Un’ossessione percorre la storia della Russia e, da Dostoevskij a Vladimir Putin, attraversa i secoli per giungere fino a noi: l’ossessione circa l’eccezionalità della Russia. Un endocosmo, come lo avrebbe definito Fosco Maraini, che non è né Occidente né Oriente e che, proprio per questo, può congiungere i due mondi in nome di una sua peculiare forza morale e spirituale. Quali sono le idee, i miti, le suggestioni ideologiche e culturali che hanno alimentato nel tempo questa particolarissima Weltanschauung? Una domanda alla quale, in epoche non sospette, cercò di rispondere Wolfango Giusti (1901 – 1980). Slavista insigne, docente di lingua e letteratura russa prima a Trieste e poi a Roma nonché animatore tra i più fecondi dell’Istituto di Studi sull’Europa Orientale voluto da Giovanni Gentile, di lui torna oggi in libreria, a cura di Paolo Mathlouthi, “Il Panslavismo” ( Oaks Editrice), celebre saggio, apparso in prima edizione nel 1941, dedicato al controverso tema dell’unità dei popoli slavi. Strumento utilissimo per scandagliare nel profondo l’enigmatica mentalità russa e comprenderne le ragioni, specie alla luce del conflitto attualmente in atto. Buona lettura!
Potresti leggere anche
-
Recensione | “L’epica di re Gesar” a cura di Gyanpian Gyamco e Wu Wei (Anteo Edizioni)
-
IL GRANDE RINASCIMENTO DELLA NAZIONE CINESE
-
Recensione | Xue Mo, “Il mondo è una riflessione della mente” di (Anteo Edizioni, 2022)
-
RECENSIONE | Erik Nilsson – “Più vicini al Paradiso” (Anteo Edizioni, 2022)
-
Alfred Thayer Mahan, “L’interesse degli Stati Uniti rispetto al dominio del mare presente e futuro” (Anteo edizioni, 2022)