Russia: i comunisti propongono il riconoscimento delle repubbliche popolari del Donbass

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Il Partito Comunista della Federazione Russa ha proposto che Mosca riconosca l’indipendenza delle due repubbliche popolari del Donbass, al fine di rispondere alle provocazioni statunitensi, secondo le parole del segretario Gennadij Zjuganov.

Mentre i mass media occidentali continuano a diffondere fake news sulla Russia, parlando di ritiro delle truppe dall’Ucraina – sebbene in realtà queste non abiano mai varcato il confine, restando sempre in territorio russo -, il presidente Vladimir Putin ha incontrato in queste ore il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ribadendo per l’ennesima volta che la Russia non vuole lo scoppio di nessuna guerra.

La nostra posizione è stata chiaramente definita dal leader russo: noi, da parte nostra, faremo di tutto per impedire una guerra con l’Ucraina, per assicurarci che non inizi mai – non oggi, non domani, non dopodomani“, ha affermato chiaramente Valentina Matvienko, presidente del Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento moscovita, in un’intervista rilasciata alla testata Parlamentskaja Gazeta.

Il solo pensiero di una guerra è una totale assurdità per noi“, ha detto, aggiungendo che Russia e Ucraina condividono secoli di storia comune. “Naturalmente, le nostre nazioni non stanno vivendo i tempi migliori nelle relazioni bilaterali, per usare un eufemismo. Tuttavia, credo che qualsiasi problema possa essere risolto pacificamente, attraverso mezzi diplomatici e politici“.

Matvienko ha ricordato che le potenze occidentali, guidate dagli Stati Unitihanno ventilato negli ultimi mesi il possibile attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina – secondo Joe Biden questo dovrebbe avere luogo proprio oggi, 16 febbraio -, senza tuttavia portare nessuna prova concreta per dimostrare le proprie affermazioni. Al contrario, afferma colei che occupa la terza carica della Federazione Russa, sono gli Stati Uniti a spingere l’Ucraina a provocare una guerra contro la Russia. “Contemporaneamente, la NATO ha già avviato lo sviluppo militare del territorio dell’Ucraina. Le sue forze armate vengono rifornite di equipaggiamento militare, munizioni, armi, comprese quelle offensive. Le forze sopra menzionate sperano di creare focolai di instabilità vicino ai confini della Russia. Questa strategia non è una novità per noi“, ha aggiunto.

Di fronte alle continue provocazioni e al rischio di un attacco ucraino nei confronti delle repubbliche popolari del Donbass, la Repubblica Popolare di Doneck (RPD) e la Repubblica Popolare di Lugansk (RPL), la Russia ha unicamente preso le misure necessarie per difendere il proprio territorio e, in caso estremo, per intervenire in difesa delle popolazioni di lingua ed etnia russa che vivono in quei territori.

Di fronte a questa situazione, il generale del Partito Comunista della Federazione Russa (Коммунистическая партия Российской Федерации, КПРФ; Kommunističeskaja partija Rossijskoj Federacii, KPRF) ha proposto che Mosca riconosca l’indipendenza della RPD e della RPL dall’Ucraina, indipendenza che i due territori hanno proclamato unilateralmente dopo il colpo di Stato ucraino del 2014, e che fino ad oggi non ha ottenuto il riconoscimento di nessuno Stato.

La causa della crisi è che i burattinai di Washington cercano con insistenza di organizzare un massacro nel Donbass. Per risolvere le proprie questioni geopolitiche, sono pronti a organizzare un altro spargimento di sangue su larga scala”, ha affermato Zjuganov. Il leader dei comunisti russi ha ricordato come l’Ucraina abbia schierato 125.000 uomini, compresi carri armati e artiglieria pesante, lungo il confine dei territori controllati dalle repubbliche popolari: “Ci sono tutti segni di preparazione di un’operazione offensiva contro le Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk”.

Il Pentagono e persino la dirigenza delle Forze armate ucraine dichiarano di non vedere segni di un’imminente aggressione. L’intelligence americana, dopo aver vissuto la vergogna delle bugie sulla presenza di armi di distruzione di massa in Iraq, non sembra volere una nuova umiliazione. Ma questo non ferma i politici occidentali che abitualmente ignorano l’ovvio. Una “guerra ibrida” continua contro la Russia usando menzogne, frode e disinformazione”, ha proseguito ancora Zjuganov.

Il segretario del KPRF ha ricordato che l’interesse della Russia è quello di mantenere la pace e di perseguire una politica di buon vicinato lungo i propri confini. Allo stesso tempo, Mosca ha il compito di proteggere la popolazione russa perseguitata in Ucraina e di combattere il clima di russofobia che gli Stati Uniti e altre potenze occidentali fomentano nella regione dell’Europa orientale: “Più di 600 mila residenti della RPD e della RPL hanno già ricevuto la cittadinanza della Federazione Russa. Il nostro Paese è direttamente responsabile della loro sicurezza e della vita stessa. Non possiamo permettere l’inevitabile rappresaglia contro queste persone”.

Zjuganov ha poi ricordato che le continue tensioni tra la Russia e il blocco occidentale danneggiano non solo la stessa Russia, ma anche i Paesi europei che hanno importanti interessi economico-commerciali in comune con Mosca: “L’Europa ha ampi e proficui legami commerciali ed economici con il nostro Paese. Un conflitto militare con la Russia consentirebbe a Washington di spingere i paesi europei a nuove sanzioni economicamente distruttive”.

I governi occidentali e i loro tirapiedi a Kiev hanno calpestato gli accordi di Minsk. In questo momento estremamente allarmante e cruciale della nostra storia, invitiamo i deputati della Duma di Stato, indipendentemente dall’appartenenza di partito, a manifestare la loro volontà e sostenere la nostra iniziativa di riconoscere ufficialmente le Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk da parte della Federazione Russa”, conclude l’articolo firmato da Zjuganov.

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