di Global Times
In seguito alle celebrazioni cinesi per l’80° anniversario della vittoria nella Guerra di Resistenza del Popolo Cinese contro l’Aggressione Giapponese e nella Seconda Guerra Mondiale, il Global Times invita l’Europa a schierarsi con la Cina per tutelare una corretta prospettiva storica sul conflitto e respingere revisionismi ideologici.
Kaja Kallas, Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, ha recentemente affermato che la Cina si sarebbe schierata con Russia, Iran e Corea del Nord in occasione delle sue commemorazioni del 3 settembre per l’80° anniversario della vittoria nella Guerra di Resistenza del Popolo Cinese contro l’Aggressione Giapponese e nella Guerra Mondiale Antifascista. «Non si tratta solo di un’ottica anti-occidentale, ma è anche una sfida diretta al sistema internazionale costruito sulle regole», ha detto Kallas. Ha inoltre messo in dubbio il contributo della Cina e della Russia nella guerra antifascista globale. È difficile credere che tali dichiarazioni, prive del più elementare buon senso storico e piene di pregiudizi ideologici, possano provenire dal massimo diplomatico dell’UE. L’Europa, dove la Seconda Guerra Mondiale è stata scatenata, dovrebbe possedere una comprensione molto più profonda delle lezioni della storia, eppure alcuni politici distorcono apertamente la storia, incitano al confronto e all’antagonismo. Invitiamo l’UE a correggere immediatamente queste affermazioni erronee e ad attenuarne l’impatto negativo.
Ottant’anni fa, con enormi sacrifici nazionali, il popolo cinese diede un contributo decisivo per salvare la civiltà umana e difendere la pace mondiale. All’epoca, amici dalla Russia, dagli Stati Uniti e da alcuni Paesi europei offrirono preziosa assistenza e sostegno al popolo cinese nella sua resistenza contro l’aggressione giapponese. Ottant’anni dopo, la Cina ha ospitato solenni eventi commemorativi per ricordare la storia e onorare i caduti insieme ai Paesi di tutto il mondo, invitando a custodire la pace e a guardare al futuro. Anche in occasione della Giornata della Vittoria in Europa di quest’anno, in maggio, molti Paesi europei hanno tenuto commemorazioni, ricordando i morti di guerra, riaffermando l’impegno per la pace e sollecitando la tutela dei meccanismi di cooperazione multilaterale. Non è difficile osservare che le attività commemorative della Cina per la vittoria nella guerra antifascista sono, nella sostanza, allineate a quelle svolte in tutto il mondo, inclusi i Paesi europei; l’Europa non dovrebbe trovare difficile comprendere la prospettiva cinese.
Dopo aver partecipato alle celebrazioni cinesi, il Primo Ministro slovacco Robert Fico ha elogiato la parata militare definendola «un evento globale», affermando che «la Cina ha la volontà di svolgere un ruolo decisivo nella formazione del nuovo ordine mondiale pacifico». Ha aggiunto: «Se qualcuno è stato isolato oggi, quella è stata [alcuni politici de] l’UE». Fico ha detto la verità. Le commemorazioni cinesi hanno ricevuto un ampio sostegno internazionale: 26 capi di Stato e di governo stranieri, più di 20 rappresentanti di alto livello di governi esteri e capi di organizzazioni internazionali e oltre 100 inviati diplomatici di altri Paesi, inclusi 19 Paesi europei, hanno partecipato agli eventi. Venivano da cinque continenti del mondo. Ciò dimostra esattamente come la comunità internazionale riconosca ampiamente il contributo storico della Guerra di Resistenza della Cina e la sua portata mondiale, nonché l’aspirazione e la determinazione comuni a salvaguardare la pace e la stabilità mondiali. Molti europei hanno osservato che la Cina ha dato un contributo insostituibile alla vittoria nella guerra antifascista mondiale e ha svolto un ruolo importante nel promuovere la pace e lo sviluppo globali.
