L’economia degli anni Venti. A colloquio con Andrea Cecchi

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Andrea Cecchi, banchiere di lungo corso, esperto di finanza e mercati, ex ufficiale dell’Aeronautica Militare e autore del libro Perché comprare oro adesso e di una fortunata newsletter economica https://andreacecchi.substack.com/ ci aiuta a capire in che direzione muoverà l’economia nei prossimi anni.
Intervista di Andrea Turi

Dottor Cecchi grazie per la sua disponibilità. Dall’anno scorso sto realizzando delle interviste per capire come il Covid19 impatterà sulle relazioni internazionali, sugli equilibri di potenza, sull’economie mondiali e sui valori e strutture sociali cercando di delineare alcuni tra gli scenari più plausibili che seguiranno questi eventi che si dichiarano pandemici.
Ho seguito alcuni dei suoi interventi nei quali Lei sostiene una interessante teoria economica soggiacente la pandemia. Può, cortesemente, ragguagliare il lettore della situazione economica e finanziaria precedente la proclamazione dello stato pandemico che sembra affondare le proprie radici nella crisi del 2008?

Prima del Coronavirus. Come eravamo messi? Non bene direi.
Il sistema economico era già arrivato al suo limite strutturale.
Nel 2019, avendo risolto la crisi di liquidità del 2008-2009 e avendo mantenuto una ripresa sbilanciata in modo perverso per circa dieci anni, le banche centrali si sono convinte che non esista crisi che non possa essere sconfitta: crisi di liquidità? Basta inondare il sistema finanziario di liquidità!  Tassi d’interesse sopra lo zero? Basta creare migliaia di miliardi dal nulla ed usarli per comprare buoni del tesoro. Mutui ipotecari traballanti? Che ci vuole? Qualche altro trilione creato dal nulla e i mutui spariscono nei bilanci delle banche centrali stesse! E così via.
Ogni crisi economica può essere risolta agevolmente creando trilioni semplicemente digitando bit su un computer. 

Si cercano idee per fronteggiare una crisi che non si può risolvere così, gettandoci  sopra tonnellate di soldi, ed è quella in cui stiamo entrando: l’era della fine del credito. 
Le banche centrali, come i generali, si preparano sempre per la battaglia finale e credono che l’essere pronti sia sufficiente ad assicurarsi la vittoria.

In tutta onestà, dal 2009 la cosiddetta ripresa globale, è stata finanziata da una crescita esponenziale del debito, ma l’output generato dal nuovo debito sta diminuendo. Significa che ogni dollaro o euro o altra valuta aggiuntiva di debito non riesce a generare molto in termini di aggiunta di valore positivo. Così come con l’uso terapeutico di ogni tipo di sostanza chimica stimolante, dopo l’euforia iniziale, più se ne somministra,  minore sarà l’effetto.

Introduco qui questo concetto che è necessario assimilare bene per capire dove stiamo andando da qui in poi: a titolo molto schematico è bene tenere sempre a mente questa cosa: la sopravvivenza umana è impossibile senza energia. La crescita demografica mondiale ha raggiunto adesso la cifra di 7,9 circa miliardi di persone ed è in costante aumento. Questo vero e proprio “boom” umano è la conseguenza diretta di altri due boom che, se osservati su curve cartesiane seguono l’esatto andamento. Si tratta di curve esponenziali che sono adesso impostate in verticale. Curve iperboliche. Esse mostrano l’espansione del debito, l’espansione dello sfruttamento delle risorse del sottosuolo del pianeta terra e la crescita demografica. Aumentare il debito significa ipotecare il futuro per vivere meglio oggi, finché le curve smettono di poter crescere perché si scontano con le leggi della natura. E allora, inevitabilmente, non solo smettono di crescere, ma si contraggono.

In un suo saggio breve dal titolo “Tutto è collegato: il virus giusto al momento giusto”1Lei parla di un allarme lanciato dalla Banca Regolamenti Internazionali di Basilea, evento che sembrerebbe delineare uno scenario economico catastrofico. Ce ne può parlare?

