L’Occidente impotente di fronte all’interazione russo-africana

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di Mikhail Gamandiy-Egorov

Articolo originale pubblicato su OBSERVATEUR CONTINENTAL

I viaggi del ministro degli Esteri russo e del presidente francese in Africa si sono svolti quasi contemporaneamente. E nonostante la mossa del capo di stato francese di portare avanti un’agenda apertamente anti-russa, i paesi africani si rifiutano di unirsi all’isteria occidentale contro Mosca, spingendo ancora una volta Macron a dimostrare un’arroganza di un’altra epoca.

Mentre Sergey Lavrov, capo della diplomazia russa, era ancora impegnato nella sua tournée africana – durante la quale ha visitato Egitto, Congo, Uganda ed Etiopia – il presidente francese Emmanuel Macron ha cercato a tutti i costi – al pari di altri rappresentanti dei regimi occidentali – di ridurre l’influenza russa su un continente africano che Parigi continua a considerare ciecamente come il suo giardino di casa.

Di fronte all’ennesimo fallimento di questi tentativi russofobi, il capo di Stato francese è stato sul punto di insultare i paesi africani, parlando di “ipocrisia” africana verso il conflitto in Ucraina.

In altre parole, una presunta ipocrisia che è solo il fatto che l’Africa nella sua gran parte ha rifiutato di condannare l’operazione militare speciale della Russia, nonché di aderire alle sanzioni contro Mosca promosse dall’establishment occidentale.

Da parte di Sergey Lavrov, la risposta non ha tardato ad arrivare: “Per quanto riguarda il presidente Macron e le sue dichiarazioni, avremmo potuto aspettarci più osservazioni etiche dai francesi“, osservazioni altrimenti considerate offensive dal capo della diplomazia russa. In ogni caso, il ministro degli Esteri russo è stato accolto calorosamente in tutti i paesi in cui si è fermato non solo per incontrare i suoi omologhi capi di diplomazia dei rispettivi paesi, ma anche i Capi di Stato delle nazioni visitate.

Per quanto riguarda l’atteggiamento di estrema arroganza peculiare di una mentalità di un periodo coloniale – così peculiare di Sieur Macron e degli altri suoi compagni atlantisti – questo non riflette più alcun senso di superiorità o di potere. Al contrario, questo permette di esporre ancora una volta e e portare allo scoperto il totale disordine delle élite occidentali, in un mondo in cui ogni regione planetaria chiede loro (educatamente) di imparare a conoscere il loro unico e vero luogo: quello di una minoranza estrema su scala globale.

Per aneddoto, dopo il fallimento macroniano in Africa, anche Antony Blinken, il segretario di Stato americano, sarà lì sul suolo africano.

E anche il capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba, aveva recentemente annunciato la sua intenzione di visitare l’Africa.

In altre parole: grande mobilitazione per cercare un’ultima volta di convincere le capitali africane a mostrare “solidarietà” contro il povero regime di Kiev e i suoi sponsor occidentali, sentendosi ormai soli su scala internazionale.

Facciamo una piccola prognosi: altri fallimenti e umiliazioni arriveranno per l’Occidente collettivo. Per quanto riguarda l’Africa – questo ricco continente è stato vittima dei clichés neocolonialisti occidentali, interventi e saccheggi protratti per così tanto tempo – oggi e più che mai la sua importanza per il futuro internazionale è ben consolidata.

Con enormi risorse naturali, senza le quali l’Occidente tornerà praticamente al Medioevo come dimostra l’attuale crisi dopo gli effetti boomerang (ancora limitati) delle sanzioni contro la Russia, una popolazione giovane e dinamica, e sempre più determinata a seguire la via panafricanista e rifiutare i diktat esterni occidentali.

Questa direzione rafforza fortemente il futuro del mondo multipolare, in cui l’Africa avrà sicuramente un ruolo chiave da svolgere. E come promemoria ancora una volta, il mondo di domani non sarà solo multipolare – lo è già – ma anche multipolare e post-occidentale.

In questa prospettiva, le agitazioni di entità in agonia – non cambieranno nulla.

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