#RESOCONTO – UN’UNGHERIA FUORI DAL CORO HA SCOSSO L’EUROPA. CHI LA SEGUIRÀ?

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A cura della redazione di Polis Etica

Il tema è importante, perché l’Ungheria ha aperto i giochi e tracciato una rotta, non accettando le scelte del resto d’Europa, di fatto imposte da Washington, che si sono rivelate una trappola mortale a danno delle economie del Vecchio Continente. Ma l’altra novità è un’apertura di dialogo tra la Società Civile italiana e i politici al governo. La partecipazione di membri della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati è significativa e conferma l’intuizione di POLIS ETICA e del suo fondatore, Guido De Simone.

UN’UNGHERIA FUORI DAL CORO HA SCOSSO L’EUROPA. CHI LA SEGUIRÀ?

«Nella politica italiana in realtà le persone che vengono come noi dalla Società Civile ci sono e sono LA MAGGIORANZA, ma non hanno la forza POPOLARE, per metà disinteressata o schifata, l’altra parte sotto ricatto dell’oligarchia al potere, a sua volta controllata dall’estero». È quanto ha dichiarato Guido De Simone, fondatore di POLIS ETICA, a seguito della videoconferenza con cui si è riusciti a far incontrare gli esperti della Società Civile con i rappresentanti di alcuni dei partiti di governo e membri della COMMISSIONE AFFARI ESTERI della Camera dei Deputati. E, commentando i risultati dell’incontro, ha aggiunto: «Forse è l’inizio di un ascolto e una collaborazione che serve URGENTEMENTE e di una reazione corale, prima che affondiamo».

Sono scelte comunque coraggiose, perché hanno contraddetto quelle di tutto il resto dell’Unione Europea.

Sta di fatto che, fino ad oggi, L’Ungheria è l’unico paese dell’Unione Europea che:

  1. rifiuta l’embargo, le sanzioni contro la Russia,
  2. ha sottoscritto un accordo con Mosca per la fornitura di gas e petrolio ai soliti prezzi più bassi del globo,
  3. rifiuta di dare contributi e armi all’Ucraina.

Perché? Eppure ha fatto di tutto per entrare nella NATO e nell’Unione Europea.
Non c’è modo più semplice di dirlo: il governo ungherese ha fatto gli interessi del Popolo ungherese.

Quello che è ormai innegabile è che le sanzioni, piuttosto che punire la Russia, stanno disastrando i paesi europei.
La novità è che la Germania non ci sta più e vuole uscire dalla “trappola”. L’Austria, anche prima dei tedeschi, aveva accennato una protesta.
Tutti, prima o poi, dovranno seguire l’Ungheria.

E l’Italia? Non possiamo più aspettare perché le nostre aziende e milioni di posti di lavoro sono a rischio di sparire. Il costo dell’energia elettrica e del gas sta letteralmente destabilizzando le imprese che ne fanno un uso abbondante, la maggioranza.

«Appare fin troppo evidente a tutti che non possiamo continuare così, salvo che l’intento e la volontà non sia di immolarsi, in nome dell’alleanza con gli Stati  Uniti d’America in un suicido collettivo!» ha dichiarato Guido De Simone.

Ciò che ha sorpreso chi ha ascoltato la videoconferenza è che i rappresentanti dei partiti di Governo, della Lega Nord e di Forza Italia, non solo hanno dato ragione a questa preoccupazione, ma hanno confermato la loro disponibilità a mettersi al TAVOLO con la Società Civile e le imprese per trovare insieme un soluzione che riesca a:

  • rimettere l’Italia in condizioni energetiche ed economiche normali (e perciò, ritornare a trattare con la Russia);
  • cercare di convincere gli Stati Uniti che un accordo con la Russia di tutto l’Occidente è nell’interesse di TUTTO l’Occidente, Stati Uniti inclusi, perciò coinvolgendoli nell’accordo;
  • smettere di inviare armi all’Ucraina e di finanziare di fatto solo la guerra tra Russia e Ucraina; e, semmai, finanziare la ricostruzione dei danni subiti;
  • smettere di sottacere che l’Ucraina è stata usata come clava contro la Russia e che perciò è stata cinicamente sfruttata, a danno della popolazione;
  • mettere i media e i mezzi di informazione nelle condizioni effettive di non subire più condizionamenti che ne stravolgano il ruolo di INFORMAZIONE OGGETTIVA, di cui la popolazione ha assolutamente bisogno per capire e giudicare ciò che avviene, presupposto di una vera DEMOcrazia.