La Banca Regolamenti Internazionali è la banca centrale che coordina tutte le altre banche centrali del mondo. Tra i suoi compiti istituzionali c’è quello di verificare il regolare funzionamento di particolari strumenti molto rischiosi e speculativi che si chiamano derivati e REPO.

Come si fa ad accorgersi che il momento è critico? Bisogna guardare certi segnali. I segnali più significativi sono le impennate repentine dei tassi nel mercato dei REPO.

Siamo arrivati a settembre 2019.

La Banca Regolamenti internazionali lancia l’allarme. Come la sirena prima del bombardamento. Non si poteva attendere un momento in più. La bomba stava per esplodere. Ecco allora che la Federal Reserve inizia a iniettare liquidità in modo massiccio nei mercati monetari utilizzando i REPO, dichiarando che non si trattava di Quantitative Easing perché, secondo loro, compravano solo titoli a breve scadenza, mentre il Q.E. riguarda i titoli a lunga scadenza.

Tutta questa liquidità dove è andata? Nessuno lo sa con certezza, ma da quel momento, il mercato azionario si è impennato verticalmente, totalmente scollegato dal ciclo economico e dai fondamentali economici, ad esempio, Tesla che è decollata e Apple che ha aggiunto 350 miliardi di dollari di capitalizzazione in due mesi.

Quando avvengono queste cose, bisogna sapere dove guardare. I protagonisti di questi movimenti sono: La Federal Reserve, il suo utilizzo dei Treasury General Accounts e il mercato dei REPO. Tutto ciò che avviene dopo, sono soltanto le conseguenze di quello che viene deciso nelle riunioni a porte chiuse della Federal Reserve e che viene attuato con gli altri due strumenti. L’attuale sistema operativo della Federal Reserve è in funzione dal 2008 implementato nel post Lehman Brothers.

Come tutte le manovre di liquidità, si parte con misure temporanee che poi divengono definitive. Questo sistema richiede alle banche di mantenere una congrua quantità di riserve depositate proprio presso i conti accesi presso la Banca Centrale. In questo modo, la Banca Centrale controlla i tassi di interesse semplicemente variando il tasso che paga remunerando quelle riserve.

Dopo la crisi del 2008, le banche sono state ricapitalizzate direttamente dalle Banche Centrali che hanno scambiato asset tossici (es. subprime ecc.) con liquidità fresca di stampa. La Federal Reserve si trasforma di fatto in un sistema bancario ombra operante con le cosiddette dark pools.

Dopo tutta questa stampa di soldi, si arriva a un punto che la liquidità dentro le banche è talmente tanta che si inizia a volerla ridurre. Pessima idea. Come accendere un fiammifero per vedere se c’è benzina nel serbatoio.

Infatti,durante il 2017-2018 viene ordinato il cosiddetto “tapering” ovvero, la Federal Reserve inizia a ridurre il proprio bilancio perché dopo tutto il Q.E., le riserve erano cresciute troppo, ma si trattò di un grave errore, perché il sistema bancario, ormai assuefatto alle quotidiane dosi di metadone monetario, ha iniziato ad andare a cercare la liquidità nel mercato dei REPO. Infatti, a settembre 2019 avviene questo!

La Federal Reserve ha allora aperto un canale di liquidità immediata a richiesta e, come si vede, l’impennata sul mercato dei REPO si è subito calmierata. Ma questo non vuol dire che il problema è stato risolto, perché quella liquidità aggiuntiva, di proporzioni pazzesche, non deve assolutamente circolare al di fuori del sistema bancario per evitare il surriscaldamento dell’economia e il rischio iper-inflattivo: come per miracolo però, è arrivato il virus e si è potuto procedere con i lockdown allo scopo di fermare la domanda di nuovi prestiti e la velocità di circolazione della moneta. Misure che si protrarranno fino a che questa bomba a orologeria non verrà disinnescata.

Lei sostiene che la politica del lockdown sia funzionale al disinnesco di questa bomba economica pronta a deflagrare in tutta la sua portata.

La cosa drammatica è che non c’è una vera e propria strategia.

