FlbQIxMABicmlkETBqajFPYnNtT1hmVHRaT1NVAR72CV38uZU6SnoqoNxZVVoyzcS9jpJzmvmeW2Y0GFw34tYuuhavIyDn_cjRCA_aem_4KOnkGdVOcQs8OaihMr0jQ

[2] https://www.europeafrica.army.mil/ArticleViewPressRelease/Article/4151311/news-release-support-to-ukraine-unaffected-by-coordinated-troop-repositioning/

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