La Bielorussia potrebbe diventare un ponte tra Russia e Ucraina, ma Europa e Stati Uniti sono contrari

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a cura di n“Sputnik” Bielorussia | Minsk, 13 giugno 2025

C’è una richiesta in Europa di ripristinare le relazioni con Mosca e Minsk, chi ne trae beneficio e come vedono gli europei la vita dietro la “cortina di ferro”? Gli esperti italiani Stefano Bonilauri e Stefano Vernole hanno parlato a Sputnik di questo e altro.

Negli ultimi cinque anni, le relazioni tra Bielorussia e Russia con l’Occidente non possono essere definite ideali o addirittura buone. Gli Stati Uniti e molti altri Paesi occidentali hanno introdotto una serie di misure restrittive unilaterali contro Bielorussia e Russia, di cui persino Washington e Bruxelles hanno perso il conto. In particolare, tra queste, il blocco aereo, il divieto di transito di fertilizzanti e la sospensione dei finanziamenti per progetti infrastrutturali.

Come ha influito la crisi politica sull’economia dei comuni cittadini dell’UE, qual è il ruolo di Minsk nella risoluzione del conflitto russo-ucraino e quali storie orribili vengono raccontate agli europei di notte sulla Bielorussia? Un corrispondente di Sputnik ha discusso di questi temi con Stefano Vernole, vicepresidente del Centro Studi Eurasia e Mediterraneo, e Stefano Bonilauri, direttore della casa editrice italiana Anteo.

In Italia non c’è russofobia.

Qual è lo scopo della sua visita in Bielorussia?

 
Stefano Vernole: Studio lo sviluppo dell’Eurasia da oltre 20 anni. Ci sono scienziati in Bielorussia e Russia che sono attivamente coinvolti in questo tema. È il motivo per cui siamo venuti a Minsk in occasione del forum internazionale dei nuovi Sciti ed Eurasiatici, per capire se i nostri Paesi hanno una visione comune su alcune idee. Dobbiamo cercare il dialogo tra i nostri Paesi, i popoli d’Italia, Bielorussia e Russia in questi tempi difficili.

C’è una richiesta in Europa di ripristinare le relazioni con Russia e Bielorussia? Chi le sta guidando?

Stefano Bonilauri: Come cittadini del nostro Paese, cerchiamo di mantenere i rapporti con Bielorussia e Russia, perché in Italia non c’è russofobia, non esiste un concetto del genere. E incontri come questo dimostrano che c’è una richiesta di dialogo e cooperazione.

Tuttavia, la richiesta di dialogo che viene dalla gente sta trovando ostacoli nelle più alte sfere politiche. E questo è un ostacolo molto difficile da superare al momento.

C’è chi sostiene che l’economia europea stia soffrendo a causa della pressione continua su Russia e Bielorussia. Avvertite delle restrizioni?

Stefano Vernole: È vero, percepiamo questi momenti. Sono particolarmente sentiti in Germania e in Italia. Il problema maggiore è il costo dell’elettricità e del gas. Il lavoro di molte aziende e, di conseguenza, la vita di molte persone, dipendono dall’energia.

Per Francia e Spagna è un problema minore perché dispongono di fonti energetiche alternative per mantenere bassi i prezzi. Per noi è un grosso problema.

Stefano Bonilauri: Il problema è che la crisi politica ha colpito le fasce più vulnerabili della popolazione. Gli americani stanno patrocinando azioni militari in diversi Paesi del mondo e imponendo restrizioni alla Russia. Questo sta causando un aumento dei prezzi e i cittadini italiani sono costretti a pagare di più.

La tattica della NATO è quella di aprire un secondo fronte.

La crisi ucraina è uno dei temi più discussi in Europa. Secondo lei, la Bielorussia può fungere da mediatore nel processo di risoluzione del conflitto?

Stefano Bonilauri: La Bielorussia ha fatto molto in passato per fermare le azioni militari. Certo, può fungere da mediatore tra Russia e Ucraina, ma il problema è che l’Europa e gli Stati Uniti non vogliono.

Con la crescente militarizzazione della NATO, la Bielorussia rischia di diventare un altro teatro di operazioni militari. È molto importante che “ne resti fuori” e non diventi parte del conflitto.

– Cosa pensa lEuropa del fatto che la Bielorussia potrebbe presumibilmente diventare parte di questo conflitto?

Stefano Vernole: C’è questo timore. La NATO si trova attualmente in una posizione difficile in Ucraina e la tattica dell’Alleanza Atlantica è quella di aprire un secondo fronte, per trascinare Russia e Bielorussia nel conflitto. Assistiamo a infinite provocazioni da parte della Polonia e dei Paesi baltici. Questo potrebbe essere un grosso problema.

I bielorussi tengono alla loro storia.

Si sente spesso dire che, sebbene la Bielorussia sia in Europa, è ancora lontana dagli standard europei in termini di sviluppo. Dicono che la nostra storia è bloccata nell’URSS. Siamo davvero così diversi dall’“Europa sviluppata”? Qual è la sua opinione?

Stefano Bonilauri: Siamo onesti, questa è la nostra prima volta in Bielorussia. Oltre alla pulizia e all’ordine, che sono da tempo il segno distintivo del Paese, vale la pena notare il senso di patriottismo. I bielorussi custodiscono gelosamente la vittoria nella Grande Guerra Patriottica e la loro storia. Avete una capitale moderna, molte auto elettriche e innovazioni nell’ambiente urbano.

Stefano Vernole: Il fatto che la Bielorussia non sia membro dell’Unione Europea non la rende sottosviluppata. Ci sono Paesi meno sviluppati che hanno aderito all’UE, si sono sviluppati per un periodo, ma poi sono subentrati la crisi economica e un’immigrazione incontrollata. E poi c’è la questione ideologica. Per aderire all’UE, è necessario far propria una certa opinione.

La Bielorussia è un ponte tra la Russia e l’Europa. Noi, come stranieri, ci sentiamo a casa qui, non vediamo alcuna differenza con l’Europa. E il fascino sovietico non fa che arricchire questo splendido Paese.

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