Le Banche Centrali provano uno strumento e guardano come si comporta prima di implementare una vera e propria programmazione.

Un po’ come testare la temperatura dell’acqua con il piede, prima di immergersi con tutto il corpo. Il territorio è inesplorato sotto moltissimi aspetti. La cosa è abbastanza preoccupante.

Nella meccanica di questa struttura già di per sé già estremamente astrusa, entra in gioco anche il Dollaro Americano e la necessità che tutte le banche del mondo hanno di finanziarsi in dollari perché i dollari sono la valuta in cui è espressa la quasi totalità dei commerci globali.

Tantissimi scambi di questi dollari avvengono al di fuori dei confini degli Stati Uniti.

Il mondo intero è inondato di dollari, perché gli USA importano tantissimo da tutti i paesi del mondo, avendo smesso di essere un paese prevalentemente produttivo.

E qui la cosa si complica ancora, perché le banche dei rispettivi paesi non possono accedere direttamente ai mercati REPO americani, ma solo nei rispettivi sistemi analoghi, dove la dinamica si complica ancora di più con l’aggiunta della conversione valutaria.

Una carenza di dollari da parte di un operatore in questi mercati, innesca rischio sistemico anche al di fuori dell’area dollaro e il problema si estende a tutto il mondo. Tutti i paesi hanno bisogno immediato di dollari per coprirsi reciprocamente e non esplodere. Ecco perché anche la soluzione, ovvero la necessità di un lockdown globale, ha visto partecipare tutto il mondo globalizzato. Miliardi di dollari vengono quindi creati dal nulla e gettati a palate laddove mancano.

Il rischio adesso è che tutti questi nuovi miliardi inizino a circolare creando inflazione.

Per combattere l’inflazione, il metodo più efficace è quello di bloccare la velocità di circolazione della moneta.

Per bloccare la velocità di circolazione della moneta bisogna far stare la gente in casa.

Vengono bloccate tutte le attività umane dove la moneta circola con maggiore esuberanza, ovvero tutte quelle attività ricreative e ludiche dove la gente si diverte, sta bene, è felice e spende volentieri: ristoranti, discoteche, bar, pub, viaggi, vacanze, sport, eventi aggregativi, concerti, ma anche gli eventi religiosi, dove la gente può trovare conforto nella fede e scappare dal panico e dal terrore diffuso dai media h24.

Il programma di reset economico/sociale durerà diversi anni, con punte ancora molto drammatiche. Alternate a momenti apparentemente tranquilli. Tutto ciò per consentire una demolizione controllata del sistema economico non più gestibile e la contestuale demolizione controllata del modello sociale dove il ceto medio non è più previsto.

In conclusione, si capisce che il mondo intero ha bisogno di una sola cosa: di un’immensa quantità di dollari e della certezza di averne in continuazione. Dollari che servono solo dentro al casinò delle scommesse globali. Come le chip di Las Vegas, o i soldi del Monopoli che circolano solo all’interno del gioco. Un gioco da cui noi siamo stati esclusi principalmente per motivi pratici. Forse torneremo ad essere rilevanti, quando questa immensa galassia di scommesse fatte a debito si sgonfierà opportunamente e il rischio sistemico sarà scongiurato, probabilmente con un nuovo sistema monetario globale.

Si può dire che quello che vediamo adesso è il frutto della grande crisi degli anni 70, quando si passò da un sistema economico ad uno finanziario?

Sicuramente. L’uscita definitiva dal sistema aureo con Nixon nel 1971 è stato l’inizio di un esperimento monetario di abusi e sprechi scellerati. Adesso stiamo assistendo alla fiammata finale.

Contrariamente a quanto successo dopo gli eventi dell’11 settembre e dopo la crisi del 2008, il dollaro sembra aver perso la propria centralità come moneta di scambio a livello globale. Russia e Cina lo hanno abbandonato, il FMI sembra essere in procinto di ridimensionarne il peso specifico. A cosa porta questa situazione? Quale scenario è lecito aspettarsi?

Il dollaro è ancora sovrano.

C’è un arsenale militare nucleare invincibile che lo sostiene.