Gli esperti

Gli interventi del politologo Marco Ghisetti, del Direttore del CeSEM, Dr. Stefano Vernole e del Sen. Luigi Marino, sovietologo, hanno chiarito i punti principali del problema che vede l’Ungheria come attore primario che sta ispirando una reazione nei primi stati europei che vogliono uscire dalla trappola che si sono trovati addosso.

Una prima voce dalla Società Civile

L’internvento del Dr. Antonino Magistro, presidente del movimento civico Popolo d’Italia e con una grande esperienza in politica da oltre 40 anni, ha confermato che la volontà di collaborare da parte della Società Civile c’è e, per quanto in molti siano pesantemente esacerbati da quanto i precedenti governi hanno fatto e dai danni provocati al tessuto sociale ed economico del paese, un po’ di buon senso può fare miracoli.

Pertanto, rispondendo all’appello di POLIS ETICA, la disponibilità da parte della Società Civile è certa, ma richiede molta serietà da parte politica.

Le dichiarazioni dei politici intervenuti

On. Dmitri Coin (Lega) attuale membro della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati

«Di fatto, la capacità di consumo, di trasformazione e tecnologica dell’Europa occidentale, sposate con le materie prime e l’energia a basso costo della Russia, di fatto andrebbe a creare un centro, un’economia e un asse economico davvero importante che potrebbe cambiare le dinamiche internazionali e, il timore americano, mettere in particolare in secondo piano il ruolo degli Stati Uniti d’America».

«La Commissione Affari Esteri al momento sta valutando la situazione del conflitto in corso solo dal punto di vista del paese invaso, l’Ucraina. Torniamo un attimo indietro: il 23 febbraio 2021, la Corte dei Conti dell’Unione Europea ha emesso un documento che affermava che non si poteva prendere in considerazione l’ammissione dell’Ucraina nell’Unione perché la corruzione si era impossessata dello stato. Ora, paradossalmente, l’Ucraina è diventato lo stato più importante d’Europa, Zelensky, da presidente sconosciuto ai più, è diventato l’uomo più potente d’Europa e non solo, perché tutte le sue richieste vengono assecondate. Abbiamo visto proprio in questi giorni il suo contatto con il nostro presidente del consiglio e le richieste che le ha fatto».

«Pochi giorni fa ho partecipato ad una riunione con delegati da tutti i paesi dell’Unione Europea e sembrava un “gabinetto di guerra”. La parola meno usata è stata “pace”».

«I paesi nel mondo che non applicano sanzioni contro la Russia rappresentano oltre 6 miliardi di persone, Sono convinto che questo conflitto finirà per ridisegnare la cartina geopolitica e geoeconomica del pianeta, dove abbiamo delegato tutta la produzione industriale ai paesi asiatici perché costava poco… In realtà, l’errore più grosso che l’Occidente sa commettendo è di gettare la Russia in braccio alla Cina, perché alla fine il vero problema sono i contrasti con Pechino.

«Ho avuto l’occasione, prima del COVID, di confrontarmi con un importante diplomatico russo che in un’ora e mezzo di conversazione ci ha che il PIL della Russia nel 1990 era quattro volte quello della Cina ed ora (2019) è un sesto. Ed ha aggiunto che non capiva perché noi della Lega siamo così ostili verso la Cina e che la Russia condivide con la Cina 14.800 chilometri di confine. E la sua sintesi è stata: “Voi ce l’avete con la Cina, noi abbiamo un PIL che ora è un sesto di quello cinese e perciò non è che ci siano particolarmente simpatici,  ma, condividendo 14.800 chilometri di confine, dobbiamo per forza relazionarci con loro. Non siete voi accanto a loro, siamo noi”».

