di Shan Jie (Global Times) – 21 maggio 2025 | a cura di Giulio Chinappi
Xi Jinping, Segretario Generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, Presidente della Repubblica Popolare e capo della Commissione Militare Centrale, ha ripetutamente sottolineato come la tutela dell’ambiente sia essenziale per il benessere di tutti i popoli. Nelle sue ispezioni, Xi presta attenzione tanto agli ecosistemi urbani quanto a quelli rurali, alle imprese come alle comunità.
Guidata dal pensiero di Xi sull’ecociviltà, la Cina ha intensificato negli ultimi dieci anni la transizione verde della propria economia. RegioLa visione ecologica di Xi Jinping guida la trasformazione dei terreni inospitali in hub di energie rinnovabilini di tutto il Paese promuovono la costruzione di un’“ecociviltà” e un modello di modernizzazione che coniughi armonia tra uomo e natura, contribuendo alla realizzazione della “Bella Cina”. I prossimi cinque anni saranno cruciali per consolidare questi progressi.
In questo reportage volgiamo lo sguardo alla Cina occidentale, dove, grazie all’ispirazione di Xi sull’ecociviltà, deserti come il Gobi e altre aree aride si stanno trasformando in oasi energetiche pulite, attraverso la costruzione di grandi hub di energie rinnovabili.
“Torre d’oro” nel deserto di Gobi
Nel deserto del Gobi, nella contea di Jinta, nella provincia del Gansu, si staglia un’alta torre solare, simbolo del progetto pilota CSP–PV “Jinta” (torre d’oro). Sotto il ricevitore alto 247 metri, 25.594 eliostati inseguono il sole, mentre vaste distese di pannelli fotovoltaici convertono la luce in energia elettrica.
Al termine del collaudo, previsto per fine maggio, il progetto fornirà ogni anno 1,45 miliardi di kWh di energia pulita, risparmiando 480.000 tonnellate di carbone e riducendo 1,36 milioni di tonnellate di CO₂, con rilevanti benefici economici e ambientali, spiega il Global Times.
Un’inedita campagna occidentale
Dal XVIII Congresso del PCC del 2012, la Cina ha rafforzato le fondamenta della sicurezza energetica. Xi ha riconosciuto le sfide residue nello sviluppo delle risorse e, nella riunione del Politburo del febbraio 2024, ha invitato a “promuovere con vigore le nuove fonti energetiche”, valorizzando il potenziale eolico e fotovoltaico.
Entro il 2024, le prime 50 grandi basi energetiche nei deserti come il Gobi e nelle aree incolte hanno superato i 90 GW di capacità installata, secondo CCTV News. Questo slancio ha stimolato innovazione tecnologica e aggiornamenti in tutta la filiera delle energie rinnovabili.
Vita in condizioni estreme
Le condizioni nella contea a Jinta sono estreme: di giorno la temperatura sfiora i 50 °C, di notte scende a –20 °C; le tempeste di sabbia riducono la visibilità a pochi metri. “Un deserto infinito e desolato”, lo definisce il responsabile della sicurezza Li Depeng. Ma per Zhao Bin, capo del progetto energetico, proprio questo ambiente estremo offre risorse eccezionali.
Da quasi dieci anni Zhao guida il team sul campo, combinando tecnologia — tra cui il sistema di accumulo a sali fusi — con un impegno per la biodiversità: pini nativi, pioppi, aceri, albicocchi e peschi piantati intorno all’impianto, con sistemi di irrigazione e miglioramento del suolo. Così il deserto diventa anche un’oasi verde.
“Questo Gobi, prima terra di fatica, ora è una pianura di speranza”
«Il progetto Jinta incarna perfettamente la filosofia di Xi: un’innovazione energetica che tutela la sicurezza nazionale e conferma il valore delle “acque limpide e delle montagne lussureggianti”», racconta Zhao. «Questo deserto ostile si è trasformato in un faro di speranza».
Hub di nuova energia
Il 1° maggio 2023 ha segnato il collegamento alla rete del primo impianto FV da 1 GW nel deserto del Tengger, nella Regione Autonoma di Ningxia, inaugurando un modello che integra nuove energie e tutela degli ecosistemi. Progetti analoghi sono fioriti in tutto il Paese.
Nel discorso del convegno economico centrale di dicembre 2024, Xi ha ribadito la necessità di ridurre emissioni e inquinamento, promuovere sviluppo verde e accelerare le grandi basi eoliche e solari in deserti e regioni aride. Nel Rapporto governativo 2025 si conferma l’impegno a potenziare questi hub: nello Xinjiang la più grande centrale FV monoblocco partirà a fine maggio.
L’Amministrazione Nazionale dell’Energia ha definito le regole di mercato per gli accumuli energetici che supportano queste basi, mentre in febbraio ha avviato i lavori per il più grande polo pulito da 80 miliardi di yuan nel deserto di Qaidam, nella provincia del Qinghai. L’obiettivo è di raggiungere 455 GW di capacità da deserti entro il 2030.
Contributo globale
La Cina esporta il proprio modello: fornisce l’80 % dei moduli PV e il 70% delle turbine eoliche mondiali, facendo calare i costi dell’energia rinnovabile di oltre il 60% (eolico) e l’80% (solare).
Progetti desertici cinesi sono stati esportati in Asia centrale, Medio Oriente e Africa. Nel deserto di Kubuqi si è sperimentata una combinazione di barriere vegetali, schermi di salice e sistemi di coltura sotto PV con arbusti resistenti alla siccità. Jin Jian, responsabile in Medio Oriente e Asia centrale di un’azienda green cinese, spiega come queste soluzioni abbiano bonificato oltre 867 ettari di deserto, replicando il modello in Israele — integrando avicoltura, orticoltura ed energia pulita — e in Arabia Saudita, dove un progetto sul Mar Rosso alimenta una città turistica completamente green.
Sempre secondo Jin, grazie al pensiero di Xi sull’ecociviltà, le imprese cinesi stanno diffondendo tecnologie e know-how, trasformando i deserti globali in poli di sostenibilità.
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