L’economia globale, Wall Street, quasi tutti i commerci sono ancora espressi in dollari.

Come ho scritto prima, il mondo ha ancora bisogno di dollari, ma nel frattempo si lavora a nuovi equilibri.
Viviamo in una società basata sui consumi. Se la gente non ha soldi per consumare, i soldi gli vengono prestati. L’aumento costante della massa monetaria sommato all’effetto moltiplicatore della leva finanziaria del mondo algoritmico delle scommesse sono altre due macine stritolatrici.

L’inflazione adesso è mascherata dentro al costo dell’energia. Non bisogna farsi ingannare. L’energia è essenzialmente petrolio. La “maledettissima trinità” è costituita da

1) Petrolio – 2) Dollaro – 3) Tasso sul Treasury a 10 anni

Bisogna tenere d’occhio queste tre componenti con grande attenzione. Sono strettamente correlate e sono la base della tenuta del sistema.  Loretta Mester della Federal Reserve, lo ha fatto sapere senza equivoci che i tassi d’interesse devono rimanere bassi. I tassi d’interesse bassi non remunerano i risparmi e l’inflazione strisciante, nascosta dentro l’aumento del costo del petrolio, erodono il valore dei soldi un morso alla volta.  
È così che si ruba alla gente senza che questa se ne accorga.
Se a ciò si unisce disoccupazione e deflazione salariale, ecco che le ganasce della tagliola si stringono intorno al collo del cittadino medio che sarà costretto a spendere i risparmi suoi o della famiglia per sopravvivere.

La ricchezza sottratta ai risparmi e al tenore di vita del ceto medio sarà trasferita alla parte ricevente, ovvero il ceto super ricco. Più il ceto medio sprofonda verso il basso, più ricchezza viene trasferita al ceto alto.

Mark Caney, ex Governatore della Banca di Inghilterra, aveva sostenuto nell’agosto del 2019 che la dipendenza del mondo dal dollaro americano come valuta di riserva fosse troppo rischiosa e che c’era il bisogno di proporre una nuova moneta digitale per rimpiazzarla. Molte potenze hanno già provveduto al lancio di una propria moneta nazionale digitale. Quale è lo scopo di queste monete digitali? Quali influenze avranno sulle politiche dei singoli Stati e sull’assetto economico globale?

Mark Carney ha già annunciato la fine del Petrodollaro. Quindi si!

Il sistema sta cambiando e bisogna essere pronti.

Mark Carney  è un ex Goldman Sachs, non credo abbia in lui un atomo di bontà nei confronti di noi poveri umani, ma sono i banchieri che decidono, e a volte, quando i sistemi precedenti sono esauriti, devono accordarsi ai nuovi scenari.

Le monete virtuali gestite direttamente dalle banche centrali sono una certezza alla quale dovremo abituarci. Per adesso la tecnologia necessaria è ancora in fase di sperimentazione.

Il recente fenomeno della nascita dei Bitcoin e della cripto sfera ha attratto moltissime persone che, grazie anche al fatto di essere state private della libertà di muoversi e divertirsi in modo “analogico” hanno trovato sfogo nel seducente mondo virtuale, dove la ricchezza è a portata di un click.. Ce ne sono oltre 4500 da poter scegliere e chi non gioca è un fesso: lo dicono tutti ormai.

https://www.statista.com/statistics/863917/number-crypto-coins-tokens/

Migliaia e migliaia di blog e chat dove i partecipanti sognano di poter un giorno comprare la Lamborghini (sulle chat la chiamano Lambo, fa più figo) e andare dove? Quando quel giorno arriverà, se arriverà, non vorranno nemmeno più andare da nessuna parte, perché il mondo reale non interesserà più.  I giovani ormai giocano solo ai videogame. Altra realtà risucchiante. Chi se ne frega del mondo reale quando quello virtuale è perfetto?

Quando il denaro, che è la base emozionale dei nostri sogni, sarà diventato totalmente virtuale arriverà il passaggio ultimativo della fine dell’era umana e l’inizio dell’era digitale.

Un passaggio fondamentale.

