Biden insulta Putin. Questione di Alzheimer o di geopolitica?

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La notizia principale di oggi è un attacco aperto del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden al Presidente russo Vladimir Putin. Nella ormai nota intervista, il capo della Casa Bianca ha palesemente definito il signor Putin “assassino”. Di cosa si tratta: di cretinismo senile o della dichiarazione di una nuova “guerra fredda”? E’ una domanda molto importante: perché il Presidente degli Stati Uniti infrange tutte le regole diplomatiche lanciando un’accusa falsa così oltraggiosa? Probabilmente, perché Putin è associato a tutti i risultati che la Russia ha ottenuto ultimamente: dalla riunificazione con la Crimea fino alla grande vittoria sul coronavirus con il vaccino russo che conquista il mondo mentre i vaccini occidentali falliscono. Un attacco contro Putin è l’ennesimo attacco contro la Russia. Tuttavia, questo nuovo attacco non farà che rafforzare la compattezza della società russa e del suo spirito, come è già accaduto in passato di fronte alle minacce provenienti dall’esterno.

Biden ha detto che Putin è un “assassino”. Ebbene, quelli che vivono nelle case di vetro non dovrebbero lanciare pietre! Permetteteci gentilmente di ricordare quante guerre hanno iniziato gli Stati Uniti durante la vicepresidenza di Biden: nuove operazioni militari in Afghanistan e Iraq, sanguinosi bombardamenti in Libia, interferenze e reclutamento di miliziani jihadisti in Siria, orchestrazione della crisi ucraina, sanzioni economiche ai Paesi che non accettano il Nuovo Ordine Mondiale statunitense… Migliaia di vittime innocenti! Forse il termine “assassino” non sarebbe più consono al signor Biden? Cosa penserebbe di sé il Presidente USA guardandosi allo specchio?

Intervistato dal canale ABC, Joe Biden ha confermato di pensare che il Presidente russo Vladimir Putin sia un “assassino”, aggiungendo che il capo del Cremlino pagherà per l’ingerenza nelle elezioni statunitensi. E’ davvero paradossale! Il Presidente del Paese che ha iniziato quasi tutte le grandi guerre del XXI secolo, il Paese il cui Dipartimento della Salute è orgoglioso di aver minato l’utilizzo del vaccino russo in America Latina mentre le persone muoiono a causa del COVID-19, la “nazione indispensabile” la cui ingerenza nelle elezioni e in altri processi politici in tutte le regioni del mondo è così acclarata che a malapena la nascondono, rovescia la realtà. E a quanti dicono che allora Biden non era Presidente, quindi non sarebbe responsabile dell’ingerenza statunitense nelle questioni interne delle altre nazioni, è sufficiente ricordare che egli è sempre stato al potere – come membro del Congresso o Vicepresidente degli USA, quindi è responsabile. Si sollevi finalmente il velo dall’ipocrisia e si diano alle cose il nome che meritano.

Gli Stati Uniti attaccano di nuovo la Russia, ora attraverso l’intervista di Biden alla ABC. Non solo essa è piena di tutti i cliché come quello dell’interferenza russa nelle elezioni USA, ma presenta anche un dettaglio nuovo di zecca: la falsa accusa secondo cui Vladimir Putin è un “assassino”. Mettiamo da parte l’apparente duplicità di tale accusa e chiediamoci: qual è il motivo per lanciarla ora? Probabilmente, la risposta sta nell’importanza della figura di Vladimir Putin per la Russia. Egli non è solo un presidente, è un’incarnazione della stabilità che protegge la sovranità sia esterna che interna del Paese, grazie al sostegno della maggioranza dei cittadini. Gli Stati Uniti non sono riusciti a gettare un’ombra sulla sua immagine con il caso Navalny e ora stanno facendo un altro tentativo. Tuttavia, non crediamo che avranno successo. La società russa è incoraggiata a proseguire l’attuale cammino dal superamento efficace della pandemia ed è ancora unita, mentre le idee e gli ideali occidentali trovano sostegno soltanto in un gruppo marginale del Paese.

Perciò il tentativo di calunniare il capo del Cremlino non farà altro che avvicinare ulteriormente Mosca a Pechino, mettendo in imbarazzo gli “alleati” europei che rimangono le principali “vittime” di una rinnovata “cortina di ferro”.

Subito prima di un altro anniversario, quello del ritorno della Crimea alla Russia, il Presidente Biden fa quindi una dichiarazione scioccante: crede che Putin sia un assassino. Primo, è falso e calunnioso, ma alle bugie statunitensi siamo abituati da anni. In secondo luogo, è un comportamento assolutamente scortese, indegno e poco diplomatico per un presidente di qualsiasi Paese, figuriamoci per quello degli Stati Uniti. Sembra infatti che Biden non sia migliore di Trump quando amava denigrare i suoi avversari. Infine, è semplicemente stupido dal momento che attaccare Vladimir Putin è attaccare la Russia stessa, il che significa più tensione, nessun dialogo, maggiore progressione verso una nuova “guerra fredda”. Perché cercare di trovare soluzioni e superare le animosità se si possono semplicemente lanciare insulti? Certamente, questa situazione non farà che aggravare la crisi nei rapporti tra Occidente e Russia, e gli Stati Uniti ne sono gli unici responsabili. La pandemia di coronavirus ci ha insegnato che tutti i Paesi devono unirsi contro le sfide globali, altrimenti l’intera umanità sarà in pericolo. Sfortunatamente, gli Stati Uniti sembrano essere uno studente pessimo.

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