On. Vito Comencini (Lega) attuale membro della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati

«Sono d’accordo con le analisi presentate fin qui e che dell’Ungheria si parla poco. Aggiungo un elemento uno degli elementi che ha innalzato la tensione e portato poi al conflitto, che però è iniziato nel 2014, come l’Occidente e la NATO hanno dovuto ammettere. L’elemento è la legge di che colpiva duramente le minoranze linguistiche, cosa che si aggiunge anche agli ostacoli che ne impediscono l’adesione all’Unione Europea, dove l’Ucraina non ha neanche i presupposti per essere accettata. Soprattutto, veniva colpita la lingua Russa, che non è diffusa solo nel Donbass, in Crimea, ecc., nelle zone russofone, ma in tutta l’Ucraina. Zelensky stesso ha sempre russo ed anche altre autorità importanti. Quella legge, dagli intenti nazionalistici, tentava di creare una rottura culturale con il mondo russo e contro la minoranza russofona. Anche lo scisma rispetto al patriarcato di Mosca è una scelta politica, certo non religiosa. E la proibizione di lingue diverse dall’ucraino colpirono anche le altre minoranze, ungherese, polacca. Cosa che contribuisce a motivare l’Ungheria al rifiuto di aiutare il governo ucraino, non il popolo ucraino». (N.d.r.: in effetti – e pochi lo sanno -, al momento in Ungheria ci sono oltre un milione di profughi, alcuni di origine ungherese, ma gli altri sono cittadini ucraini)

«L’Ungheria di Orban sta dalla parte dell’Ungheria, difende i suoi interessi nazionali, la sua sovranità… L’Ungheria sta pagando molte conseguenze negative a causa delle sue posizioni opposte a quelle dell’Unione Europea, ma a me sembrano scelte lungimiranti. Questa è un’Unione Europea che spesso appare compatta e decisa a sposare la linea atlantista, a costo anche di far fallire completamente il sistema economico manifatturiero e industriale, a partire da quello tedesco, in realtà sappiamo bene che questa Unione Europea è un gigante dai piedi d’argilla, come stiamo vedendo in queste settimane con lo scandalo Qatargate. Era evidente che sotto la bella faccia dell’Unione c’era anche questo marciume. Una debolezza europea che si è vista anche con la Brexit. E in questi giorni un’altra minaccia alla sicurezza europea la stiamo vedendo nei Balcani».

Dr. Alessio Coronas (Forza Italia), capogruppo e consigliere al Comune di Fiumicino (RM)

Costretto da un’improvviso problema di salute che lo ha costretto ad un improvviso ricovero in ospedale, il Dr. Coronas, tra l’altro noto imprenditore, invierà nelle prossime ore un suo contributo che allegheremo al presente resoconto.

Ci ha comunque confermato il suo certo spirito di collaborazione all’iniziativa e la disponibilità sua e del suo partito, a maggior ragione considerando che lo stesso fondatore del partito, Silvio Berlusconi, sta alacremente lavorando al favorire una riapertura di un dialogo costruttivo tra l’Italia e la Federazione Russa.

Le conclusioni

Su proposta del moderatore, Guido De Simone, i rappresentanti politici hanno confermato la loro disponibilità personale e tendenzialmente dei loro partiti a collaborare con la Società Civile nell’ideare insieme dei progetti condivisi, a partire da quello che consenta all’Italia di riprendere i rapporti istituzionali con la Federazione Russa. All’incontro con i rappresentanti del governo ungherese saranno senz’altro presenti.

Quanto prima verrà fissata la data per tale incontro con l’ambasciata di Ungheria in Italia.

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