Nello stesso intervento, Mark Caney sosteneva che un mondo multipolare necessitasse di una valuta multipolare. In che direzione andrà il mondo? Si sta andando verso uno scenario multipolare oppure la spinta egemonica di matrice atlantista farà un ulteriore passo in avanti?

Ci avviciniamo all’alba di un nuovo sistema monetario che sarà implementato in varie tappe e gestito da organismi sovrannazionali, come il Fondo Monetario Internazionale.

D’altronde, già ci hanno abituato ad ubbidire ciecamente ai dictat sovrannazionali, tipo quelli dell’ O.M.S. in tema sanitario.  

Il F.M.I. ha infatti già prestato soldi altre volte. $650 milioni sono poca cosa in confronto ai quadrilioni del sistema bancario ombra impiastricciato nei derivati algoritmici. Sono soldi che l’attuale segretario al tesoro americano, ex presidente della Federal Reserve Janet Yellen ha promesso al FMI indebitando il popolo americano. Nella partita doppia occorre sempre un creditore e un debitore. I soldi si creano solo dopo aver indebitato qualcuno: uno Stato, un’azienda, una persona fisica.

Comunque, il passaggio ad un’istituzione sovrannazionale penso sia inevitabile per mantenere la fiducia e far girare le partite contabili cercando di prevenire l’esplosione sistemica.

L’FMI sarà come la macchina della dialisi, dove si fa girare il sangue sporco del petrodollaro e poi immettere in circolazione sangue “ripulito” e digitalizzato con un altro nome.

Ogni tot anni il sistema monetario ha bisogno di trovare nuovi equilibri.

Un nuovo sistema più centrale e globale, su base aurea servirà a dare un senso di fiducia. La base aurea è necessaria perché essendo l’oro scarso per natura, si possono evitare le bolle dovute da eccesso di debito viste fino ad ora, e far tornare la crescita nel limite delle risorse reali che si sposano con l’agenda “green” e tutta la battaglia ecologica che è strettamente collegata al nuovo disegno economico. Anche nei precedenti reset monetari della storia, il valore dell’oro è stato aumentato indicizzandolo al naturale livello dell’economia, con lo scopo di riassorbire gli eccessi. Non ci sarebbe da meravigliarsi se l’oro, che è considerato valore Tier1 nel patrimonio delle banche, venisse rivalutato in modo da far tornare solvibili entità che adesso sono zombificate in un pantano di debito esponenziale inestinguibile e non più espandibile.

Nessun consulente finanziario dice di comprare oro. 
Non è gradito ai potenti che la gente ne abbia. Anzi, la gente è stata sempre incoraggiata a venderlo. Le banche vogliono mantenere salda la percezione della fiducia nella loro valuta cartacea, per questo il prezzo dell’oro viene mantenuto artificialmente basso attraverso la manipolazione dei futures. Manipolazione che esiste e che è costata una severa condanna alla banca JP Morgan:

https://www.corriere.it/economia/finanza/20_settembre_29/jp-morgan-multa-920-milioni-dollari-manipolazione-futures-oro-601fbd08-026c-11eb-a582-994e7abe3a15.shtml

Probabilmente, quando l’oro salirà, lo farà di colpo e chi non lo ha comprato non ne troverà più a disposizione. Sarà troppo tardi. Non c’è oro per tutti. Ce n’è pochissimo e il prezzo sarà proibitivo.

Il Fondo Monetario Internazionale ha la terza maggiore riserva aurea al mondo. Le banche non comprano oro per rivenderlo. Ma per restare al comando.

Quale sarà il ruolo delle Banche Centrali nel prossimo futuro con l’avvento delle valute digitali? Quale sarà, invece, il ruolo delle grandi corporation che in questo settore hanno investito?

Le banche centrali continueranno a esistere come adesso, con ruoli sempre più di controllo. Non dimentichiamoci che in questo momento storico, dove l’economia al dettaglio sprofonda e sparisce, le grandi entità direttamente controllate dalle banche centrali, si ricompreranno tutto con soldi freschi di stampa.