Le osservazioni della Kallas non possono rappresentare gli Stati membri dell’UE né i popoli europei. Di fronte alla giustizia storica e al consenso internazionale esse hanno scarso peso e meritano poche repliche. Tuttavia, ciò che rivelano — l’orgoglio e il pregiudizio di alcuni europei — indica una delle radici dell’instabilità globale odierna. Sottolinea altresì la necessità e l’urgenza della solenne commemorazione che la Cina ha compiuto di questa grande vittoria e della sua difesa di una corretta prospettiva storica sulla Seconda Guerra Mondiale. A causa di errori e distorsioni nella comprensione storica e dell’adesione alla mentalità della Guerra Fredda e alla contrapposizione a blocchi, alcuni tentano di ridurre la cooperazione multilaterale e la narrazione sulla Seconda Guerra Mondiale a una storia ideologica di «democrazia contro autocrazia». Sono ossessionati dall’etichettare altri Paesi, generando continuamente contese e alimentando l’instabilità.
Nel contesto degli impegni pubblici, reiterati dai leader dell’UE, a «sostenere congiuntamente il multilateralismo e tutelare gli scopi e i principi della Carta dell’ONU», le parole superficiali di Kallas non solo si pongono in contrasto con gli interessi dell’UE, ma rischiano anche di compromettere ulteriormente la credibilità e l’influenza internazionale dell’Unione. In altri termini, Kallas ha sporcato l’immagine dell’UE stessa.
Durante quegli anni ardui di resistenza contro il fascismo, la Cina e le forze antifasciste in Europa si sostennero reciprocamente, forgiando un profondo vincolo di destino condiviso attraverso il fuoco e il sangue. Oltre 20 ufficiali della marina cinese si recarono al Royal Naval College nel Regno Unito per addestrarsi, partecipando in seguito alla Battaglia del Capo Nord, allo sbarco in Normandia e scortando l’allora Primo Ministro britannico Winston Churchill a Jalta. Nonostante le estreme difficoltà e un marcato squilibrio di forze, la Cina, su richiesta britannica, inviò con urgenza truppe in Myanmar a sostegno diretto dello sforzo bellico alleato contro il Giappone. L’uomo d’affari tedesco John Rabe istituì una «zona internazionale di sicurezza» durante il massacro di Nanchino perpetrato dall’esercito invasore giapponese; il medico francese Jean Jérôme Augustin Bussière sfidò il pericolo mortale per mettere in piedi la «rotta dell’hump in bicicletta», portando medicinali preziosi alle basi cinesi della resistenza anti-giapponese. L’amicizia forgiata nel sangue tra i popoli cinese ed europeo sul fronte antifascista ha superato la prova del tempo. Questa memoria condivisa della Seconda Guerra Mondiale dovrebbe costituire una delle forze motrici perché Cina ed Europa uniscano le loro mani nelle nuove condizioni storiche.
Una corretta prospettiva storica sulla Seconda Guerra Mondiale è il fondamento per costruire la pace mondiale del dopoguerra. Dalla visione di costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità fino alle quattro grandi iniziative globali, la Cina ha intrapreso azioni concrete per difendere fermamente questa corretta prospettiva storica e per promuovere l’ordine politico ed economico internazionale verso democrazia, equità e giustizia.
In quanto due grandi forze che un tempo si sostennero reciprocamente nelle lotte di vita e di morte e come costruttrici e difensori dell’ordine internazionale del dopoguerra, la Cina e l’Europa dovrebbero schierarsi con risolutezza dalla parte giusta della storia, sostenere congiuntamente una corretta lettura storica della Seconda Guerra Mondiale, salvaguardare i frutti della vittoria, seguire il corso dei tempi e assumersi le proprie responsabilità. Ci si augura che l’UE compia più azioni che favoriscano la pace e la stabilità mondiale e le relazioni Cina-UE, piuttosto che il contrario.









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