La Chiesa Cattolica del Terzo Millennio. Intervista a Monsignor Jean-Marie Gervais

Start

a cura di Alessandro Fanetti (responsabile dipartimento America Latina del Centro Studi Eurasia e Mediterraneo)

Alessandro Fanetti ha intervistato Monsignor Jean-Marie Gervais, Presidente Ass. “Tota Pulchra” e Fondazione Rezza Pro Cultura et Caritate.

Il terzo millennio ha portato grandi novità all’interno della Chiesa Cattolica e, anche diriflesso a tale situazione, nel mondo “materiale – spirituale” nel suo complesso. Fra lealtre cose, l’elezione di Papa Francesco nel 2013 e di Leone XIV quest’anno hanno messoal centro il Continente americano e in particolar modo la sua parte a sud del Río Bravo.Come può essere letta tale “ventata latinoamericana” sia internamente alla Chiesa chenel panorama geopolitico globale?

Monsignor Jean-Marie Gervais

L’elezione di due Pontefici provenienti dal continente latinoamericano, Papa Francesco nel 2013 e Leone XIV nel 2025, rappresenta un segno dei tempi. Per la prima volta, il cuore della Chiesa universale ha preso accento latinoamericano. Questo è stato, indubbiamente, un segno provvidenziale, che ha dato voce a una Chiesa vivace, profondamente popolare, spesso immersa nella povertà ma ricchissima di fede e solidarietà.

Tra gli aspetti positivi, si può certamente notare un recupero della dimensione pastorale, l’attenzione alla “periferia” come luogo teologico, il rilancio del dialogo interculturale e della sinodalità. Si è trattato di un cambio di paradigma, non solo geografico ma anche spirituale.

Non sono mancati tuttavia alcuni rischi e limiti, come quella di una certa “regionalizzazione” del Magistero, che può talvolta oscurare la dimensione cattolica – cioè universale – della Chiesa. In alcuni ambienti si è percepita una tensione tra dimensione sociale e dottrinale, con il rischio che si smarrisca la centralità di Cristo e del suo Vangelo nella vita ecclesiale.

Nel solco di queste esperienze, Leone XIV eredita una Chiesa in cammino, chiamata a custodire ciò che è autentico frutto dello Spirito e a correggere ciò che ha bisogno di discernimento. Egli potrà essere il Pontefice della sintesi, capace di rilanciare l’universalità della Chiesa integrando la ricchezza delle esperienze locali.

Santi come Óscar Romero, martire della giustizia, e Santa Teresa di Calcutta, profetessa della carità silenziosa, testimoniano che il Vangelo si fa carne anche nel cuore delle contraddizioni umane, purché vissuto nella verità e nella preghiera.

La regione latinoamericana e caraibica ha dato i “natali”, in primis grazie all’illustreteologo peruviano Gustavo Gutiérrez – Merino Díaz scomparso nel 2024, alla Teologiadella Liberazione. Cosa ha significato tale movimento teologico e cosa significa ancoraoggi?

La Teologia della Liberazione è nata nel cuore dell’America Latina, in un contesto segnato da gravi ingiustizie sociali e da regimi autoritari. Ha rappresentato, indubbiamente, una voce profetica, che ha ridato dignità ai poveri come soggetti della storia e della fede. Tra i suoi frutti positivi, vi è stata la denuncia dell’ingiustizia strutturale, la riscoperta della dimensione sociale del Vangelo e la promozione della pastorale popolare. Padre Gustavo Gutiérrez, recentemente scomparso, ne è stato uno degli ispiratori più lucidi e spiritualmente centrati, soprattutto nelle sue fasi più mature.

Tuttavia, San Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI hanno esercitato un discernimento prudente ma necessario, rilevando con chiarezza i pericoli di un uso ideologico del Vangelo. Quando la teologia si lascia sedurre da categorie politiche più che dalla Rivelazione, c’è il rischio di trasformare la Chiesa in un attore sociale e non più in sacramento di salvezza.

Il Magistero non ha mai condannato la preoccupazione per i poveri – al contrario – ma ha voluto purificare la teologia da derive marxiste o secolarizzanti. Oggi Leone XIV è chiamato a un compito delicato: riconoscere ciò che di profetico e autenticamente evangelico vi è stato in quel movimento, ma anche riorientare la riflessione teologica verso una teologia della Redenzione integrale, capace di coniugare liberazione umana e salvezza eterna, impegno storico e tensione escatologica.

Esempi luminosi di questa sintesi sono San Giovanni Paolo II stesso, che ha saputo difendere i diritti dei popoli senza smarrire la dimensione trascendente, e il cardinale vietnamita François-Xavier Nguyễn Văn Thuận, che ha evangelizzato persino nei suoi anni di prigionia, senza mai cedere alla rabbia o all’ideologia.

In quest’epoca geopolitica così turbolenta e instabile, in primis caratterizzata dalloscontro unipolarismo – multipolarismo, che ruolo “gioca” la Chiesa Cattolica e quanto èimportante il dialogo interreligioso?

Viviamo un tempo inquieto, segnato da fratture geopolitiche profonde: conflitti aperti, transizioni tecnologiche destabilizzanti, polarizzazioni culturali e religiose. In questo contesto, la Chiesa non ha mezzi militari o economici, ma custodisce un tesoro spirituale di inestimabile valore: la pace di Cristo, che il mondo non può dare.

Tra i frutti più belli del recente pontificato, possiamo annoverare il rilancio del dialogo interreligioso, il Documento sulla Fratellanza Umana (Abu Dhabi, 2019), l’enciclica Fratelli tutti e l’impegno diplomatico silenzioso ma costante della Santa Sede.

Tuttavia, vi è anche il rischio di una Chiesa percepita come ONG spirituale o agente morale universale, perdendo così la propria identità evangelica e sacramentale. Il dialogo non deve mai avvenire a costo della verità: la carità nella verità resta il criterio supremo. 

Leone XIV sarà chiamato ad approfondire questa tensione creativa: annunciare il Vangelo con franchezza e umiltà, costruendo ponti tra i popoli ma sempre partendo dalla chiara identità cristiana. Potrà rilanciare una “diplomazia della santità”, fondata sull’esempio dei santi e dei martiri del nostro tempo.

Pensiamo a San Giovanni XXIII, che aprì le porte del Concilio, a San Giovanni Paolo II, che contribuì a far cadere i muri della guerra fredda con la sola forza della fede, a Fratel Roger di Taizé, testimone dell’unità riconciliata, o a Papa Benedetto XVI, che con l’intelligenza della fede indicava che la verità non si impone, ma si propone con amore.

Conclusione

Il terzo millennio è iniziato sotto il segno di una Chiesa in uscita, missionaria, povera tra i poveri, dialogante ma anche profondamente radicata nella Tradizione. Papa Francesco ha impresso un forte slancio pastorale. Ora Leone XIV è chiamato a raccoglierne l’eredità, discernendo, approfondendo, purificando, e rilanciando la fede in tutta la sua bellezza e verità. La Chiesa non ha bisogno di adattarsi al mondo, ma di convertirlo con la forza mite della santità. E sarà proprio attraverso i santi – passati e futuri – che essa continuerà a parlare al cuore dell’uomo.

Iscriviti alla nostra Newsletter
Enter your email to receive a weekly round-up of our best posts. Learn more!
icon

AREA RISERVATA TESSERATI CeSE-M

Progetto di Ricerca CeSE-M

Il CeSE-M sui social

Naviga il sito

Tirocini Universitari

Partnership

Leggi anche