Le banche centrali, che sono un cartello, avranno quindi raggiunto il loro scopo finale che è sempre stato quello sin dalla loro istituzione, ovvero quello di essere proprietarie del mondo intero. La banca centrale può creare soldi illimitatamente e in condizione di monopolio e con quei soldi può comprare ciò che vuole. Chi è alla fame, venderà tutto.

Abbiamo parlato di valute ed in particolare di dollaro. Il presente ed il futuro dell’euro, invece? Qual’è la salute della moneta unica?

Il destino dell’Euro per ora è incerto. La Brexit ha dato un forte segnale. Il destino dell’euro va a braccetto con quello delle banche europee.

Il reattore nucleare bollente dentro la massa critica chiamata euro è Deutsche Bank: la controparte predominante dei contratti derivati. Il mondo farà di tutto per tenere a galla Deutsche Bank.

Tutte le misure economiche infatti, ed è facilmente osservabile, sono poste in essere per agevolare al massimo l’economia tedesca anche a discapito degli altri paesi membri. I

n Italia stiamo assistendo ad un accelerazione turbo delle fusioni tra banche, per ridurre al minimo il numero dei soggetti coinvolti nei derivati otc e quindi poter intervenire con più tempestività e facilità qualora si verificassero altri episodi come i contratti derivati che hanno affossato MPS. La figura che vi allego spiega bene il contesto.

La pandemia ha messo nella stanza dei Governi europei, soprattutto quelli dei PIGS, un elefante che tutti fanno finta di non vedere. I continui scostamenti di bilancio e i conseguenti disavanzi avallati dai Parlamenti per far fronte all’emergenza dovranno essere un giorno riassorbiti. Quanto sarà pesante la prossima austerità che appare inevitabile?

Non è possibile rispondere a questa domanda perché stiamo navigando in acque inesplorate. Guardando al passato si vede che da una grossa crisi monetaria debitoria si può uscire solo in tre modi:

1) Ripagando il debito, cosa che non è mai avvenuta;
2) Diluendo il debito con inflazione e iper inflazione;
3) Con una grande guerra.

In genere la storia ci ha dimostrato che le opzioni che si sono verificate sono la 2 e poi la 3 come conseguenza della 2.   

C’è vita fuori dal neoliberismo? Quale dovrebbe essere il paradigma più adeguato, secondo Lei, per rendere questo il migliore dei mondi possibili?

Qui si sfocia nel “wishful thinking”. La natura umana pone un limite invalicabile ad ogni tentativo di trovare una soluzione.

Potremmo anche dirci che ci sono abbastanza risorse per tutti, ma basta che all’interno di una comunità ci sia un solo soggetto avido e non è più possibile rimanere in equilibrio.

Supponiamo di essere dieci persone ed avere un albero con dieci frutti, basta che uno di noi ne mangi due, dicendo “avevo fame” ed uno di noi resterebbe inevitabilmente a bocca asciutta.

E questo si verifica sempre. È la natura umana. 

Basterebbe seguire la semplice regola di fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi. C’è un passaggio nei ricordi di Marco Aurelio che dovrebbe essere la base per ricostruire la società che recita così: “siamo nel mondo per reciproco aiuto, come piedi, come mani, come palpebre, come i denti, di sopra e di sotto in fila; in conseguenza è contro natura ogni azione di reciproco contrasto“! Una volta arrivati a questo traguardo, forse saremo pronti a meritarci di vivere in pace e in armonia. 

A livello economico e non solo, cosa si aspetta nei prossimi anni e cosa, invece, si augura?

Il ceto medio è destinato a sparire. Andiamo verso una società divisa in due categorie di persone:

1) chi ha (pochi);
2) chi non ha (tutti gli altri).

La progressione andrà avanti con fasi alterne. Come sul tavolo delle torture tipo quello con la manovella che allunga le membra. Ad ogni giro di manovella, ci si adatta alla nuova condizione sperando che la sofferenza subita fino a quel punto sia stata sufficiente a soddisfare il sadismo del boia. Ma è un illusione. Il periodo di riposo serve solo ad aumentare il dolore nel successivo ciclo di tortura che arriverà all’improvviso e in modo brutale.  Adesso siamo al primo giro di manovella. Ancora gli arti sono attaccati al corpo, i tendini non si sono strappati, e i danni sono ancora riparabili.

