Nancy Pelosi a Taiwan: la pericolosa provocazione degli Stati Uniti contro la Cina

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di Giulio Chinappi

ARTICOLO ORIGINALE

La visita di Nancy Pelosi a Taiwan ha rappresentato una grave provocazione del governo statunitense nei confronti di quello cinese. Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri, ha espresso il punto di vista di Pechino in tre conferenze stampa tenute tra il 3 e il 5 agosto.

La visita di Nancy Pelosi a Taiwan ha rappresentato una chiara provocazione nei confronti della Repubblica Popolare Cinese. Non contenti di continuare a fomentare il conflitto in Ucraina, gli Stati Uniti stanno portando il pianeta sull’orlo della terza guerra mondiale, facendo salire la tensione anche in Estremo Oriente, nonostante gli sforzi di Pechino per il mantenimento della pace sulle due sponde dello Stretto di Taiwan.

Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese, ha smentito la propaganda statunitense, mettendo in evidenza l’ipocrisia e i veri scopi di Washington. “La questione della sua visita non riguarda la democrazia, ma la sovranità e l’integrità territoriale della Cina. Ciò che ha fatto non è sicuramente sostenere o difendere la democrazia, ma una provocazione e una violazione della sovranità e dell’integrità territoriale della Cina”, ha detto Hua in una conferenza stampa tenuta il 3 agosto.

Il tipo di democrazia a cui fa riferimento Pelosi non è altro che un abito ornato con i pidocchi che strisciano su di esso. Potrebbe sembrare magnifico da lontano, ma non potrebbe resistere a un esame ravvicinato. Dalla rivolta del Campidoglio, dalla morte di George Floyd, dalla sparatoria alla Robb Elementary School e dagli oltre un milione di morti per Covid negli USA, vediamo l’ipocrisia e il sangue freddo del tipo di democrazia a cui si riferisce Pelosi. Vediamo il vuoto impegno e la cosiddetta forza di questo tipo di democrazia da ciò che l’esercito statunitense ha fatto in Iraq e Siria e dalla sua ritirata da Kabul”, ha proseguito la portavoce.

Naturalmente, di fronte alle provocazioni statunitensi, non si può pensare che la Cina resterà passivamente a guardare: “La Cina farà tutto il necessario per sostenere fermamente la propria sovranità e integrità territoriale. Tutte le conseguenze che ne deriveranno saranno a carico della parte statunitense e delle forze separatiste della cosiddetta ‘indipendenza di Taiwan’”, ha affermato Hua, rispondendo alle domande dei giornalisti.

C’è una sola Cina al mondo e Taiwan fa parte della Cina. Il governo della Repubblica Popolare Cinese è l’unico governo legale che rappresenta l’intera Cina. Questo è al centro del principio di ‘una sola Cina’ e anche un consenso universale della comunità internazionale e una norma fondamentale nelle relazioni internazionali”, ha spiegato la funzionaria del governo cinese. “Un totale di 181 Paesi, compresi gli Stati Uniti, hanno stabilito relazioni diplomatiche con la Cina sulla base del principio di ‘una sola Cina’”.

Secondo la parte cinese, nonostante gli Stati Uniti si attengano ufficialmente al principio di “una sola Cina”, negli ultimi anni hanno operato un cambio di rotta, lanciando numerose provocazioni nei confronti di Pechino: “Il governo degli Stati Uniti avrebbe dovuto frenare il tentativo di visitare Taiwan da parte del suo terzo membro di grado più alto. Tuttavia, il governo degli Stati Uniti è stato connivente con la sua provocazione. Questa è la causa principale e la verità dietro le tensioni nello Stretto di Taiwan”.

La posizione del governo cinese e del popolo cinese sulla questione di Taiwan è coerente. Salvaguardare risolutamente la sovranità e l’integrità territoriale della Cina è la ferma volontà di oltre 1,4 miliardi di cinesi. Raggiungere la “piena” riunificazione della Cina è l’aspirazione condivisa e il sacro dovere di tutto il popolo cinese. L’opinione pubblica non sarà sfidata e la tendenza dei tempi non potrà essere invertita. Nessun Paese, forza o individuo deve sottovalutare la ferma determinazione, la forte volontà e la grande capacità del governo e del popolo cinese di difendere la sovranità statale e l’integrità territoriale e di ottenere la riunificazione e il ringiovanimento nazionale”.

Nella conferenze stampa del 4 e del 5agosto, Hua Chunying ha ribadito e approfondito la posizione cinese, rispondendo nuovamente alle provocazioni dell’imperialismo nordamericano: “Non viviamo più in un mondo in cui le potenze imperialiste potrebbero calpestare i cinesi sul suolo cinese. La Cina di oggi non è la vecchia Cina umiliata e vittima di bullismo più di 100 anni fa. È tempo che queste persone si sveglino dal loro sogno imperiale”.

Gli Stati Uniti hanno prima fatto una provocazione maliziosa e la Cina è stata costretta ad agire per legittima difesa. In caso di una provocazione così palese che violi la sovranità e l’integrità territoriale della Cina, è legittimo e necessario che stiamo adottando contromisure in risposta, e queste misure saranno sicuramente forti e risolute”.

Sulla questione si è espresso anche il ministro degli Esteri, Wang Yi, che, a margine dell’incontro di Phnom Penh con i leader della diplomazia dei Paesi dell’ASEAN, ha affermato che l’acrobazia di Pelosi è un altro fallimento della politica, della diplomazia e della credibilità degli Stati Uniti: “Ciò dimostra che gli Stati Uniti sono il più grande sabotatore della pace nello Stretto di Taiwan e il più grande piantagrane per la stabilità regionale. Dimostra che la strategia indo-pacifica degli Stati Uniti è altamente conflittuale e dannosa. Dimostra anche l’ipocrisia e i doppi standard degli Stati Uniti riguardo alle regole internazionali. Se la Cina non resisterà fermamente all’incoscienza, all’irresponsabilità e all’estrema irrazionalità degli Stati Uniti, allora il principio del rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale nelle relazioni internazionali diventerà solo una parola sulla carta e separatisti ed estremisti diventeranno solo più sconsiderati e la pace e la stabilità conquistate a fatica in questa regione saranno seriamente minate”.

La Cina ha fatto tutto il possibile diplomaticamente per prevenire questa crisi imposta alla Cina. Ma non tollereremo alcun atto che danneggi i nostri interessi fondamentali e il ringiovanimento nazionale. Non staremo a guardare gli Stati Uniti giocare la “carta Taiwan” per servire la politica interna degli Stati Uniti e gli interessi egoistici di alcuni politici. Non tollereremo mosse per incitare tensioni, confronto e separatismo in questa regione. La miriade di misure che la Cina sta adottando e adotterà sono necessarie, contromisure tempestive di natura difensiva che sono state oggetto di seria considerazione e attenta valutazione, e mirano a proteggere la sovranità e la sicurezza della nostra nazione. Sono coerenti con il diritto internazionale e le leggi nazionali. Sono un monito per i provocatori e mirano anche a proteggere la stabilità regionale e la pace nello Stretto di Taiwan. Tutte le parti devono riconoscere chiaramente la causa e la natura dell’attuale crisi, opporsi congiuntamente all’incoscienza e alla provocazione degli Stati Uniti, continuare a sostenere la posizione e le misure giuste della Cina e proteggere congiuntamente la pace regionale e attraverso lo Stretto”, ha detto la portavoce Hua, commentando le parole di Wang Yi.

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