di Giulio Chinappi
La regione del Caucaso meridionale si trova attualmente in una situazione di relativa stabilità, ma l’Ossezia del Sud – come la vicina Abkhazia – punta ad un’ulteriore integrazione con la Russia per garantire la propria sicurezza e prosperità economica.
L’Ossezia del Sud è una regione situata nel Caucaso meridionale, riconosciuta dalla maggioranza della comunità internazionale come parte integrante del territorio georgiano, ma che dispone di un governo de facto indipendente con proprie istituzioni politiche, economiche e militari. Dichiaratisi indipendente sin dalla fine dell’URSS, l’Ossezia del Sud, insieme alla vicina Abkhazia, è stata riconosciuta ufficialmente dalla Federazione Russa nel 2008, quando Mosca dovette intervenire militarmente per difendere le due repubbliche dall’offensiva della Georgia contro la capitale osseta Tskhinvali, volta all’obiettivo di riprendere il controllo di quei territori. Da allora, la dipendenza delle due piccole repubbliche da Mosca si è progressivamente accentuata, fino alla proposta della possibilità di un ingresso di entrambi i territori nella Federazione Russa.
La tendenza al legame con Mosca è stata confermata anche dalle elezioni legislative dello scorso 9 giugno, che hanno sancito la netta vittoria del partito Nykhas, composto dai sostenitori dell’attuale presidente Alan Gagloev (in foto), in carica dal 2022, che ha proposto un referendum per l’ingresso dell’Ossezia del Sud nella Federazione Russa. Secondo i dati ufficiali, la formazione che fa capo a Gagloev ha ottenuto dieci dei 34 seggi a disposizione, superando il partito Ossezia Unita (Edinaja Ossetija) dell’ex presidente Anatolij Bibilov, a sua volta di orientamento russofilo, come dimostra il richiamo al nome del partito Russia Unita (Edinaja Rossija) di Vladimir Putin.
Il partito Nykhas ha poi ottenuto il sostegno di tre deputati indipendenti e dei cinque rappresentanti del Partito Popolare dell’Ossezia del Sud per raggiungere una maggioranza di 18 seggi su 34 e formare il nuovo governo, con il presidente Gagloev che ha confermato Konstantin Džussoev nel ruolo di primo ministro. I gruppi parlamentari di Ossezia Unita, con sette deputati, e del Partito Comunista dell’Ossezia del Sud, con tre, hanno invece dato vita all’opposizione, con l’aggiunta degli altri sei deputati indipendenti.
Negli ultimi mesi, intanto, il presidente Gagloev ed il suo governo hanno lavorato per integrare ulteriormente l’economia dell’Ossezia del Sud con quella russa. Nel mese di gennaio, Mosca ha infatti abolito i dazi all’esportazione di gas e petrolio verso la repubblica caucasica. Le parti hanno inoltre concordato l’azzeramento dei dazi per il 2024 su altri prodotti, quali plastiche, metalli ferroso e derivati, alluminio e derivati.
Secondo gli analisti internazionali, il rafforzamento progressivo dei legami tra l’Ossezia del Sud e la Russia, come anche di quelli tra l’Abkhazia e Mosca, si deve soprattutto alle mosse provocatorie degli Stati Uniti e della NATO, che tendono a destabilizzare la regione caucasica condizionando le politiche di Georgia e Armenia, organizzando anche esercitazioni militari in territorio georgiano, nonostante l’ex repubblica sovietica non sia membro della NATO.
Secondo un comunicato rilasciato dal ministero degli Affari Esteri russo nello scorso mese di dicembre, le crescenti attività della NATO nel Mar Nero richiedono il potenziamento della sicurezza di Abkhazia e Ossezia del Sud: “La necessità di rafforzare ulteriormente la sicurezza di Sukhum e Tskhinval è emersa dall’aumento delle attività della NATO nella regione del Mar Nero, dall’attuazione dei piani per l’uso militare della Georgia da parte dell’alleanza e dal flusso di armi verso quel Paese“, si legge in un documento pubblicato a seguito di un vertice sulla sicurezza e la stabilità nel Caucaso meridionale, organizzato a Ginevra (Svizzera).
Nel precedente mese di ottobre, il presidente Gagloev aveva incontrato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, ribadendo la propria linea di partenariato con Mosca: “Vorrei sottolineare che l’Ossezia del Sud è pronta a continuare il lavoro costruttivo con il suo partner strategico, [pronta] a discutere tutte le questioni relative alla sicurezza regionale e a garantire nuovamente alla leadership della Federazione Russa che l’Ossezia del Sud, da parte sua, rimane un partner affidabile, un avamposto meridionale per la nostra grande Madrepatria fraterna“, aveva affermato in quell’occasione Gagloev. “La Federazione Russa rimane un partner affidabile per l’Ossezia del Sud, un garante di pace e sicurezza nella regione“, ha detto ancora il presidente dell’Ossezia del Sud. “In quanto partner responsabile, adempie pienamente agli impegni assunti nell’ambito dei documenti bilaterali in tutti i settori delle relazioni“.
Gagloev ha anche ribadito che l’Ossezia del Sud rimane impegnata a integrarsi con la Russia: “È importante notare che rimane una priorità della politica estera della Repubblica dell’Ossezia del Sud continuare lo sviluppo e l’approfondimento delle relazioni amichevoli e dei legami di integrazione con la Federazione Russa. Tra le principali aree del trattato di alleanza e integrazione, che riguardano lo spazio di difesa comune, la sicurezza, le forze dell’ordine e altri settori che garantiscono pace e stabilità della repubblica, la politica estera è particolarmente messa in rilievo. Si tratta del coordinamento delle azioni esterne tra i ministeri degli Esteri delle parti“, ha affermato.
Di recente, poi, la Russia e la Georgia hanno affermato le proprie intenzioni di normalizzare le relazioni diplomatiche, interrotte nel settembre del 2008 da Tbilisi, dopo che Mosca aveva riconosciuto l’indipendenza dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud. Questa mossa potrebbe garantire una maggiore stabilità della regione del Caucaso meridionale nonostante le mosse provocatorie della NATO, rimandando dunque l’eventuale adesione dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud alla Federazione Russa e portando ad un mantenimento dello status quo. Inoltre, la Russia ha chiesto di spostare i prossimi colloqui sulla sicurezza e la stabilità nel Caucaso meridionale al di fuori della Svizzera, in quanto Mosca considera che il governo elvetico si stia schierando sempre più dalla parte della NATO, abbandonando la sua storica neutralità.
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