Se ci liberiamo qui, con un po’ di riabilitazione e con impegno, riusciremo ancora a riprenderci e a tornare in forma. Quindi speriamo di riuscirci, con una presa di coscienza collettiva che rifiuti questo diabolico piano.

Il colpo di grazia arriva sempre dopo aver indebolito il soggetto da sopprimere. Come nella Corrida. Il povero toro viene prima ferito da picadores e banderilleros per la lenta agonia e poi, quando il toro è in ginocchio, arriva il matador.

In ogni caso, il mondo è arrivato davvero ad un punto critico. Non si può negare che un cambiamento di paradigma sia necessario, per rimettere sotto controllo le maggiori problematiche quali l’ambiente, la demografia e il sistema economico debitorio.  Non si tratta di un solo problema, ma di un colabrodo di problemi che è molto difficile da gestire.  Quindi bisogna anche capire che oltre a liberarci dalla tortura, bisogna anche essere pronti a proporre un sistema alternativo rispetto a quello attuale. Un sistema più giusto per le persone e per l’ambiente. Da questo punto di vista sono perfettamente d’accordo con Malvezzi, ma bisogna evolversi intellettualmente,come umanità nel suo complesso,  sennò non c’è speranza.

Il problema maggiore nasce da un modello economico impostato sulla crescita perpetua esponenziale, quindi impossibile. Il grande reset dovrebbe risolvere quello prima di tutti gli altri perché altrimenti non c’è soluzione. Dubito che lo farà perché chi è al vertice del sistema economico non vorrà mai mollare questo privilegio, fino alla fine, incluso la propria.

Messo davanti al dilemma di questa matassa inestricabile, Il grande investitore Jim Rogers che ha 78 anni ha detto: “se diventassi io il re del mondo, rassegnerei le dimissioni e mi darei alla macchia”.

La tempesta sta arrivando. Fino a ora è stata una brezza. Bisogna prepararsi per bene e forse ce la faremo. Mi sembra una buona idea seguire il consiglio di Jim Rogers e di trovarsi un “macchia” ovvero un posticino tranquillo e possibilmente auto sufficiente, per attraversare questo momento di cambiamento epocale. Una buona idea per salvaguardare i propri risparmi è quella di convertire una certa quantità di euro in oro e metalli preziosi. Anche avere scorte di cibo potrebbe rivelarsi vitale. E poi è importante rivalutare le relazioni sociali e di vicinato.

Nel film capolavoro del 1984 Terminator, le macchine prendono il sopravvento. La protagonista Sarah Connors si chiede incredula:
-“ ma questa tecnologia non è possibile”?
-“Non per altri quarant’anni”! Le risponde l’eroe venuto dal futuro per salvarla.
Calcolando quarant’anni dal 1984, arriviamo al 2024.   

Il film descrive un mondo dove una realtà gestita dalle macchine costringe la resistenza degli umani, che non vogliono piegarsi, a vivere miseramente in una quotidiana lotta contro questo micidiale destino. Adesso, algoritmi informatici determinano la vita o la morte delle persone in base alla gestione dei flussi di denaro.

La resistenza, già ribattezzata con il termine dispregiativo di negazionista, dovrà trovare una via comune per conservare la propria umanità e non cedere alla totale virtualizzazione di tutto, partendo dal denaro e un’ondata alla volta, sbriciolarsi nel nulla.

Se ci piace il mondo reale e non vogliamo sparire anche noi nel “nulla” digitale, l’unica cosa che possiamo fare è tenerci uniti e conservare contatto con la natura animata fatta di cose tangibili e viventi. Così manteniamo le emozioni sotto il controllo di una dinamo che non passa dai server dei super computer, ma da un cuore che pulsa dentro il nostro petto umano.

NOTE AL TESTO

1 Pubblicato in N. Bizzi e M. Martini, Operazione corona. Colpo di Stato globale, Edizioni Aurora Boreale, Prato, 2020

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